In tema di divorzio, ed in particolare di assegno divorzile, la Corte di Cassazione ha sancito il parametro di spettanza che prende il posto del ben più famoso e storico tenore di vita matrimoniale. La sentenza, che diventa una pietra miliare per le sentenze future, arriva in merito al caso del divorzio dell'ex ministro del governo Monti Vittorio Grilli e della ex moglie americana. Già nel 2014, la Corte di Appello di Milano aveva stabilito che la documentazione relativa ai redditi di Grilli era incompleta e che, quindi, non permetteva di stabilire quale fosse il suo tenore di vita per definire la cifra dell'assegno da dare al coniuge.
La Cassazione ha stabilito che con il divorzio, il rapporto matrimoniale si estingue anche sotto il profilo economico e patrimoniale; quindi ogni riferimento a questo ambito come il tenore di vita matrimoniale, finisce per ripristinare – anche solo in parte – tale rapporto. Detto ciò, come si legge nella sentenza, se è accertato che il coniuge che richiede l'assegno di mantenimento è economicamente indipendente o effettivamente in grado di esserlo, non deve essergli riconosciuto tale diritto.
Tra i principali indici che consentono di stabilire se un ex coniuge ha diritto o meno all'assegno di mantenimento in caso di divorzio ci sono il possedimento di beni mobili e immobili, di reddito ed anche la “stabile disponibilità” di una abitazione.
La sentenza della cassazione rivoluziona il diritto di famiglia in tema di divorzio e di riconoscimento dell'assegno divorzile.
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