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Debiti ereditari: chi deve pagarli?

I debiti ereditari sono tutte le obbligazioni non pagate dal defunto, che ricadono sugli eredi solamente se accettano l’eredità, ed esclusivamente in merito alla loro quota legittima. La legge prevede 10 anni di tempo per decidere se accettare o meno il lascito, salvo il caso in cui un soggetto non abbia già il possesso del bene.

Nel momento in cui viene a mancare un parente, al dispiacere emotivo e psicologico, spesso si aggiungono altri problemi di tipo economico e patrimoniale.

La questione relativa all’eredità provoca spesso litigi nelle famiglie, che possono portare a delle vere e proprie rotture. Non molti sanno, però, che la legge italiana prevede delle quote per i cosiddetti legittimari, cioè i parenti più vicini alla vittima.

In particolare l’art. 565 del codice civile dice che:

Nella successione legittima l'eredità si devolve al coniuge, ai discendenti [legittimi e naturali], agli ascendenti, ai collaterali, agli altri parenti e allo Stato, nell'ordine e secondo le regole stabilite nel presente titolo

Quindi, il patrimonio e i debiti di un defunto, per legge devono essere devoluti ai parenti più prossimi, fino al sesto grado di parentela. Nel caso in cui non ci fossero legami di questo tipo, le proprietà diventano statali.

Sono in pochi a sapere, comunque, che l’eredità deve essere accettata dai soggetti per essere effettiva a tutti gli effetti. Ciò vale anche per i debiti, quindi un erede prima di accettare la sua quota legittima dovrebbe verificare la presenza di obblighi.

Cosa sono i debiti ereditari?

Può accadere che, dopo la morte di un soggetto, ci siano diverse obbligazioni ancora pendenti, cioè debiti che non sono stati pagati dal defunto. Ad esempio ci possono essere delle rate del mutuo da saldare, o spese condominiali, o il bollo auto, come anche le cartelle esattoriali.

La domanda che viene spontaneo porsi, in questo caso, è se tali pendenze ricadono automaticamente sui parenti più prossimi. La risposta è no, o almeno non sempre.

La legge italiana, infatti, prevede una forma di tutela nei confronti degli eredi, che non possono essere costretti ad accollarsi i debiti ereditari. Ciò avviene soltanto se il soggetto decide di accettare la sua quota legittima, che può comprendere sia beni, sia obbligazioni da pagare.

Non è necessario fare subito un scelta, in quanto, ci sono ben 10 anni di tempo per valutare la situazione e decidere, andando magari a verificare l’esistenza o meno di debiti ereditari.

Tale possibilità, però, non è valida per chi è già in possesso del patrimonio, ad esempio un figlio che vive nella casa del padre deceduto. In questo caso le tempistiche sono più strette ed entro 3 mesi bisogna fare l’inventario di tutti i possedimenti, e dichiarare l’accettazione o il rifiuto del lascito del padre.

Gli eredi sono obbligati a pagare?

Abbiamo visto che i debiti ereditari si assumono solo in caso di accettazione del lascito del defunto, da fare entro 10 anni, o 3 mesi se l’interessato sta già usufruendo di alcuni beni.

Quindi solamente in seguito all’accettazione un soggetto è obbligato a pagare i debiti ereditari.

La responsabilità, però, è limitata al valore della propria quota. 

Facciamo un esempio. Se un figlio ottiene il 50% dei beni, che hanno un valore totale di 50 mila euro, i creditori potranno rivalersi su di lui solamente per un massimo di 25mila euro.

A tale proposito dobbiamo sottolineare anche che, ci sono due modalità diverse di accettazione:

  • la forma più comune prevede che i creditori possano avvalersi anche sui beni personali dell’erede, ad esempio con il pignoramento del conto corrente o della casa
  • se fatta con beneficio di inventario, invece, si rischiano solamente i beni ottenuti grazie alla quota legittima, e in nessun modo possono essere pignorati i beni personali

In ogni caso, rimangono sempre esclusi i possedimenti personali dei soggetti che rinunciano all’eredità, anche se hanno lo stesso il diritto di ricevere la pensione di reversibilità.

Ma è possibile sapere per tempo se ci sono obbligazioni?

Per ridurre il rischio è possibile fare dei controlli, nei seguenti modi:

  • attraverso un’istanza all’Agenzia Entrate Riscossione per capire se sono già state predisposte delle cartelle esattoriali 
  • chiedendo informazioni alla banca del defunto per controllare l’indebitamento
  • chiedere al Crif se ci sono segnalazioni
  • richiedere un’attestazione delle spese insolute all’amministratore di condominio

Tipologie di debiti

Finora abbiamo analizzato in quali casi i parenti debbano accollarsi le pendenza lasciate dal defunto. Vediamo ora di capire quali sono i debiti ereditari, cioè quelli che possono persistere anche dopo la morte di un soggetto.

Si tratta sia di capitale che di interessi che continuano a maturare anche se il titolare è deceduto. Ad esempio sono:

  • rate di un mutuo
  • spese condominiali
  • rata dell’assicurazione auto
  • bollo auto
  • bollette non pagate
  • finanziamenti in corso
  • imposte dirette o indirette 
  • cartelle esattoriali
  • fideiussioni
  • canone di affitto

Non vengono considerate, invece, le contravvenzioni stradali, le sanzioni amministrative e le multe, che cessano di esistere con la morte del soggetto.

Le cartelle esattoriali

Possono essere notificate agli eredi solamente se hanno accettato il lascito del parente deceduto. Se la notifica viene fatta prima di tale decisione, la cartella può essere impugnata e annullata.

L’assegno di mantenimento

Il diritto dell’ex moglie a ricevere l’assegno divorzile si estingue con la morte dell’ex marito. Nel caso in cui la coppia fosse separata ma non divorziata, la moglie può in ogni caso ricevere la pensione di reversibilità, se non si è sposata nuovamente.

Sia in caso di separazione, che di divorzio, l’ex coniuge ha comunque la possibilità di ricevere la propria quota legittima, come previsto dalla legge, se non è stato considerato il responsabile della fine del matrimonio, e abbia quindi subito il cosiddetto addebito di divorzio.

L’affitto

Dopo la morte del conduttore, il convivente more uxorio, od i parenti abitualmente conviventi con il soggetto subentrano nel contratto di locazione. Mentre gli eredi non conviventi non possono avanzare alcuna pretesa. 

Quando cadono in prescrizione?

I debiti ereditari, per quanto riguarda la loro prescrizione, seguono le regole vigenti in materia di obbligazioni. Il termine, quindi, varia in base alla natura e alla tipologia di pendenza.

Vediamone alcuni:

  • 3 anni per il bollo auto
  • 10 anni per le obbligazioni contrattuali
  • 5 anni per le bollette
  • 10 anni per le imposte statali

Da quanto abbiamo descritto, perciò, in alcuni casi è consigliabile effettuare delle verifiche preventive prima di accettare l’eredità, per evitare spiacevoli sorprese. Non esiste alcuna fretta, in quanto la legge consente di prendere una decisione entro 10 anni.Come abbiamo visto, infatti, non sempre una quota legittima porta dei vantaggi.

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