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Libertà di stampa: può essere sempre esercitata?

La libertà di stampa rappresenta uno dei diritti fondamentali degli individui riconosciuti da tutte le moderne democrazie. La libera manifestazione del pensiero però ha dei limiti, oltre i quali scatta il reato di diffamazione.

Senza alcun dubbio avere la possibilità di esprimersi liberamente è una delle più grandi conquiste della società. Tutte le più grandi democrazie moderne oggi tutelano la libertà di stampa, considerata uno dei diritti fondamentali dell’individuo, e in grado di distinguere gli stati di diritto dalle dittature o altre forme meno democratiche.

Avere l’opportunità di crearsi una propria opinione e poterla diffondere sembra oggi normale, ma pochi decenni fa non lo era, e il percorso fatto per riuscire ad ottenerla non è stato per nulla semplice.

Detto ciò, risulta ovvio, che la libera manifestazione del pensiero non può limitare altri diritti altrettanto importanti come quello alla riservatezza e all’oblio. In alcuni casi, infatti, se vengono superati alcuni limiti imposti dalla legge, il responsabile può essere punito per avere commesso un reato di diffamazione.

Cos’è la libertà di stampa?

Quando si parla di libertà di stampa si fa riferimenti alla possibilità di comunicare le proprie idee e particolari informazioni tramite giornali ma anche radio, televisione e internet. Come abbiamo accennato si tratta di uno dei pilastri fondamentali di uno stato democratico.

In Italia viene il riferimento normativo è dato dall’art. 21 della Costituzione, che afferma quanto segue:

Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.

Con il suddetto articolo i padri costituenti hanno voluto evidenziare la necessità di consentire a qualsiasi individuo di potersi esprimere liberamente senza alcuna forma di censura, e senza dovere chiedere il permesso alle autorità.
La libertà di stampa rappresenta a tutti gli effetti il grado di democrazia di uno stato, che può essere misurata analizzando la sua estensione o restrizione non solo per quanto riguarda le testate giornalistiche, ma anche tutti i cittadini.

Essa è indispensabile per favorire la creazione di convincimenti personali e per la maturazione di una opinione pubblica critica e fondata.

Nella Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino del 1789 veniva sottolineato:

Libera comunicazione dei pensieri e delle opinioni, uno dei diritti più preziosi dell’Uomo; ogni cittadino può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, salvo a rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla legge

Ma, anche nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea si fa riferimento alla cosiddetta “libertà di espressione e informazione”.

Libertà di stampa e diritto di cronaca

La libertà di stampa si concretizza con il diritto di cronaca, ovvero di raccontare notizie di interesse pubblico, rispettando la verità dei fatti.

Ovviamente per potere informare adeguatamente le persone, è indispensabile rispettare alcune regole, per evitare di diffondere fake news, che potrebbero danneggiare qualcuno.

Se si superano i limiti, infatti, si può sconfinare nella diffamazione, ovvero un reato punito secondo quanto previsto dall’art. 595 del codice penale, come vedremo a breve.

In ogni caso, sebbene nella costituzione si faccia riferimento solamente alla stampa, risulta ovvio che, oggi i mezzi di comunicazione coinvolti sono più numerosi, quindi rientrano nella categoria anche la radio, la tv, e il web.

Ad ogni modo il diritto di cronaca deve rispettare i seguenti limiti, per essere esercitato correttamente:

  • verità
  • continenza
  • interesse pubblico
  • attualità

La prima regola da rispettare è senza dubbio la verità dei fatti, ciò significa che le informazioni diffuse devono essere attendibili, e derivare da fonti certe. Non si possono diffondere pettegolezzi o voci di corridoio, ma bisogna verificare la veridicità.

Notizie false possono, infatti, diffamare qualcuno. Ad esempio scrivere che un noto personaggio dello spettacolo ha un’amante, significa provocare dei danni a quest’ultimo.

Un fatto vero, comunque può essere diffamatorio anche se viene raccontato utilizzando un linguaggio poco adatto. Quando si parla di continenza, si fa riferimento proprio alla necessità di utilizzare un lessico adeguato e rispettoso, evitando di insultare qualcuno.
La cronaca è un racconto dei fatti, in maniera oggettiva, senza fornire opinioni personali o giudizi sul comportamento altrui.

Inoltre, una particolare storia o vicenda può essere comunicata soltanto se è di interesse pubblico, in caso contrario è obbligatorio rispettare il diritto alla riservatezze delle persone.

Infine, per rispettare la legge, la libertà di stampa, ovvero di cronaca, deve rispettare l’attualità dei fatti. Ciò significa che non si possono riportare alla luce storie vecchie, se non c’è un reale interesse per farlo.
Ad esempio non è consentito ribadire che in passato un soggetto è stato condannato per un reato, se non ci sono aggiornamenti in merito, di interesse pubblico. In questo caso infatti si rischia di ledere il diritto all’oblio, ovvero ad essere dimenticati.

Libertà di stampa e diritto di critica

La libertà di stampa non è rappresentata soltanto dalla cronaca, ma anche dal diritto di critica, ovvero raccontare dei fatti in modo soggettivo, esprimendo delle opinioni personali.
In questo caso non è necessario fornire prove o attenersi alla verità, dato che si tratta di considerazioni dell’autore.

Una forma particolare in questo caso è la satira, ovvero una critica più “spinta”, fatta utilizzando un linguaggio tagliente e ironico. Quindi anche la continenza non deve essere garantita.

Si tratta di una situazione particolare, una comunicazione che viene considerata come una forma artistica, utile per suscitare determinare sensazioni ed emozioni nel pubblico, con lo scopo di fare ragionare le persone su temi di attualità.

Negli ultimi anni si è discusso parecchio in merito all’utilità di questa particolare libertà di stampa, soprattutto in seguito a quanto accaduto al periodico Charlie Hebdo,che ha fortemente scosso l’opinione pubblica.

Spesso infatti la satire suscita perplessità in quanto utilizza il paradosso per suscitare risate quando in realtà si parla di avvenimenti molto seri. 

Libertà di stampa e diffamazione

Fino ad ora abbiamo visto come può essere esercitata la libertà di stampa, analizzando quali sono i limiti da non superare, per evitare di ledere altri diritti riconosciuti dalle norme vigenti.

In modo particolare diffondere notizie lesive della reputazione e dell’onore altrui, in modo errato può essere considerato come reato di diffamazione, come descritto dall’art. 595 del codice penale:

Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a milletrentadue euro.
Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a duemilasessantacinque euro.
Se l'offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a cinquecentosedici euro.

Come possiamo leggere, se le offese vengono recate “col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità” la punizione è più severa, dato che l’informazione può raggiungere facilmente un vasto pubblico.

Bisogna fare attenzione, comunque a non confondere tale reato con l’ingiuria, cioè un’offesa fatta mentre la persona è presente ed ha quindi la possibilità di difendersi. In tal caso si tratta di un illecito civile, per il quale è possibile chiedere soltanto un risarcimento danni al responsabile.

La diffamazione può essere:

  • semplice, cioè effettuata verbalmente, e prevede una pena di reclusione fino a un anno o una multa fino a 1032 euro
  • aggravata, cioè fatta attraverso un mezzo di comunicazione, per la quale la pena è la reclusione da 6 mesi a 3 anni o una multa non inferiore a 516 euro.​
DIFFAMAZIONE INGIURIE DIRITTO DI CRONACA DIRITTO DI CRITICA SATIRA
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