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Recupero crediti stragiudiziale: cos’è e come funziona?

Il recupero crediti stragiudiziale è il primo procedimento da attuare per riuscire ad ottenere il pagamento di determinate somme da parte del debitore. Si tratta di sollecitare l’adempimento di un’obbligazione, senza coinvolgere un Tribunale.

Negli ultimi anni, complice anche la pesante crisi economica che ha coinvolto il nostro Paese, sono sempre più numerosi i casi in cui aziende e privati non riescono a recuperare alcune somme di cui hanno diritto.

Liberi professionisti e imprenditori, quotidianamente devono fare i conti con mancate entrate, che si rivelano essere negative per la gestione degli affari. Un mancato pagamento determina, infatti, un circolo vizioso nell’economia, nel quale chi non recupera un credito a sua volta rischia di essere inadempiente verso altri, per mancanza di liquidità.

Detto ciò risulta evidente che intraprendere delle valide procedure per risolvere il problema è di fondamentale importanza. Come vedremo, in alcuni casi non è necessario rivolgersi a un Tribunale, ma è sufficiente inviare delle lettere di sollecito e messa in mora, con l’aiuto di un professionista, come un avvocato civilista.

Cos’è il recupero crediti? 

Quando si parla di recupero crediti si fa riferimento alle azioni che deve intraprendere un creditore per riuscire a recuperare le cifre di cui ha diritto. Per fare ciò non si deve necessariamente ricorrere alla strada giudiziale, ma si possono tentare alcune azioni stragiudiziali, più rapide e meno costose. 

Ad ogni modo è sempre consigliabile rivolgersi ad un avvocato esperto in recupero crediti, per essere maggiormente incisivi e determinanti già in questa fase. Una lettera o un sollecito spedito da un legale, ha indubbiamente un altro peso rispetto a quello spedito da un soggetto privatamente.

Prima di analizzare come deve agire concretamente un creditore, comunque, è utile fare una breve premessa per capire quali sono i crediti che possono essere recuperati.

In genere si tratta di inadempimenti di un debitore, come ad esempio ritardi o mancati pagamenti di fatture o rate.

Ci possono essere diverse tipologie di crediti, in particolare:

  • commerciali: che derivano da rapporti tra persone fisiche e giuridiche, come la fornitura di merci e l’erogazione di servizi
  • finanziari: in riferimento a contratti stipulati con istituti di credito o società finanziarie, quindi inerenti a mutui, prestiti, leasing immobiliare, ecc
  • insoluti: legati a rapporti tra persone fisiche, per quanto riguarda i contratti di locazione, la compravendita di immobili, debiti verso la P.A ed enti di riscossione

Ma, è possibile iniziare la procedura per il recupero, soltanto se il credito è:

  • certo: documentato da un contratto, un titolo, o una scrittura privata
  • definito: quantificato in modo preciso
  • esigibile: in base al patrimonio del debitore, che può essere aggredito anche forzatamente

In genere la scelta tra le procedure stragiudiziali o giudiziali è determinata dalle circostanze e dagli obiettivi specifici che si vogliono ottenere. Il primo approccio, ad ogni modo, deve sempre essere “pacifico”, per cercare una collaborazione amichevole la controparte. Soltanto se tale tentativo non va a buon fine si può ricorrere ad azioni più concrete, fino ad arrivare all’azione legale nei casi più difficili.

In alcuni casi, comunque la via giudiziale può essere l’unica percorribile, se ad esempio è necessario evitare la prescrizione. 

Come funziona il recupero crediti stragiudiziale?

Il recupero crediti stragiudiziale presenta diversi vantaggi rispetto alla via legale. Per questo motivo, generalmente, si tratta della modalità più usata per ottenere dei risultati in tempi brevi e spendendo cifre non molto elevate.
Ovviamente per avere più probabilità di successo non bisogna improvvisare, ma è utile affidarsi a professionisti.

Innanzitutto, prima di agire, è necessario verificare che il credito in questione sia certo, definito ed esigibile, come abbiamo evidenziato nel paragrafo precedente. In altre parole, ci devono essere delle prove in grado di confermarlo. 

Il recupero crediti stragiudiziale è caratterizzato da alcune attività di sollecito del pagamento, per invitare il debitore ad adempiere spontaneamente all’obbligo. In particolare viene spedita una raccomandata AR, chiamata messa in mora”, per chiedere il pagamento entro una certa data, e intimando la volontà di agire legalmente se ciò non dovesse succedere.

La via giudiziale, invece, ha lo scopo di condannare l’inadempiente a saldare i propri debiti, rivolgendosi a un Tribunale. In caso di mancato pagamento, è possibile chiedere il pignoramento dei beni del soggetto

Ma quale delle due alternative è la migliore?

Il recupero crediti stragiudiziale .è sicuramente la procedura più semplice ed economica ed ha lo scopo di informare il debitore in merito alle intenzioni del creditore, ma non sempre è efficace.

Come già evidenziato più volte per ottenere i risultati migliori è bene fare scrivere la lettera di messa in mora ad un avvocato civilista, per evitare di usare termini poco efficaci o di non sfruttare a pieno la potenzialità di questa fase.

L’azione legale, infatti, ha dei costi più elevati, quindi è consigliabile agire nel modo migliore evitando di fare ricorso al Tribunale.

D’altra parte non sempre funziona, pertanto se la somma da recuperare è notevole, si deve agire legalmente, chiedendo al giudice di emanare un decreto ingiuntivo.

Le varie fasi del recupero crediti stragiudiziale

Nel paragrafo precedente abbiamo descritto a grandi linee come funziona un recupero crediti stragiudiziale, vediamo ora di approfondire l’argomento analizzando le varie fasi del procedimento.

I vari step sono:

  • rintracciare il debitore
  • sollecitare bonariamente
  • inviare una lettera di messa in mora
  • verificare il patrimonio del dell’inadempiente

Sembra quasi scontato dirlo, ma il primo passo prevede di rintracciare l’indirizzo di residenza o domicilio del debitore. Si tratta di un aspetto molto importante, dato che nelle fasi successive si dovrà spedire un sollecito scritto presso tale luogo. 

Il sollecito stesso deve avvenire, con diversi toni e contenuti, per cercare di incentivare la collaborazione. Quindi, la prima telefonata o lettera devono essere pacifiche, per poi diventare mano a mano più incisive.
Se da tale approccio non derivano risultati positivi ed è palese la volontà della controparte di non adempiere all’obbligo, è necessario ricorrere a metodi più formali.

E’ in questo momento che deve entrare in gioco un professionista, per redigere correttamente la cosiddetta lettera di messa in mora, ovvero un’intimazione al pagamento entro una specifica scadenza perentoria. La controparte deve essere informata della volontà di agire legalmente se il pagamento non dovesse essere effettuato entro il termine stabilito.

Prima di agire giudizialmente, comunque, è necessario verificare la situazione patrimoniale del soggetto, per capire se ci sono dei beni da aggredire con l’esecuzione forzata, ovvero con il pignoramento.

Cosa fare se l’esito è negativo?

Se il recupero crediti stragiudiziale non funziona, l’unica strada è quella giudiziale. Come sottolineato prima, è necessario controllare la situazione patrimoniale del debitore prima di agire.

Lo scopo infatti, è quello di intimare ancora il pagamento, ma attraverso un atto del tribunale, che prevede la possibilità di agire forzatamente sui beni dell’inadempiente, nel caso non venisse saldato il debito.
Risulta ovvio, che non avrebbe senso agire nei confronti di un soggetto nullatenente.

Ad ogni modo il procedimento si attiva facendo un ricorso presso il Tribunale competente, chiedendo l’emissione di un decreto ingiuntivo, cioè un obbligo a pagare entro 40 giorni.

Per attivare l’esecuzione forzata, quindi il pignoramento, è necessario però, attendere ulteriori 10 giorni, ovvero il tempo previsto dopo la notifica dell’atto di precetto, che rappresenta l’ultimatum, cioè l’ultimo avvertimento prima di agire.

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