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Appello Commissione Tributaria Regionale: come si fa?

L’appello alla Commissione Tributaria Regionale ha gli stessi requisiti di quello in ambito civile, ovvero devono essere specificati i motivi di tale scelta per essere valido. Non è possibile effettuare una impugnazione generica alla sentenza di primo grado.

Il diritto tributario si occupa di trovare una soluzione ai diversi contenziosi che nascono tra i contribuenti e il Fisco. Quindi, se una persona ritiene di essere vittima di presunte irregolarità può fare ricorso per fare valere i propri diritti.

Il procedimento prevede, come primo step la cosiddetta mediazione obbligatoria, se si tratta di accertamenti pari o inferiore a 50 mila euro. Si tratta di un tentativo di conciliazione con la controparte, per evitare il processo e individuare soluzioni idonee ad entrambe le parti.

In caso di esito negativo è necessario procedere con il Processo Tributario Telematico, obbligatorio da luglio 2019. 

L’appello alla commissione tributaria regionale, ovvero il secondo grado di giudizio, segue le stesse regole valide in ambito civile, come vedremo.

Cos’è un contenzioso tributario?

Un contribuente ha la possibilità di opporsi se riceve delle cartelle di pagamento che ritiene essere illegittime o non corrette. 

Quando si parla di contenziosi tributari, quindi, si fa riferimento proprio alle controversie che nascono tra un cittadino e l’Agenzia delle Entrate o un altro ente pubblico.

Si tratta di un ambito specifico del diritto, che dispone di propri organi, quali:

  • le Commissioni Tributarie Provinciali, che rappresentano il primo grado di giudizio
  • le Commissioni Tributarie Regionali, il secondo grado di giudizio
  • la Corte di Cassazione, ovvero il terzo grado di giudizio

Prima di fare ricorso, ad ogni modo, è necessario effettuare una mediazione tributaria, ovvero tentare una soluzione pacifica con la controparte, per provare ad evitare una causa vera e propria. Dal 2016 si tratta di un procedimento obbligatorio per contenziosi fino a 50 mila euro.

Quindi, prima di capire con funziona il processo e come si deve procedere per fare appello alla commissione tributaria regionale, è utile evidenziare i vantaggi che ci sono se è possibile procedere con un accordo stragiudiziale.

Se gli incontri con il mediatore hanno esito positivo, infatti, le sanzioni possono essere ridotte del 35% del minimo stabilito dalla legge. 

Può anche succedere che dopo avere rifiutato la proposta del cittadino, l’ente pubblico proponga una controproposta. Il nostro consiglio è quello di ragionare bene in merito ai vantaggi, dato che un processo può essere molto lungo e costoso.

Ad ogni modo, è opportuno affidarsi a un avvocato tributarista esperto, per prendere le decisioni adeguate.

Il Processo Tributario Telematico

A partire dal 1 luglio 2019 il Processo Tributario Telematico è divenuto obbligatorio, quindi gli atti devono essere depositati attraverso la procedura telematica.

Tuttavia, se il cittadino decide di procedere senza l’assistenza di un avvocato, può scegliere la modalità di deposito che preferisce.

La digitalizzazione delle diverse fasi ha lo scopo di rendere più trasparenti le varie operazioni, e più semplice il procedimento, dato che i documenti possono essere consultati in qualsiasi momento.
Gli addetti ai lavori, infatti, possono consultare il fascicolo grazie al servizio del Telecontenzioso.

Inoltre, eliminando gran parte degli archivi cartacei, si può avere un notevole risparmio, e la possibilità di impiegare il personale i segreteria in lavori più utili, ad esempio di assistenza al cittadino.

Appello Commissione Tributaria Regionale: i requisiti

Fino ad ora abbiamo visto come deve agire un soggetto che intende contestare una cartella di pagamento che ritiene essere errata. Vediamo ora cosa succede se intende fare appello alla commissione tributaria regionale, ovvero quando desidera impugnare la sentenza di primo grado e agire in secondo grado.

Innanzitutto va detto che l’appello tributario deve essere fatto con ricorso, entro 60 giorni dalla notifica della sentenza, o entro 6 mesi dal deposito, se non è stata notificata.

L’atto deve essere notificato alla controparte entro 30 giorni e deve essere depositato presso la segreteria della Commissione Tributaria Regionale, allegando il contributo unificato.

Come abbiamo detto, se il soggetto agisce da solo può scegliere la modalità telematica o cartacea, invece gli avvocati devono agire soltanto con le nuove modalità inerenti al processo telematico.

Ad ogni modo per fare appello alla commissione tributaria regionale, nel ricorso ci devono essere i seguenti contenuti, a pena di inammissibilità:

  • indicazione della Commissioni Tributaria a cui è destinato
  • indicazione del soggetto appellante e delle altri parti
  • la sentenza impugnata
  • esposizione dei fatti
  • oggetto della domanda
  • motivazioni per l’impugnazione

Va sottolineato che, se manca uno solo degli elementi sopra descritti l’appello non è considerato valido.

Infatti, viene applicato lo stesso principio previsto dall’art. 342 del codice di procedura civile:

L'appello si propone con citazione contenente [l'esposizione sommaria dei fatti ed i motivi specifici dell'impugnazione nonché] le indicazioni prescritte nell'articolo 163. L'appello deve essere motivato

Non è consentita una richiesta genetica di appello alla commissione tributaria regionale. Si tratta, infatti, di una verifica dell’operato del primo giudice e non di un nuovo giudizio.

Appello Commissione Tributaria Regionale: quando non è ammesso?

La giurisprudenza ha recentemente sottolineato che l’appello alla commissione tributaria regionale non è ammesso se non vengono indicati i motivi specifici dell’impugnazione.

Questo avviene in quanto il secondo grado di giudizio non è un nuovo procedimento, ma una verifica delle disposizioni date in primo grado.

Quanto abbiamo appena detta rappresenta un requisito essenziale, perciò devono essere indicati nel ricorso eventuali errori commessi dal primo giudice, per consentire un riesame del caso in oggetto. Ad ogni modo gli errori devono essere direttamente collegati al provvedimento che si intende impugnare.

E’ possibile, comunque, ribadire le medesime difese anche in appello presso la commissione tributaria regionale, per contestare il provvedimento impugnato.

In base a quanto abbiamo detto in questo articolo, quindi, per evitare procedimenti lunghi e costoso è consigliabile porre il massimo impegno alla mediazione da effettuare obbligatoriamente con la controparte. Riuscire a trovare un accordo, infatti, può determinare diversi vantaggi, visto che la sanzione può essere ridotta.

Va considerato, infatti, che portare avanti diversi gradi di giudizio in tribunale può essere molto pesante economicamente ma anche psicologicamente. Non è mai facile affrontare situazioni di questo tipo, quindi, se ci sono poche possibilità di vittoria è bene fermarsi prima di essere coinvolti in procedimenti lunghi.

Solamente un buon avvocato tributarista sa consigliare le mosse migliori da intraprendere nel caso in cui a un cittadino vengano notificate cartelle di pagamento scorrette.

A tal proposito su Avvocato360 è possibile consultare il profilo di vari legali, filtrandoli per specifiche aree territoriali. Per capire quale sia il professionista giusto si può aprire la scheda completa, nella quale vengono indicate le competenze principali e le esperienze. E’ possibile entrare in contatto direttamente con l’avvocato individuato.

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