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Concorsi pubblici: le novità della riforma 2023

La nuova riforma dei concorsi pubblici del 2023 è stata ufficialmente introdotta con la pubblicazione del Decreto del Presidente della Repubblica n. 82 del 29 giugno 2023 sulla Gazzetta Ufficiale ed ha preso effetto dal 14 luglio 2023.


Il nuovo regolamento mira a velocizzare i processi che si devono varcare per entrare nel settore pubblico e a rendere tutto il sistema più moderno e trasparente grazie anche all'impiego di risorse tecnologiche.

Prima di proseguire è importante specificare che le nuove regole non si applicano ad alcune tipologie di lavoratori come quelli del sistema sanitario nazionale, i segretari comunali e altre classificazioni definite nel decreto legislativo n. 165/2001.

Questa riforma si aggiunge a delle modifiche già precedentemente introdotte per i concorsi pubblici con il decreto legge del 22 aprile 2023, n.44 (noto come Decreto PA o Decreto Assunzioni) e con il successivo Decreto PA BIS, che è diventato legge il 16 agosto 2023. In particolare, si è sentito parlare della norma "taglia idonei", una regola che limita il numero di candidati che possono essere considerati idonei al 20% in più rispetto ai posti disponibili. Questa restrizione non è stata ben accolta, tanto che nel Decreto PA Bis sono stati introdotti dei cambiamenti per attenuarne gli effetti.

Ora, focalizziamoci sulle modifiche principali della riforma, che sono:

  • Semplificazione e velocizzazione del processo per entrare a lavorare nelle amministrazioni pubbliche;​
  • Aggiornamento delle procedure dei concorsi pubblici, incluso l’uso della tecnologia;
  • Introduzione di misure specifiche per assicurare l'uguaglianza di genere e aggiornare i criteri di preferenza.

Di seguito alcuni dei cambiamenti più importanti:


  • Le pubbliche amministrazioni dovranno scegliere il tipo di concorso che meglio si adatta alla posizione lavorativa offerta;
  • Tutte le fasi del concorso devono rispettare principi di imparzialità, efficienza ed efficacia e devono rispondere alle esigenze dell'ente che assume;
  • Il processo deve essere rapido;
  • Si può ricorrere a sistemi automatici per fare preselezioni o selezioni su base territoriale;
  • L'assunzione a tempo determinato o indeterminato nelle pubbliche amministrazioni segue regole ben precise, definite dalle norme generali sull'organizzazione del lavoro pubblico;
  • Per i posti che richiedono solo il diploma di scuola obbligatoria, il reclutamento del personale avverrà tramite una selezione degli iscritti agli elenchi dei centri per l'impiego che hanno il titolo di studio necessario.

I nuovi requisiti per i concorsi pubblici

La riforma ha, altresì, portato nuove regole sui requisiti per partecipare ai concorsi pubblici, ad esempio adesso, per iscriversi a un concorso, è necessario:

  • Essere cittadini italiani o avere altri requisiti previsti per i cittadini stranieri, essere maggiorenni, avere pieni diritti civili e politici e l'idoneità fisica richiesta per il lavoro specifico;
  • Anche le persone riconosciute come rifugiati o che hanno diritto a protezione sussidiaria possono partecipare;
  • I cittadini dell'Unione Europea con diritto di soggiorno o permesso di lungo periodo possono iscriversi ai concorsi;
  • Non ci sono limiti di età per partecipare, a meno che non ci siano regolamenti specifici di alcune amministrazioni per esigenze particolari;
  • Le amministrazioni possono richiedere ai vincitori di sottoporsi a visite mediche.
Inoltre, è cambiato il modo in cui si pubblicizzano i concorsi, nell’ottica di semplificare le procedure, non è più necessario, infatti, pubblicare i bandi sulla Gazzetta Ufficiale, ma si useranno: il sito della pubblica amministrazione che organizza il concorso e il portale InPA; per partecipare ai concorsi pubblici occorreà registrarsi gratuitamente al portale InPA del Dipartimento della Funzione Pubblica.

Particolare focus è stato posto sulla parità di genere e sulle categorie protette, i bandi di concorso, infatti, dovranno indicare la percentuale di uomini e donne che lavorano nell'amministrazione e nel caso ci fosse una differenza maggiore del 30%, si darà la precedenza al genere meno rappresentato a parità di merito. Altra attenzione è stata riservata alle:

  • persone con disturbi di apprendimento: alle quali dovranno essere garantite misure adeguate per fare i test;
  • donne in gravidanza o in allattamento: le quali devono poter partecipare alle prove in tempi diversi e avere spazi dedicati all'allattamento.
Inoltre, le assenze per maternità, allattamento o paternità dovranno essere considerate come lavoro effettivo e non influiranno negativamente sui punteggi nei concorsi. Alcune modifiche riguardano anche le categorie con diritto a preferenza: ad esempio, i figli di medici, infermieri e operatori sanitari deceduti a causa del Covid-19 hanno un diritto di preferenza a parità di punteggio. Infine, è riscontrabile un particolare favore per coloro che hanno adempiuto al servizio civile nell'ambito delle riserve.

Le commissioni giudicatrici nei concorsi pubblici

Un tema ricorrente di disputa legale è la composizione delle commissioni giudicatrici.
La recente riforma dei concorsi pubblici ha introdotto una serie di modifiche volte a garantire una composizione eterogenea e qualificata delle commissioni esaminatrici. Dal testo della riforma si evince che le commissioni dovrebbero includere esperti in materia, selezionati tra i dipendenti pubblici, il corpo docente e professionisti esterni all'Amministrazione.

Le novità sono molteplici, tra cui:
  
  • La possibilità di arricchire le commissioni con esperti in psicologia e gestione delle risorse umane;
  • La facoltà delle commissioni di operare in remoto, sfruttando la tecnologia digitale;
  • L'applicazione del principio di parità di genere nella costituzione delle commissioni;
  • L'obbligo per le amministrazioni di pubblicare su InPa gli annunci per la selezione dei membri delle commissioni contestualmente all'annuncio del concorso;
  • L'espletamento delle prove scritte in forma digitale, garantendo l'inalterabilità dei documenti;
  • La possibilità, fino al termine del 2026, di limitare i concorsi ai soli esami scritti per determinate posizioni.
Le graduatorie dei concorsi pubblici hanno una validità biennale e si può impugnare la loro composizione non più basandosi sulla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ma seguendo l'annuncio sul portale InPa e sul sito dell'Amministrazione pertinente. Si nota inoltre che i candidati che rinunciano all'assunzione senza motivo valido decadono dalla graduatoria, limitando così la pratica dello scorrimento delle stesse.
Per le procedure di selezione pubblica, è stata introdotta una durata massima di sei mesi, con l'obbligo di giustificare eventuali ritardi con una relazione dettagliata all'ente competente.

Il Decreto Legge n. 44 del 22 aprile 2023 e la prima versione della norma "taglia idonei" hanno introdotto una riserva del 15% dei posti per i volontari del servizio civile universale, oltre a mantenere le riserve previste da normative speciali e per le categorie protette.

Inoltre, il Decreto PA bis e la seconda versione della norma hanno introdotto eccezioni al limite del 20% per le graduatorie in specifici casi, tra cui concorsi per il personale educativo e scolastico, per gli enti locali con meno di venti posti o Comuni sotto i 3.000 abitanti e per assunzioni a tempo determinato.

CONCORSI PUBBLICI RIFORMA DEI CONCORSI PUBBLICI 2023
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