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Criptovalute: come si dichiarano?

Le criptovalute, nel corso degli ultimi dieci anni, hanno generato una rivoluzione finanziaria, portando con sé sfide normative e fiscali in risposta a una mancanza di regolamentazione specifica in Italia e nell'Unione Europea.

Le criptovalute, nel corso degli ultimi dieci anni, hanno generato una rivoluzione finanziaria, portando con sé sfide normative e fiscali in risposta a una mancanza di regolamentazione specifica in Italia e nell'Unione Europea. Nonostante la legge di bilancio 2023 abbia introdotto alcune norme sulla tassazione delle criptovalute, persistono lacune nel quadro normativo.

Criptovalute: è obbligatorio dichiararle?


La dichiarazione delle criptovalute si presenta come un compito complesso rispetto agli investimenti tradizionali. I possessori gestiscono portafogli su diverse blockchain, aprono account su piattaforme di scambio e possono addirittura possedere carte di credito "crypto-backed". La rendicontazione di numerose transazioni provenienti da diverse fonti risulta quindi ardua, con il contribuente che porta direttamente il peso della responsabilità della dichiarazione.

La mancata dichiarazione delle criptovalute comporta gravi conseguenze dal punto di vista fiscale. Le normative fiscali italiane, sempre più attente a questo settore in rapida evoluzione, prevedono sanzioni significative per chi non rispetta l'obbligo di dichiarare i redditi derivanti dalle criptovalute. La legge di Bilancio 2023 ha introdotto un'opportunità di emersione delle criptovalute, dando ai contribuenti la possibilità di regolarizzare la propria situazione entro il 30 novembre 2023.

Cosa dice la Legge? 

Prima dell'intervento legislativo, le criptovalute mancavano di una definizione specifica, lasciando spazio a interpretazioni da parte degli esperti e dell'Agenzia delle entrate. Quest'ultima considerava le valute virtuali come valute estere nella dichiarazione dei redditi, risultando paradossale data la natura decentralizzata delle criptovalute e il loro frequente utilizzo speculativo.

La legge di Bilancio 2023 ha introdotto una tassazione specifica per le plusvalenze e le minusvalenze delle criptovalute. Le plusvalenze sono soggette a tassazione se superano i 2000 euro, con un'aliquota del 26% e un'imposta di bollo annuale pari al 2 per mille. La normativa permette anche ai contribuenti di regolarizzare la loro situazione fiscale per il periodo 2016-2021 attraverso l'istanza di emersione delle criptovalute.

Tutte le persone fisiche devono inserire le criptovalute nella dichiarazione dei redditi, utilizzando i quadri RT e RW. Il quadro RW è dedicato ai redditi stranieri, comprese le cripto-attività conservate in wallet esteri o italiani, mentre il quadro RT riguarda le plusvalenze ottenute tramite attività di trading con le criptovalute. È importante notare che l'obbligo dichiarativo non implica automaticamente il pagamento delle tasse, ma è utile ai fini dell'antiriciclaggio.

La legge ha inoltre istituito una sanatoria per regolarizzare gli anni precedenti, richiedendo il pagamento di una mora e consentendo la rivalutazione delle criptovalute al valore del 1° gennaio 2023.


In conclusione, l'inclusione delle criptovalute nel panorama fiscale rappresenta un passo significativo verso la regolamentazione di un settore in costante espansione. Nonostante i progressi introdotti dalla legge di bilancio 2023, è necessario un impegno continuo per colmare le lacune rimanenti e adattare la normativa alle dinamiche mutevoli delle criptovalute. La collaborazione tra istituzioni, esperti del settore e operatori finanziari sarà fondamentale per garantire un futuro equo e trasparente nell'utilizzo delle criptovalute nel contesto finanziario globale.

CRIPTOVALUTE
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