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Cyberstalking: cos'è e come tutelarsi

Con l’avvento e lo sviluppo dei social media e di tutte le varie tipologie di comunicazione digitale, si è assistito al manifestarsi parallelo di nuove forme di violenza: dal solo stalking si è aggiunto il cyberstalking, vediamo insieme che cos'è e come proteggersi.

Il mondo digitale ha cambiato radicalmente il modo in cui parliamo di noi stessi. Siamo portati a raccontare molto di più i nostri fatti personali e, spesso, utilizzando la geo-localizzazione, facciamo sapere in tempo reale dove siamo. Essendo la socialità digitale una parte ormai così integrata nella nostra realtà, non ci accorgiamo che le informazioni che condividiamo sulla nostra vita, a volte, sono un facile appiglio per gli attacchi di chiunque sia intenzionato a molestarci, spiarci o infastidirci.

​Differenza tra stalking e cyberstalking

Lo stalking è un reato punito dall'art. 612 c.p. che consiste nell'attuazione di atteggiamenti persecutori ripetuti che incidono sulle abitudini di vita della vittima o generano un grave stato di ansia e di paura

Il termine proviene dal verbo inglese "to stalk" che significa "inseguire con insistenza, perseguitare" ed è un vocabolo proprio della caccia e dell’appostamento, di quell’avvicinarsi di soppiatto tipico del cacciatore con la sua preda.

Lo stalking è una realtà in costante crescita, la cui condotta generalmente si concretizza in comportamenti reiterati come, per esempio, comportamenti invadenti, di intromissione, con pretesa di controllo, che possono sfociare in minacce, pedinamenti ossessivi e perfino atti vandalici e aggressioni fisiche. Lo stalker spesso pedina la vittima fino ad arrivare nei pressi della sua abitazione o del luogo di lavoro, ossessionandola con la propria presenza fino a generarle uno stato continuo di insicurezza e paura.

Con il cyberstalking si parla sempre di stalking, ma il mezzo utilizzato per perseguitare la vittima è la rete internet con tutti gli strumenti del caso: mail, social network, messaggi ecc. Esso rientra tra le condotte di cyber violenza.

Il computer trasmette un senso di falsa sicurezza: lo usiamo da casa o nei luoghi a noi familiari e ci sentiamo protetti perchè davanti a noi non vi è nessuna minaccia diretta, vi è soltanto uno schermo. Ma molto spesso la rete è un luogo più pericoloso di quanto si pensi.

Il cyber stalker approfitta, infatti, dell’effetto di risonanza offerto dal web per denigrare e tormentare la vittima. I comportamenti del cyberstalker nei confronti della sua "preda" vanno da un tracciamento ossessivo della sua attività online o un monitoraggio di dati personali e privati a pedinamenti, molestie, minacce e altre azioni finalizzate ad ottenere un controllo sulla vittima.

I mezzi del cyberstalker spesso sono Whatsapp, Facebook, Telegram, Instagram, e-mail, SMS, ecc.
Talvolta vengono addirittura utilizzati degli strumenti sofisticati come gli "stalkerware", ossia software impiegati per spiare qualcuno attraverso il suo dispositivo, senza il consenso dello stesso, accedendo da remoto al suo smartphone, controllandone email, messaggi, foto, cronologia, attività sui social e spostamenti (tracciati dal GPS).

La condotta dello stalker (offese, minacce, insulti, ricatti, etc.), può minare gravemente il benessere psicologico della vittima, anche quando colui che attua il cyberstalking esiste "soltanto" nella realtà virtuale, le ripercussioni delle sue azioni sono, però, reali. 

L’assenza “fisica” della vittima in alcuni casi è addirittura un fattore tale da aumentare la spregiudicatezza dell’attacco molesto, incentivato dal fatto di non doversi confrontare con il contatto diretto con l'altro. L’ossessione, infatti, può manifestarsi anche nei confronti di una persona che si conosce solo virtualmente: un fenomeno del tutto nuovo rispetto allo stalking tradizionale che colpisce invece persone note, in particolare nell’ambito familiare e affettivo.

​Cyberstalking: cosa dice la legge

In Italia, il cyberstalking è un reato facente parte degli "Atti persecutori" ed è regolato dall'art. 612-bis c.p, introdotto con la L. n. 39 del 23 aprile 2009. Secondo una sentenza della Suprema Corte, "le vessazioni perpetuate nel mondo virtuale del Web devono ritenersi penalmente rilevanti in egual misura a quelle nel mondo reale".

La norma è stata, successivamente, modificata dal d.l. 93 del 2013, che ha segnato il riconoscimento formale del cyberstalking nel nostro ordinamento, configurandolo, al comma 2, come una circostanza aggravante del delitto di atti persecutori comunemente inteso: infatti, l'attuazione del fatto mediante l’utilizzo di strumenti informatici o telematici (es. invio di sms, e-mail, diffusione di video o immagini su internet) comporta un aumento di pena.

Successivamente, con la L. 69 del 2019 (Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni riguardanti la tutela delle vittime di violenza domestica e di genere), è stato aggravato il trattamento sanzionatorio.​


Cyberstalking: sanzioni

Le pene per il cyberstalking sono di fatto uguali alle pene per lo stalking. Per il reato di quest'ultimo, l’art. 612-bis c.p. prevede una pena da sei mesi a cinque anni, previa querela della vittima.
Inoltre, "la pena è aumentata se il fatto è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa”, o, se il fatto è commesso a danno di un minore, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità, la sanzione può aumentare fino alla metà, come presenta l’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104
Vi sono poi tutta una serie di aggravanti che possono presentarsi e, l'utilizzo di strumenti telematici per condurre la persecuzione è uno di questi.

Cyberstalking: come proteggersi

Un ottimo trucco per iniziare è cercare il proprio nome su Google e scoprire quali informazioni un potenziale cyberstalker potrebbe trovare online sul nostro conto. Può sorprendere, quanto è facile trovare qualcuno. Per non parlare del recuperare l'indirizzo di casa, il numero di telefono e altri dettagli personali.
In più si possono effettuare altre azioni per provare a liberarsi del proprio cyberstalker:
  • Dite chiaramente a chi sta commettendo cyberstalking nei vostri confronti, il vostro volere di non essere più contattati. Mettetelo per iscritto e avvisateli che se la cosa continua ad andare avanti, vi rivolgerete alle autorità. Una volta comunicato questo avviso, non partecipate più alla conversazione.
  • Se continuano, andate alla polizia. L'autorità competente in questione è la Polizia Postale.
  • Se pensate che qualcuno vi stia tenendo d'occhio con uno stalkerware, non utilizzate il vostro computer o telefono per chiedere aiuto ma fatevi prestare quello di un parente o amico.
  • Fate controllare il vostro computer o telefono da un professionista che riesca a individuare uno stalkerware o altre tracce di account compromessi.
  • Modificate le vostre password.
  • Se avete ricevuto e-mail di minacce o abusi, potete individuare l'Internet provider del cyberstalker, visualizzandolo nella parte che compone l'indirizzo e-mail dopo la @. Contattate abuse@nomedominio o postmaster@nomedominio. La maggior parte dei provider prende molto seriamente il cyberstalking. Se lo stalker usa Gmail, potete utilizzare il meccanismo di segnalazione all'indirizzo https://support.google.com/mail/contact/abuse.


Fonti:

  • Art. 612 c.p.
  • Art. 612-bis c.p.
  • L. n. 39 del 23 aprile 2009
  • D.l. 93 del 2013
  • L. 69 del 2019


CYBERSTALKING STALKING ATTI PERSECUTORI
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