Per avere diritto alla disoccupazione è necessario uno stato di disoccupazione involontario, ma la legge non è sempre chiara.
Molte volte ci si chiede se un lavoratore abbia o meno diritto alla disoccupazione ed il dubbio, in alcuni casi, resta. Questo, purtroppo, avviene anche - ma non solo - perché in molti casi la legge non è chiara ed a volte risulta essere paradossale.
La legge, infatti, specifica che per avere diritto all’indennità di disoccupazione si deve venire a creare uno stato di disoccupazione involontario. In questo modo, però, spetta anche a chi si fa licenziare per gravi motivi mentre non spetta a chi è costretto a dimettersi per gravi motivi di salute.
A chi spetta la Naspi
L’assegno di disoccupazione dell’INPS, oggi Naspi, dunque, spetta a chi viene licenziato o a chi è costretto a dare le proprie dimissioni per mobbing, mancato versamento degli stipendi, trasferimento illegittimo e molto altro. Spetta, però, anche a chi viene licenziato per motivi disciplinari.
Tra gli esempi che più possono dare fastidio alla collettività troviamo chi si finge malato ed una volta scoperto viene licenziato, chi sfrutta i permessi della Legge 104 per causa non corretta e molto altro ancora.
Naspi e malattie invalidanti
Il lavoratore che di colpo si trovi a doversi licenziare per una sopraggiunta malattia invalidante non può percepire la Naspi o disoccupazione perché - come dice la legge - il licenziamento deve provenire dall’azienda e non dal lavoratore. Purtroppo questo diritto è stato sancito più volte dalla Cassazione anche se, in un passato molto recente, si è stabilito anche il contrario. Secondo una sentenza del 2015, infatti, le dimissioni per motivi di salute sono da considerarsi tali e quali a quelle per giusta causa e, di conseguenza, il lavoratore ha diritto alla Naspi.
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