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Business Immigration: cos'è e chi riguarda

Con l'evoluzione della società cambiano molteplici aspetti, a partire dalla globalizzazione, ad esempio, che ha aperto le porte delle frontiere rendendo "più vicini" paesi fisicamente anche molto lontani. La globalizzazione, però, non influisce solo su mode, cibi, tendenze o culture, ma anche sull'aspetto lavoro, come?

Con l'evoluzione della società cambiano molteplici aspetti, a partire dalla globalizzazione, ad esempio, che ha aperto le porte delle frontiere rendendo "più vicini" Paesi fisicamente anche molto lontani. La globalizzazione, ma anche questa apertura da e verso i paesi però, non ha influito solo su mode, cibi, tendenze o culture, ma anche sull'aspetto lavoro, come? Scopriamolo insieme.

Corporate immigration e global mobility

Esistono diversi casi per i quali un professionista si trovi a trasferirsi in Europa per motivi lavorativi. La scelta può essere dello stesso, che decide di affrontare delle sfide personali e professionali affacciandosi a nuove realtà occupazionali, ma può anche dipendere da un'esigenza aziendale. 

Un'impresa estera, ad esempio, può avere delle sedi in Europa e richiedere la presenza in loco di uno (o più) specifico professionista, per impiegarlo in progetti formativi o di supervisione; ma anche un'impresa europea può avere la necessità di acquisire un lavoratore qualificato per determinati incarichi. Insomma, di casistiche ce ne possono essere a iosa. In questo caso si parla di immigrazione, ma corporate o business immigration, oltre che di global mobility.

Per effettuare l'ingresso in uno Stato membro dell'UE è necessario dotare il lavoratore di un particolare permesso di soggiorno - denominato Carta Blu UE (ex art 27 T.U. Immigrazione) - della durata di 2 anni, nel caso di un impiego a tempo indeterminato, mentre avrà valenza di 3 mesi oltre la scadenza del contratto di lavoro nel caso di un'occupazione a tempo determinato, ciò per consentire al lavoratore di cercare un nuovo impiego.

I lavoratori della business immigration

Non a tutti i lavoratori è concessa la possibilità di avvalersi della business immigration, abbiamo parlato di professionisti, ma è necessario entrare nello specifico indicando di quali tipologie di professionalità stiamo parlando.

La mobilità estera è prevista per professionisti "altamente qualificati", ma quali sono? Per quanto riguarda l'Italia, sono soggetti che, in patria, devono aver portato a termine un percorso di istruzione superiore di almeno 3 anni ed anche aver conseguito una qualifica professionale che rientri neli livelli 1, 2 e 3 della classificazione Istat delle professioni. Anche la retribuzione del lavoratore è un requisito fondamentale per l'ottenimento del permesso di lungo soggiorno per motivi lavorativi, la RAL infatti, non deve essere inferiore a 25 mila euro.

Sono diversi i macro-gruppi che comprendono questa tipologia di professionisti della business immigration, di seguito l'elenco della unità professionali di Istat:

  • ​Legislatori, imprenditori e alta dirigenza;
  • Professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione;
  • Professioni tecniche;
  • Esecutivi nel lavoro d'ufficio;
  • Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi;
  • Artigiani, operai specializzati e agricoltori;
  • Conduttori di impianti, operai di macchinari fissi e mobili e conducenti di veicoli;
  • Professioni non qualificate;
  • Forze Armate.

Inoltre, nello specifico caso dell'Italia, è il Ministero dell'Interno che disciplina il riconoscimento delle qualifiche professionali ottenute all'estero, indicando che:

  • ​Per chi svolge una professione regolamentata in Italia deve richiederne il riconoscimento alle autorità dedicate indicate negli articoli 16 e 17 del Decreto legislativo 6 novembre 2007, n.206; suddette autorità potranno rispondere entro 30 giorni dal ricevimento della domanda;
  • Per chi svolge una professione non regolamentata in Italia, dovrà essere il datore di lavoro a inoltrare specifica richiesta al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Italia e business immigration

Abbiamo visto come nel belpaese sia concesso l'ingresso a lavoratori stranieri attraverso uno speciale permesso di soggiorno elettronico che risponde al nome di Carta Blu UE. Questo documento, oltre a fornire la possibilità di soggiornare per lungo tempo per ragioni lavorative, consente al lavoratore anche di accedere a una serie di vantaggi:

  • ​Richiedere il ricongiungimento familiare;
  • Usufruire della parità di trattamento per quanto riguarda le condizioni di lavoro, istruzione, formazione professionale, sicurezza e assistenza sociale, accesso a beni e servizi incluso l'alloggio;
  • Richiedere la cittadinanza italiana dopo 10 anni di residenza legale in Italia;
  • Accedere al servizio sanitario nazionale;
  • recarsi in uno Stato dell’UE diverso dal quello in cui si risiede: solo dopo che siano trascorsi 18 mesi di soggiorno legale nel primo Stato membro in cui l'expat ha ottenuto il rilascio del permesso di soggiorno; ad ogni modo, anche questo spostamento è assoggettato allo svolgimento di un’attività lavorativa altamente qualificata; Viceversa per l'ingresso in Italia, in questo caso, entro un mese dall'accesso del professionista il datore di lavoro dovrà presentare una domanda di nulla osta al lavoro.

Ulteriore particolarità di questo permesso di business immigration è rappresentata dal fatto che non occorre rispettare il decreto sui flussi di lavoro determinati dalle "quote ingresso", ma consente l'ingresso nel Paese, solo ed esclusivamente sulla base delle esigenze aziendali.


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