La capacità giuridica e la capacità di agire non vanno confuse: la prima, infatti, si acquisisce con la nascita, la seconda, invece, si acquisisce con il raggiungimento della maggiore età.
La capacità di agire è diversa dalla capacità giuridica. Quest'ultima è la capacità di essere titolari di diritti e doveri, mentre la prima consente di esercitare i propri diritti e assumere doveri.
La capacità di agire è l'attitudine del soggetto a compiere atti giuridici attraverso i quali acquista diritti ed assume doveri, il tutto dopo il compimento del diciottesimo anno di età.
La capacità di agire viene definita dall'art. 2 del Codice Civile come attitudine a compiere manifestazioni di volontà che siano adatte a modificare la propria situazione giuridica.
Il possesso della capacità di agire consente al soggetto di disporre dei propri diritti, ad esempio vendendo beni del proprio patrimonio o stipulando contratti con i quali assume obbligazioni.
La capacità di agire si fonda su tre presupposti:
Alcune persone (minorenni, malati di mente etc.) si trovano in uno stato di incapacità più o meno grave per il quale:
La capacità di agire si acquista con la maggiore età. Prima del raggiungimento della maggiore età, il minore è rappresentato dai genitori che ne amministrano i beni e rispondono degli atti illeciti compiuti nei confronti di terzi.
In materia di rapporti di lavoro, la capacità di agire si acquista a 15 anni, purché non si tratti di lavori pesanti.
La perdita della capacità di agire avviene:
Accanto alla perdita totale della capacità di agire ci sono situazioni nelle quali essa viene limitata e sono i casi di inabilitazione e di amministrazione di sostegno.
La capacità giuridica è l'attitudine del soggetto ad essere titolare di diritti e doveri, si acquista alla nascita e si perde con la morte. Ogni persona possiede perciò tale capacità per il solo fatto di esistere, a prescindere dalla durata della sua esistenza.
La nozione di capacità giuridica nasce dall'elaborazione della dottrina che, superando la concezione giusnaturalistica dell'esistenza di un diritto originario della persona, considera la titolarità dei diritti come una concessione dell'ordinamento, al ricorrere di una certa situazione di fatto.
Riconoscere la capacità giuridica per il solo fatto della nascita sta alla base dell'affermazione del principio costituzionale di uguaglianza (art. 3 Cost.) nella titolarità dei diritti e delle libertà fondamentali della persona, allo scopo di assicurare lo svolgimento della sua personalità nelle formazioni sociali. Il riconoscimento della capacità giuridica, in egual modo all'uomo e alla donna, è affermato dalla Convenzione di New York del 1979, che sancisce la nullità di tutti i contratti che limitano la capacità giuridica della donna.
La perdita della capacità giuridica si verifica alla morte fisica del soggetto. La legge individua il momento della morte fisica nella cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell'encefalo, a prescindere quindi dal perdurare della funzione circolatoria e respiratoria che può essere indotta dalle tecniche di rianimazione. La questione dell'individuazione esatta del momento della perdita della capacità giuridica per causa di morte si è resa indispensabile, ad esempio, per stabilire quando è possibile procedere all'espianto di organi e tessuti.
Dal momento della morte della persona, tutti i diritti e doveri della stessa si trasferiscono in capo agli eredi.
La capacità giuridica è una condizione imprescindibile di ogni persona. Alla persona fisica sono riconosciuti, per il solo fatto della nascita, determinati status (come la cittadinanza ad esempio), dai quali discendono diritti ed obblighi. Inoltre, ogni persona fisica diventa titolare, con la nascita, dei diritti della personalità, definiti come diritti assoluti ed inalienabili (ad esempio il diritto alla vita, al nome, all'onore etc.).
Anche le persone giuridiche (vale a dire a quella combinazione tra un insieme di persone e un'organizzazione di beni) è riconosciuta la capacità giuridica in vista della realizzazione del proprio scopo, purché sia lecito. La capacità giuridica delle persone giuridiche è ovviamente più limitata rispetto a quella delle persone fisiche. Nonostante non possano essere titolari di diritti della personalità posti a tutela esclusiva della persona umana, è loro riconosciuta una personalità morale, attraverso ad esempio la tutela del nome o dell'immagine.
In ordine alla capacità giuridica il codice civile distingue tra enti pubblici e persone giuridiche private.
Per comprendere la differenza basti pensare al fatto che un bambino, che ha la capacità giuridica, può essere destinatario di un'eredità, ma non può disporre in modo autonomo dei beni dell'eredità ricevuta, ad esempio alienandoli.
La capacità giuridica si acquista con la nascita, non soffre attenuazioni e viene riconosciuta in egual modo a tutte le persone, mentre la capacità di agire può diminuire o essere perduta totalmente durante il corso della vita, nei casi di incapacità parziale o totale di agire.
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