Il demansionamento rappresenta una delle problematiche più delicate nel rapporto di lavoro, in grado di incidere profondamente sulla dignità professionale del lavoratore e sulla sua crescita professionale.
Comprendere quando questa pratica diventa illegittima e come reagire è fondamentale per tutelare i propri diritti.
Il demansionamento consiste nell'assegnazione al lavoratore di mansioni inferiori rispetto a quelle previste dal contratto di lavoro o abitualmente svolte. Questa pratica comporta una riduzione del livello professionale e, spesso, delle responsabilità affidate al dipendente.
Dal punto di vista giuridico, il demansionamento è disciplinato dall'articolo 2103 del Codice Civile, che stabilisce il principio dell'immutabilità delle mansioni, e dall'articolo 13 del Decreto Legislativo 81/2015 (Jobs Act), che ha introdotto alcune modifiche significative alla materia.
La normativa distingue tra assegnazione di mansioni equivalenti, che è consentita, e assegnazione di mansioni inferiori, che è generalmente vietata salvo specifiche eccezioni.
Non tutti i casi di cambio di mansione costituiscono automaticamente una violazione. Alcune situazioni particolari, previste dalla normativa, possono rendere il demansionamento legittimo, vediamo quali:
In tutti questi casi, la variazione deve essere temporanea, giustificata e proporzionata.
Il demansionamento è illegittimo quando viene imposto unilateralmente dal datore di lavoro senza una valida giustificazione o senza il consenso del lavoratore. Alcuni esempi:
In questi casi, il lavoratore subisce un danno professionale e spesso anche psicologico.
È importante sottolineare che la valutazione dell'equivalenza delle mansioni non è solo formale (cioè, basata sull'inquadramento contrattuale), ma anche sostanziale, ovvero deve tenere conto della professionalità acquisita dal lavoratore.
Chi subisce un demansionamento ingiustificato può:
Il termine per agire è di 5 anni per la richiesta di risarcimento, ma è consigliabile muoversi il prima possibile per tutelare al meglio la propria posizione.
Se si ritiene di essere vittime di un demansionamento illegittimo, è fondamentale agire con tempestività e cognizione di causa. Ecco i passi da intraprendere:
Per prevenire situazioni di demansionamento illegittimo:
Contratto di lavoro chiaro: assicurarsi che il contratto di lavoro contenga una descrizione precisa delle mansioni e del livello di inquadramento può prevenire futuri contenziosi.
Formazione continua: mantenere aggiornate le proprie competenze professionali può ridurre il rischio di demansionamento per presunte carenze formative.
Rapporti costruttivi: mantenere rapporti professionali corretti con i superiori e i colleghi, pur non rinunciando ai propri diritti, può contribuire a prevenire situazioni conflittuali.
Consulenza legale preventiva: in caso di dubbi o primi segnali di un possibile demansionamento, consultare un avvocato specializzato in diritto del lavoro può aiutare a valutare la situazione e pianificare la strategia più appropriata.
Il demansionamento, quando non giustificato da reali esigenze aziendali o da un accordo legittimo, costituisce una violazione dei diritti del lavoratore. È importante conoscerne i limiti legali e sapere come agire per far valere le proprie tutele. La tempestività e la corretta documentazione degli eventi sono essenziali per far valere i propri diritti in sede giudiziaria o extragiudiziaria.
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