La figura tipica della garanzia personale è la fideiussione, appunto, così come definita dall'art. 1936 del Codice Civile. E' un contratto con il quale un soggetto - o fideiussore - garantisce l'adempimento di un'obbligazione altrui impegnandosi in prima persona verso il creditore. Per meglio dire, come ha stabilito la Cassazione con la sentenza n. 12279 del 5 luglio 2004, il contratto di fideiussione è un accordo stipulato fra creditore e fideiussore rispetto al quale il debitore è terzo - garantisce l'adempimento dell'obbligazione altrui attraverso la personale obbligazione del fideiussore verso il creditore.
Fideiussione: che cos'è?
La fideiussione è un contratto mediante il quale il fideiussore garantisce un debito contratto da qualcun altro nei confronti di un creditore. La fideiussione, quindi, non è altro che una forma di garanzia. Se a prestare la garanzia è una banca allora si parla di fideiussione bancaria.
In Italia, la fideiussione è disciplinata dal codice civile ed in particolare dall'art. 1936. Secondo quanto previsto dalla nostra legge, il fideiussore è un soggetto che "obbligandosi personalmente verso il creditore garantisce appieno l'adempimento di un'obbligazione di altrui". Il codice vede la fideiussione come una promessa unilaterale tanto che questa è valida anche se il debitore non ne è a conoscenza.
I soggetti che intervengono all'interno di una fideiussione sono sostanzialmente 3:
- il fideiussore ovvero il garante,che in alcuni casi specifici può essere un istituto di credito;
- il debitore;
- il creditore.
Come detto in precedenza, il debitore potrebbe non essere a conoscenza della garanzia prestata dal fideiussore ma la stessa fideiussione sarebbe comunque valida.
Il fideiussore e il debitore
Il fideiussore può essere una persona fisica o una persona giuridica che offre una sicurezza ulteriore al creditore che, con il fideiussore, si assicura che il suo credito sia soddisfatto anche nel caso in cui vi sia un inadempimento da parte del debitore. E la legge non richiede caratteristiche particolari per il garante a parte ciò che è contenuto nell'art. 1943 del Codice Civile.
Il rapporto di fideiussione che si crea fra fideiussore e creditore è diverso dal rapporto che invece c'è normalmente fra debitore e fideiussore: il debitore, infatti, resta al di fuori della fideiussione che resta efficace anche se questi non ne sia a conoscenza o anche se questi è contrario alla fideiussione stessa.
Oggetto e forma della fideiussione
Ma che cosa ha come oggetto una fideiussione? Che cosa il debitore può garantire al creditore grazie all'intervento del fideiussore? Normalmente è oggetto di fideiussione un debito di natura pecuniaria ovvero legata al denaro; anche però le cose fungibili o di fare possono essere oggetto di fideiussione.
La fideiussione può essere prestata per le obbligazioni che sono sottoposte da condizione ed anche per obbligazioni future ma, in questo ultimo caso, deve essere previsto - a priori - un importo massimo garantito.
La forma della fideiussione è a forma libera ovvero, per legge, non è richiesta - per la sua validità - né la forma scritta, né l'utilizzazione di formule preordinate così come stabilito dal Tribunale di Cagliari il 23 ottobre del 2001 ed anche la Cassazione l'8 marzo del 2002 con la sentenza n. 3429 e n. 11727 del 24 giugno 2004). L'art. 1937 del Codice Civile stabilisce, solamente, che la fideiussione o meglio la volontà di prestare fideiussione deve essere chiaramente espressa.
Anche per quel che concerne i mezzi di prova ed i limiti legali atti a dimostrare la sussistenza della fideiussione, non ci sono limiti: sono ammesse, infatti, sia la prova che scritta che la semplice presunzione.
Limite minimo e massimo della fideiussione
Anche in merito ai limiti della fideiussione, il Codice Civile non prevede un minimo ma prevede, però, un massimo: la fideiussione non può essere maggiore di ciò che è dovuto al creditore e non può essere prestata ad una condizione più onerosa rispetto all'obbligazione del debitore.
Se ciò accadesse, la fideiussione sarebbe ritenuta valida solamente per la parte onerosa che corrisponde al debito del debitore e sarà ritenuta nulla per la parte eccedente. Il fideiussore potrà opporsi, tra l'altro, alla richiesta di adempimento solamente in caso di mancata esecuzione sia parziale che totale della controprestazione, nullità dell'obbligazione garantita o nullità del contratto di fideiussione stessa.
Quando cessa una fideiussione
Il contratto di fideiussione può estinguersi, oltre che per le normali cause generali previste da qualsiasi tipo di contratto, anche per alcune clausole speciali. Vediamo, nello specifico, sia i casi di estinzione per cause generali che per clausole speciali. Ecco i casi generali per i quali la fideiussione si estingue:
- adempimento;
- confusione;
- novazione;
- compensazione;
- remissione;
- prescrizione
Per ciò che riguarda le cause speciali, invece, basti dire che le cause speciali per l'estinzione di una fideiussione che sono disciplinate dagli art. 1955 e 1957 del Codice Civile:
- estinzione per fatto del creditore;
- estinzione per obbligazione futura;
- estinzione per scadenza dell'obbligazione principale
In materia di fideiussione c'è poi tutto il capitolo - specifico - della fideiussione bancaria ed i suoi funzionamenti. La fideiussione è un contratto particolare che viene regolamentato da leggi specifiche e molto chiare. Ogni qualvolta si voglia ricorrere ad un fideiussore per garantire al creditore il proprio debito, è sempre meglio rivolgersi ad un avvocato specializzato in modo da conoscere - perfettamente e senza mezzi termini - cosa conviene fare e soprattutto capire esattamente cosa si obbliga a fare il fideiussore e quali gli obblighi del debitore stesso.
