Controlli della Finanza e dell'Agenzia delle Entrate: come evitare i controlli per i contanti versati in banca.
I tempi in cui i più facoltosi riuscivano a raccimolare un po' di bigliettoni sotto il materasso sono quasi spariti e questo soprattutto perché l'uso del contante è sempre meno facile viste le leggi che vanno verso una digitalizzazione dei pagamenti attraverso l'uso di carte, bancomat e quant'altro. Insomma, ritrovarsi in casa somme come tre o quattro mila euro o addirittura molti di più non è più così semplice come invece lo era sicuramente un tempo. Ma se qualcuno disponesse di queste somme di denaro in casa, come potrebbe trasportare in banca i soldi senza avere la paura di controlli fiscali dall'Agenzia delle Entrate o dalla Guardia di Finanza? Esistono leggi specifiche che limitao il versamento di contati sui conti correnti? Vediamolo per avere un'idea più chiara di come gli addetti ai lavori vanno a scovare possibili evasori fiscali o denaro riciclato.
L'attuale normativa prevede che tutti i passaggi di denaro, tra persone diverse, al di sopra dei 2999,99 euro debbano essere tracciati attraverso pagamenti con bonifici, assegni, carte dei credito o di debito. Dai 3000 euro in su, dunque, tutti i pagamenti devono avvenire attraverso pagamenti che siano legamente tracciabili da Agenzia delle Entrate o altre istituzioni o forze dell'ordine che abbiano interesse nel controllare questi movimenti.
Fra circa 6 mesi, la soglia dei pagamenti in contanti scenderà a 1999,99 euro e, pertanto, non sarà possibile fare pagamenti in contanti per movimenti oltre i 2000 euro. Dal 2022, poi, questo limite verrà ulteriormente abbassato a 1000 euro. Anche dividendo questo pagamento in in trance più basse, non è possibile aggiare questa normativa in quanto solamente un contratto può non far sommare il denaro consegnato nelle singole trance. In caso di un contratto, con l'esplicita pattuizione di un pagamento dilazionato, si potrebbe pagare un importo che nel complesso va ad essere più alto rispetto al limite imposto per legge.
L'obiettivo di questa normativa non è solamente quella di evitare che denaro riciclato circoli ma anche - e forse soprattutto - l'evasione fiscale. Il limite dei pagamenti in contanti, infatti, non ricopre solamente l'ambito puro e semplice dei pagamenti ma anche finanziamenti e donazioni ovvero i soldi ricevuti in regalo.
L'unico caso in cui non bisogna attenersi a questa regola è per i depositi bancari: in pratica quando si versa o si preleva dal proprio conto corrente non esiste questo limite. In questo infatti, la banca è custode del denaro che, ovviamente, resta di proprietà di chi ha effettuato il versamento. In questo caso, dunque, non c'è un trasferimento di denaro ma solamente il passaggio di custodia dal proprietario all'istituto bancario.
Questo, però, non vuol dire che non ci siano rischi diversi per un eventuale controllo dalle autorità preposte: insomma, versare o prelevare denaro con somme al di sopra del limite dei 2999,99 euro non è vincolante, ma non assicura dal rischio che qualche autorità possa fare dei controlli. Ci sono, infatti, alcuni casi in cui il rischio è alto.
Esiste un Testo Unico sulle imposte sui redditi di cui bisogna tener conto nel momento in cui si effettuano versamenti sul proprio conto corrente bancario. E' il DPR 29/09/1973 n. 600 ed è una normativa molto odiata dai contribuenti, ma vediamo perché. Secondo l'articolo 32 di questo DPR, infatti, tutti i versamenti in banca o gli accrediti attraverso bonifico s'intendono come ricavi. Ricavi che, di fatto, devono poi essere riportati sulla propria dichiarazione dei redditi per essere poi tassati. Può capitare, però, che questo denaro sia del denaro già tassato alla fonte come, ad esempio, la vincita ad una lotteria o un risarcimento che è esentasse: in questo caso, il problema sta nel fatto che il contribuente deve essere in grado di dimostrare la provenienza di quel denaro. La prova, ovviamente, deve essere rigoramente scritta con tanto di data. In caso di mancanza di questa prova, quella somma di denaro verrà nuovamente tassata ed il contribuente saà sanzionato per presunta evasione fiscale.
Ogni volta che si effettua un versamento sul conto corrente, dunque, è meglio possedere un documento scritto e datato che dimostri la provenienza di quel denaro poiché, se ciò non esiste, si rischia un accertamento fiscale. E' ovvio che l'AE non ha interesse nel movimento di picocle somme di denaro, ma un versamento costante di 600 euro, ad esempio, potrebbe attirare l'attenzione dell'Agenzia delle Entrate ed il contribuente potrebbe dunque essere chiamato a dimostrare la provenienza di quel denaro.
Ma a questo punto, come si può evitare il controllo dell'Agenzia delle Entrate o della Finanza per versare delle somme di denaro in banca? Come si fa ad evitare di essere accertati magari per del denaro realmente messo tempo prima sotto il materasso? Ci sono diversi modi per aggirare il problema.
Il primo fra tutti è quello di effettuare piccoli versamenti distanziati l'uno dall'altro da almeno un mesetto. In questo modo, essendo le cifre molto basse, saranno meno soggette ad essere registrate e riconosciute come sospette ed attireranno meno l'attenzione del fisco.
La seconda soluzione è utilizzata molto e soprattutto per cifre di rilievo. E' l'uso delle cassette di sicurezza. In questo caso, infatti, il fisco nonè in grado di sapere cosa è contenuto all'interno della cassetta anche se è informato del contratto fra contribuente e banca per l'apertura della cassetta. E' da dire che la Finanza può chiedere, in caso id controllo, di aprire la cassetta di sicurezza posseduta ma questa eventualità, di solito, è riservata ai grandi evasori.
Ma esiste, dunque, un metodo per spostare denaro senza essere scoperti o finire sotto l'occhiodel fisco? Il metodo migliore è quello di effettuare acquisti senza fattura ovvero tramite il classico scontrino di ricevuta fiscale: supermercati, negozi, acquisto di gioielli sono tutti metodi per spendere denaro senza allertare l'AE. In questo modo, dunque, l'allerta del fisco è sicuramente minore.
Ci sono invece degli acquisti che vengono comunque registrati. In questo caso, il rischio di accertamento potrebbe arrivare dal redditometro: come si fa ad avere una macchina di lusso dichiarando di guadagnare 8000 euro lordi l'anno? Questo esempio potrebbe far drizzare le orecchie al fisco e far scattare inevitabili controlli.
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