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Separazione: quando il coniuge è senza reddito

Il matrimonio tra te e tua moglie o tuo marito sta precipitando, ed è il momento di iniziare a pensare a quali potrebbero essere le conseguenze economiche della scelta della separazione: il coniuge però è senza reddito e non ha quindi un lavoro?


Quando si decide di separarsi dal coniuge una delle prime preoccupazioni è: se mio marito e/o mia moglie non lavora e non ha un reddito, dovrò versare un assegno di mantenimento.

Innanzitutto è bene precisare che l’assegno di mantenimento che viene eventualmente riconosciuto all’ex coniuge in sede di separazione personale dei coniugi, ha una funzione ben diversa dall’assegno divorzile che si ha in caso di cessazione degli effetti civili del matrimonio (divorzio appunto). Per tal motivo anche i criteri di quantificazione dell’importo cambiano.

L’assegno di mantenimento, è dovuto se esiste una reale disuguaglianza economica tra i coniugi e, soprattutto se il coniuge che percepisce il reddito più basso, non è in grado di essere economicamente autosufficiente. Tuttavia questo requisito da solo (diseguaglianza di redditi con impossibilità a mantenersi economicamente) non è idoneo a far scattare l’obbligo di mantenimento di un coniuge economicamente forte a carico di quello più debole. Spetta sempre al Giudice entrare nel merito della controversia e, con gli elementi probatori forniti anche dalle parti, accertare se la differenza economica tra i coniugi sia dovuta alle scelte maturate di comune accordo da entrambi i coniugi durante il matrimonio e nella distribuzione dei ruoli, oppure no.

Questo perché potrebbe darsi che il coniuge economicamente debole, che vuole vedersi riconoscere l’assegno di mantenimento, durante la vita coniugale ha rinunciato alle personali aspettative di crescita professionale, per dedicarsi alla famiglia, alla casa e alla gestione dei figli e quindi ha maggiormente diritto a vedersi riconoscere l’assegno di mantenimento. In questo caso la debolezza economica del coniuge, non è generata da colpa, ma dalla decisione condivisa di fornire un contributo effettivo alla crescita della famiglia e dei figli.

Altro requisito che il Giudice considera è l’età del coniuge richiedente il mantenimento: minore sarà l’età del coniuge e maggiore sarà la possibilità di essere ricollocata nel mondo del lavoro, con conseguenze importanti per il riconoscimento del mantenimento.

La funzione dell’assegno divorzile invece non ha come obiettivo quello di far mantenere al coniuge economicamente più debole lo stesso tenore di vita che aveva durante il matrimonio, ma tende a garantire all’ex coniuge economicamente più debole l’essenziale per vivere.

La Cassazione è tornata sul tema diverse volte nel tempo, stabilendo di volta in volta dei parametri diversi per la determinazione dell’assegno di mantenimento rispetto a quello divorzile a favore del coniuge economicamente debole.

Le ultime sentenze della Cassazione (Cass. sent. n. 11504/17 del 10.05.2017 e Cass. sent. n. 18287/2018 dell’11.07.2018) hanno fatto luce su soprattutto relativamente ai parametri sui quali il Giudice deve attenersi per quantificare l'importo da versare all'ex coniuge. Proprio in prospettiva della diversa funzione che ha l’assegno di mantenimento rispetto a quello di divorzio gli importi possono mutare in maniera cospicua.

Separazione del coniuge senza reddito: in caso di separazione, in caso di divorzio

Alla luce della differente funzione che svolge l’assegno divorzile rispetto a quello di mantenimento, la sentenza della Cassazione n. 11504/2017 del 10 maggio 2017 ha stabilito che “per stabilire quale sia l’ammontare dell’assegno da erogare al coniuge non dovrà ritenersi, quale criterio determinativo, il tenore di vita di vita negli anni di matrimonio, ma bisognerà fare riferimento al nuovo parametro dell’indipendenza e dell’autosufficienza economica”, ovvero bisogna guardare alla natura assistenziale dell’assegno di divorzio. Oggi quindi per stabilire l’entità dell’assegno divorzile, non conta il tenore di vita avuto dagli ex coniugi in costanza di matrimonio- parametro tenuto in considerazione per il caso di separazione e quindi assegno di mantenimento, ma la natura e la finalità assistenziale dello stesso assegno divorzile.

Il giudice dovrà valutare l’indipendenza e l’autosufficienza economica del coniuge richiedente per stabilire il diritto o meno a percepire l’assegno di divorzio. A ciò si aggiunga che, secondo la Cassazione, l’ex coniuge dovrà trovarsi in una condizione di disagio economico involontario o comunque dovuto a ragioni oggettive e non soggettive, non avendo la possibilità di procurarsi i mezzi necessari per l’autonomia e l’indipendenza economica.


Separazione dal coniuge senza reddito: importo del mantenimento

I criteri sui quali il giudice si basa e dei quali tiene conto, sia in caso di separazione che di divorzio sono l'età dell'ex coniuge, le sue condizioni di salute, la durata del matrimonio e soprattutto delle ragioni che l'hanno spinta a non lavorare ed essere quindi senza alcun reddito, dipendendo economicamente dall'altro coniuge per la durata del matrimonio. 

Anche la durata del matrimonio è un elemento importante del quale il giudice tiene conto, perché presuppone che tanto sia stato più lungo, tanto più l'ex coniuge ha creato sia un affidamento sull'altro anche per il futuro, e quanta ricchezza il coniuge economicamente debole ha dato alla famiglia in termini di lavoro casalingo.

Il Giudice comunque sa bene che una donna giovane può  essere ancora competitiva nel mercato del lavoro, motivo per il quale non sempre avrà diritto ad un assegno di mantenimento: se il giudice lo concederà, sarà comunque molto basso rispetto ad una donna di una certa età, che fatica a trovare lavoro.

Sono molto frequenti ormai i casi in cui vengono del tutto negati gli assegni divorzili, soprattutto durante le rotture tra coppie giovani. 

In definitiva, per definire l'ammontare dell'assegno di mantenimento, nel caso di una separazione con dal coniuge senza reddito il giudice tiene conto che tanto più il coniuge senza reddito è giovane, tanto sarà capace di lavorare, tanto risulterà inferiore l'assegno di mantenimento, o addirittura inesistente. Eccezione si ha nel caso in cui il coniuge sarà capace di dimostrare concretamente di aver cercato a lungo un'occupazione e di non esser riuscito a trovare lavoro.
La soglia di età in media considerata da un giudice sono i cinquant'anni: questa è un'età limite sia dal punto di vista delle forze fisiche per lavorare, sia per il mercato del lavoro. In questi casi, è molto più probabile dover pagare un assegno di mantenimento, anche perché si presuppone che la scelta di non lavorare e rimanere a casa ad occuparsi di figli e faccende domestiche sia stata condivisa per anni con l'ex coniuge nel corso del periodo matrimoniale.
Esistono numerosi software online di calcolo dell'assegno di mantenimento, tuttavia non possono essere considerati attendibili. L’esame va condotto di volta in volta valutando la singola situazione. L’aspetto della cifra da destinare al coniuge senza reddito è quindi nelle mani del giudice, che possiede un’ampia forbice nella quale considererà il caso concreto.
In caso di divorzio la Cassazione ha stabilito inoltre che il Giudice nel valutare e quantificare l’eventuale assegno di divorzio, deve considerare tutti i redditi posseduti, mobiliari e immobiliari, le capacità e le possibilità di lavoro dell’ex coniuge e la eventuale disponibilità di una abitazione.
Quindi NO al matrimonio come "sistemazione definitiva": Sposarsi secondo la Corte è "atto di libertà e autoresponsabilità”.


Fonti normative

-Cass. sent. n. 11504/17 del 10.05.2017 

-Cass. sent. n. 18287/2018 dell’11.07.2018

SEPARAZIONI MANTENIMENTO DIVORZIO ASSEGNO DIVORZILE
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