L'avanzamento tecnologico ha trasformato radicalmente il modo in cui interagiamo, comunichiamo e, naturalmente, stringiamo accordi.
I contratti digitali e la firma elettronica sono ormai una realtà consolidata, ma la loro validità legale e i requisiti normativi spesso generano dubbi. Questa guida intende fare chiarezza su un tema cruciale per professionisti, aziende e privati cittadini.
Un contratto digitale, o contratto telematico, è un accordo stipulato tra due o più parti attraverso strumenti informatici e telematici. Nonostante la sua natura "virtuale", il contratto digitale possiede la medesima efficacia giuridica di un contratto tradizionale, purché rispetti determinati requisiti di forma e sostanza.
La caratteristica distintiva del contratto digitale risiede nella sua dematerializzazione. Non esiste un supporto cartaceo fisico, e l'accordo si perfeziona attraverso lo scambio di dati e informazioni digitali. Questo comporta numerosi vantaggi, tra cui:
I contratti digitali si distinguono, poi, in diverse categorie:
Uno degli elementi cardine per la validità di un contratto digitale è la firma elettronica. Non esiste un'unica tipologia di firma elettronica, ma diverse forme con differenti livelli di sicurezza e valore legale, definite principalmente dal Regolamento eIDAS (electronic IDentification, Authentication and trust Services) dell'Unione Europea.
Firma Elettronica Semplice (FES)
È la forma più basilare. Si tratta di dati in forma elettronica, allegati oppure connessi tramite associazione logica ad altri dati elettronici e utilizzati dal firmatario per firmare. Esempi comuni includono la digitazione di un nome alla fine di un'e-mail o la spunta di una casella "accetto i termini e le condizioni" su un sito web. La FES ha un valore legale limitato, e la sua efficacia probatoria è liberamente valutabile dal giudice caso per caso.
Firma Elettronica Avanzata (FEA)
È caratterizzata da un livello di sicurezza superiore. Deve essere connessa unicamente al firmatario, idonea a identificarlo, creata con mezzi sui quali il firmatario può mantenere un controllo esclusivo, e collegata ai dati a cui si riferisce in modo da consentire l'identificazione di ogni successiva modifica. Esempi includono firme grafometriche (apposte su tablet con pennino) o sistemi che utilizzano credenziali univoche. La FEA offre una maggiore garanzia di autenticità e integrità, ed è riconosciuta legalmente, anche se non ha la stessa efficacia della firma digitale.
Firma Elettronica Qualificata (FEQ) e Firma Digitale (FD)
Entrambe rappresentano il massimo livello di sicurezza e affidabilità. La FEQ è una firma elettronica avanzata creata da un dispositivo per la creazione di una firma elettronica qualificata e basata su un certificato qualificato per firme elettroniche. La firma digitale è una particolare tipologia di FEQ basata su un sistema di chiavi crittografiche asimmetriche (una pubblica e una privata) che consente di attestare con certezza l'autenticità, l'integrità e il non ripudio del documento.
Sia la FEQ che la FD godono di una presunzione legale di validità ed efficacia, equiparabile alla firma autografa apposta su carta. Questo significa che, salvo prova contraria, un documento firmato digitalmente o con firma qualificata è considerato valido e vincolante.
Vediamo adesso il panorama normativo di riferimento.
La normativa europea
Regolamento eIDAS - Electronic Identification, Authentication and Trust Services (Regolamento UE n. 910/2014): Questa normativa europea stabilisce un quadro comune per le interazioni elettroniche sicure tra cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. Definisce le diverse tipologie di firme elettroniche e ne garantisce il riconoscimento transfrontaliero.
E nell’ambito specifico della normativa italiana troviamo:
Affinché un contratto digitale sia valido legalmente è necessario che possieda le seguenti caratteristiche:
È fondamentale, per aziende e professionisti, affidarsi a prestatori di servizi fiduciari qualificati (Qualified Trust Service Providers - QTSP) riconosciuti dall'Unione Europea per l'emissione di certificati qualificati e la fornitura di servizi di firma elettronica qualificata e digitale.
Un aspetto spesso sottovalutato è la conservazione dei documenti informatici. Un contratto digitale, per mantenere la sua validità nel tempo e la sua opponibilità a terzi, deve essere conservato in conformità alle normative vigenti. Questo implica l'adozione di sistemi di conservazione sostitutiva che garantiscano l'autenticità, l'integrità, l'affidabilità, la leggibilità e la reperibilità dei documenti informatici nel tempo. La conservazione a norma assicura che il documento mantenga il suo valore probatorio anche a distanza di anni.
In primis, alcuni contratti non possono essere conclusi in forma digitale, come ad esempio: gli atti notarili, i contratti immobiliari e alcuni atti relativi al diritto di famiglia.
Anche la necessità di acquisire competenze specifiche per l'utilizzo degli strumenti digitali può rappresentare una barriera per alcune categorie di utenti.
Infine, parliamo dei rischi tecnologici, ossia possibili vulnerabilità informatiche, malfunzionamenti dei sistemi o perdita di dati.
In conclusione, i contratti digitali e la firma elettronica rappresentano una svolta epocale nella gestione delle transazioni legali. Offrono efficienza, rapidità e sicurezza, a condizione che se ne comprendano appieno i meccanismi e i requisiti normativi.
Adottare strumenti e processi conformi alla legge non è solo un obbligo, ma anche un'opportunità per ottimizzare le proprie attività e garantire la piena validità e opponibilità dei propri accordi nel mondo digitale.
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