La nostra vita è sempre più intessuta di interazioni digitali: account social, profili bancari online, caselle di posta elettronica, servizi di streaming, cloud con fotografie e documenti personali.
Ma cosa accade a questa "eredità digitale" quando veniamo a mancare? In un'epoca in cui gran parte della nostra esistenza si svolge anche online, la gestione dei beni e dei dati digitali post mortem rappresenta una nuova e complessa sfida legale e pratica. Ma di cosa parliamo esattamente quando ci riferiamo all’eredità digitale?
L'eredità digitale comprende tutti i beni, i diritti e gli interessi di una persona che esistono in formato digitale o sono accessibili attraverso piattaforme online. Questo patrimonio include account di posta elettronica, profili social media, foto e video archiviati nel cloud, documenti digitali, criptovalute, NFT, abbonamenti a servizi digitali, e-book, musica digitale e qualsiasi altro contenuto o servizio accessibile tramite credenziali digitali.
A differenza dei beni fisici, i beni digitali presentano caratteristiche peculiari che li rendono più complessi da gestire dal punto di vista successorio. Spesso sono protetti da password, possono essere soggetti a termini di servizio specifici delle piattaforme, e la loro titolarità può essere difficile da dimostrare.
È essenziale distinguere tra diverse tipologie di dati e i diritti che su di essi possono ricadere:
Attualmente, il panorama normativo italiano non prevede una disciplina organica e specifica in materia di eredità digitale. Questo vuoto legislativo genera incertezza e difficoltà per gli eredi che si trovano a dover gestire account e dati online di una persona defunta. La mancanza di chiarezza può portare a situazioni di impossibilità di accesso, di cancellazione non autorizzata o, al contrario, di persistenza indesiderata di profili attivi.
Nel nostro Paese, dunque, la disciplina dell'eredità digitale si basa principalmente sui principi generali del diritto successorio, integrati da normative specifiche sulla protezione dei dati personali. Il Codice Civile italiano stabilisce che l'erede subentra in tutti i rapporti giuridici del defunto, ma questa regola generale incontra alcune complicazioni quando si tratta di beni digitali.
Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) stabilisce che i diritti dell'interessato si estinguono con la morte, ma prevede alcune eccezioni per i familiari che possono richiedere l'accesso ai dati del defunto per esercitare i propri diritti o per adempiere a obblighi legali. Tuttavia, l'accesso non è automatico e deve essere richiesto specificatamente.
Inoltre, il Garante per la protezione dei dati personali in Italia ha sottolineato che, anche dopo la morte, la dignità e la reputazione del defunto meritano rispetto. Gli eredi, seppur legittimati ad accedere a determinati dati, devono agire con responsabilità, evitando utilizzi impropri o lesivi della memoria del congiunto.
La giurisprudenza italiana, in generale, sta ancora definendo i contorni di questa materia, con orientamenti che tendono a bilanciare i diritti degli eredi con la tutela della privacy e della dignità del defunto.
I principali social network hanno sviluppato politiche specifiche per gestire gli account dei defunti, ma le procedure variano significativamente tra le diverse piattaforme.
Facebook consente di trasformare il profilo del defunto in un "account commemorativo" che preserva i contenuti condivisi, permettendo ad amici e familiari di lasciare ricordi sulla bacheca. Gli eredi possono richiedere la rimozione completa dell'account fornendo documentazione appropriata, come il certificato di morte. Facebook offre anche la possibilità di nominare un "contatto erede" che può gestire alcune funzioni dell'account commemorativo.
Instagram, di proprietà di Meta, segue procedure simili a Facebook, permettendo la commemorazione del profilo o la sua rimozione completa su richiesta dei familiari.
X richiede ai familiari di fornire documentazione specifica per procedere con la rimozione dell'account, non offrendo opzioni di commemorazione come altri social network.
LinkedIn permette la rimozione del profilo del defunto su richiesta dei familiari, che devono fornire documentazione appropriata e dimostrare la loro relazione con il defunto.
Gli account e-mail rappresentano spesso il punto di accesso principale a molti altri servizi digitali, rendendoli particolarmente critici nella gestione dell'eredità digitale.
Gmail di Google offre un servizio chiamato "Gestione account inattivo" che permette agli utenti di pianificare in anticipo cosa accadrà ai propri dati. È possibile designare contatti fidati che potranno accedere ai dati dopo un periodo di inattività specificato. Senza questa pianificazione preventiva, Google generalmente non fornisce accesso agli account ai familiari, anche in caso di morte.
Outlook di Microsoft ha politiche simili e offre strumenti di pianificazione per la gestione dell'account in caso di decesso. Anche in questo caso, la pianificazione preventiva è essenziale.
I servizi cloud come iCloud, Google Drive e OneDrive seguono le stesse politiche degli account e-mail delle rispettive aziende, rendendo fondamentale la pianificazione anticipata per garantire l'accesso ai dati archiviati.
Alcuni beni digitali hanno un valore economico diretto e rappresentano una componente significativa del patrimonio di una persona.
Criptovalute come Bitcoin, Ethereum e altre valute digitali sono considerate beni patrimoniali a tutti gli effetti. Tuttavia, la loro natura decentralizzata e la sicurezza basata su chiavi private rendono particolarmente complessa la loro trasmissione ereditaria. Senza accesso alle chiavi private o ai wallet, le criptovalute possono diventare irrecuperabili.
NFT (Non-Fungible Token) e altri asset digitali certificati su blockchain seguono principi simili alle criptovalute, richiedendo accesso alle chiavi private per essere trasferiti.
Contenuti digitali acquistati come e-book, musica, film e software spesso non sono realmente "posseduti" dall'utente, ma sono soggetti a licenze d'uso che possono non essere trasferibili. È importante verificare i termini di servizio di ciascuna piattaforma.
La pianificazione dell'eredità digitale richiede un approccio proattivo e organizzato. Il primo passo è creare un inventario completo di tutti i propri account digitali, includendo username, password, domande di sicurezza e informazioni sui contatti di emergenza, dove disponibili.
È consigliabile utilizzare un password manager affidabile per organizzare e proteggere queste informazioni, designando una persona di fiducia che possa accedere a questo strumento in caso di necessità.
Per i beni digitali di maggior valore, come le criptovalute, è essenziale pianificare metodi sicuri per la trasmissione delle chiavi private, che potrebbero includere l'uso di servizi di custodia specializzati o la divisione delle chiavi tra più persone fidate.
Esistono diversi strumenti e servizi specializzati, ad esempio: alcuni password manager come 1Password e Bitwarden offrono funzionalità di eredità digitale che permettono di designare contatti di emergenza.
Servizi specializzati come Google's Inactive Account Manager permettono di pianificare automaticamente cosa accadrà ai propri dati Google dopo un periodo di inattività. Strumenti simili sono disponibili per altre piattaforme principali.
Esistono anche servizi di terze parti specializzati nella gestione dell'eredità digitale che offrono soluzioni complete per la pianificazione e la gestione dei beni digitali dopo la morte.
Il notaio può svolgere un ruolo importante nella pianificazione dell'eredità digitale, particolarmente per quanto riguarda i beni digitali di valore significativo. Può essere utile includere disposizioni specifiche sui beni digitali nel testamento, specificando come dovranno essere gestiti e chi avrà accesso alle credenziali necessarie.
La consulenza legale specializzata è particolarmente importante per situazioni complesse, come la gestione di portafogli di criptovalute significativi, attività commerciali online, o quando sono coinvolti beni digitali internazionali soggetti a diverse giurisdizioni.
L'eredità digitale rappresenta una componente sempre più importante del patrimonio personale che richiede pianificazione e attenzione specifiche. La natura volatile e tecnica dei beni digitali, combinata con politiche aziendali in evoluzione e un quadro normativo ancora in definizione, rende essenziale un approccio proattivo alla gestione di questi beni.
La pianificazione dell'eredità digitale non deve essere rimandata: iniziare oggi a organizzare i propri beni digitali e a pianificare la loro gestione futura può evitare complicazioni significative ai propri cari e garantire che il proprio patrimonio digitale sia preservato e trasmesso secondo le proprie volontà.
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