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LA REPONSABILITÀ DEGLI ENTI ex D.Lgs. 231/2001 - Memorandum & info utili

COS’È

È la c.d. “responsabilità amministrativa degli enti” , recentemente introdotta 1 nell’ordinamento giuridico italiano. Ancora poco conosciuta, riveste tuttavia un’importanza di primo piano e può rivelarsi essenziale per il destino di una Società in caso di commissione di reati da parte di personale interno alla stessa ed a vantaggio della stessa. 


COSA PREVEDE

Il Decreto 231/2001 prevede, in estrema sintesi, che in caso di commissione di illecito penale all’interno di una Azienda da parte di Amministratori, Dirigenti e/o Dipendenti nell'interesse o a vantaggio dell’Azienda, possano essere ritenuti responsabili del reato non solamente le persone fisiche che l’hanno materialmente commesso, bensì anche l’Azienda stessa, in quanto persona giuridica. 

In buona sostanza, quindi, l’Azienda potrà essere imputata in un procedimento penale a sé stante, che potrebbe, in caso di condanna, concludersi con sanzioni pecuniarie (da un minimo di 25.000 € - con possibilità di ridurli a 10.300 € - ad un massimo di 1.549.000 €); sanzioni interdittive; e confisca. 

A dispetto del nome, che la indica come “amministrativa”, la responsabilità in questione presenta 1 moltissime similarità con la responsabilità penale, tanto da poterla considerare, in pratica, come tale.


QUANDO

La responsabilità derivante dal Decreto 231/2001 può essere contestata all’Azienda in numerose ma ben definite ipotesi, tutte indicate dal testo del Decreto stesso con il nome di “reati presupposto (della responsabilità dell’Ente, ndr)”. 

Tra le più comuni, ad esempio:

  • Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche 
  • Reati informatici in genere  
  • Associazione per delinquere 
  • Concussione e corruzione
  • Frode in commercio
  • Aggiotaggio
  • Abuso di informazioni privilegiate
  • Manipolazione del mercato
  • Riciclaggio
  • Discarica non autorizzata
  • Impiego di lavoratori irregolari
  • ecc 


PERCHÈ È UTILE CONOSCERLO

Il Decreto 231/2001 introduce, come detto, una responsabilità di tipo“ sostanzialmente penale” per gli Enti. 

Tuttavia, lo stesso Decreto permette agli Enti, nel rispetto di determinate condizioni, di potersi dire esenti da tale responsabilità; e lo fa attraverso il c.d. MOG (Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo) e attraverso l’OdV (Organismo di Vigilanza). Più precisamente, quindi, il D. Lgs. 231/2001 prevede che l’Azienda possa non essere ritenuta responsabile del reato qualora venga provato che la stessa si era dotata del MOG, e cioè di un insieme di regole, procedure e modi di operare che definiscono il sistema organizzativo, di gestione e controllo interno all’azienda, che mira a impedire o a contrastare la commissione dei reati sanzionati dalla 231/2001

Se l’Azienda, quindi, ha efficacemente adottato (non solo in teoria, ma anche in pratica) quell’insieme di procedure di controllo contro la commissione di reati che risponde complessivamente al nome di “MOG”, allora questo “adempimento” varrà ad evitarle un’imputazione in un procedimento penale. 


COME SI ATTUA

La redazione del Modello deve essere integralmente seguita e curata da uno, o più, Avvocati, e può riassumersi in queste fasi: 

  • una prima fase di studio della Società e valutazione dei rischi;
  • una seconda fase di produzione documentale, nella quale vengono redatti un Codice Etico, un Modello organizzativo (strictu senso inteso, ossia concernente i soli protocolli operativi), un Sistema Sanzionatorio a presidio dei protocolli ed un Regolamento dell'istituendo Organismo di Vigilanza. Questa documentazione costituisce la “carta” a fondamento della nuova politica gestionale di cui la Società si sta dotando; 
  • un’ultima fase, di istituzione dell’Organismo di Vigilanza (che avrà la funzione di vigilare, appunto, sul rispetto all’interno della società delle regole stabilite dal Modello per la prevenzione dei reati).


È OBBLIGATORIA?

No. Nessuna azienda è obbligata a dotarsi preventivamente di un Modello Organizzativo ai sensi del D.Lgs. 231/2001, tuttavia, possedere un Modello efficace e conforme alla normativa è essenziale per poter ridurre il rischio di vedere la Società indicata come responsabile del reato e quindi sanzionata. L’adozione di un Modello 231, quindi, può portare all’Azienda un beneficio essenziale: l’esclusione da responsabilità in caso di commissione di un reato da parte di Amministratori, Dirigenti e/o Dipendenti nell'interesse o a vantaggio dell'azienda stessa

N.B.: l’adozione delle procedure di controllo interne all’Azienda previste dal Modello 231 contribuisce, inoltre, ad una maggiore efficienza della stessa: la commissione di reati, spesso derivato dell’assenza di chiarezza interna, è sempre valutabile come costo economico per l’Azienda stessa. 

Ndr: La redazione di un Modello 231 è un atto particolarmente complesso, che richiede senza dubbio, per le peculiarità che gli sono proprie, di affidarsi ad un Avvocato che possa vantare una pregressa esperienza nel settore.



Il presente articolo vuole essere un breve memorandum avente la sola funzione di raccogliere alcune informazioni utili per la persona non esperta di diritto. La fattispecie è quindi esposta nei suoi caratteri essenziali, e non sostituisce in alcuna misura il parere di un legale. Si è inoltre scelto di omettere, per maggiore chiarezza e semplicità, ogni approfondimento tematico di carattere teorico-normativo e giurisprudenziale.

Il presente articolo vuole essere un breve memorandum avente la sola funzione di raccogliere alcune informazioni utili per la persona non esperta di diritto. La fattispecie è quindi esposta nei suoi caratteri essenziali, e non sostituisce in alcuna misura il parere di un legale. Si è inoltre scelto di omettere, per maggiore chiarezza e semplicità, ogni approfondimento tematico di carattere teorico-normativo e giurisprudenziale.

Nota 1. A dispetto del nome, che la indica come “amministrativa”, la responsabilità in questione presenta 1 moltissime similarità con la responsabilità penale, tanto da poterla considerare, in pratica, come tale.

RESPONSABILITÀ DEGLI ENTI DIPENDENTI
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