La legge ammette che l'imputato possa servirsi delle memorie difensive: si tratta di uno scritto, redatto di proprio pugno, per mezzo del quale l’imputato in un processo penale ha la possibilità di comunicare direttamente con il giudice, per rafforzare la sua innocenza. Le memorie difensive possono essere depositate in qualunque stato del procedimento penale, a partire dalle indagini preliminari fino ai gradi di giudizio successivi al primo.
Le memorie difensive sono diverse dalle memorie del processo civile, e non sono da confondere.
Nel procedimento penale, per la difesa dell'imputato, costituiscono una possibilità in più al termine del dibattimento, e offrono al giudice ulteriori scenari e punti di vista su cui poi baserà la sentenza.
Il procedimento penale è profondamente diverso dal processo civile: quest'ultimo infatti implica molti atti scritti, e si fonda tutto sulle memorie e sulle repliche.
Il processo penale è formulato in modo diverso, partendo dal presupposto che ogni imputato ha diritto di difesa, ma quest'ultima può anche essere meramente passiva, senza l'obbligo di provare la propria innocenza. Il ruolo di dimostrare la colpevolezza spetta al pubblico ministero. Di conseguenza, il processo penale è più snello, agile, e si basa su un confronto verbale tra accusa e difesa.
In questo contesto tuttavia, spesso l'imputato si serve di memorie difensive da sottoporre all'attenzione del giudice. Dette anche richieste scritte, le memorie servono a sostenere le proprie ragioni, evidenziare la propria innocenza.
In qualsiasi momento l'imputato può presentare le memorie attraverso il deposito nella cancelleria: il giudice provvede nella visione senza ritardo, entro quindici giorni. Possono anche essere depositate direttamente nelle mani del magistrato durante l'udienza, oppure in Procura quando sono rivolte direttamente al pubblico ministero.
Il diritto di presentare le memorie difensive non prevede l'obbligo di assistenza di un avvocato difensore: sono quindi presentabili in maniera del tutto autonoma. La persona accusata di un reato può quindi recarsi nella cancelleria del proprio tribunale e depositare gli scritti redatti di propria mano.
Ovviamente nessun indagato può essere sprovvisto di avvocato, che sia d'ufficio o di fiducia: le memorie difensive tuttavia non precludono l'intervento dell'avvocato.
Le conclusioni scritte dell'imputato sono le memorie difensive che si depositano durante l'ultima udienza dibattimentale, ovvero l'udienza dedicata alla discussione finale. Le conclusioni scritte dell'imputato sono quindi quelle che l'indagato di un reato scrive e consegna al giudice prima o subito dopo l'arringa, che è la difesa orale, pronunciata nel dibattimento durante il processo penale.
Le memorie difensive, o le conclusioni dell'imputato non seguono delle norme particolari di scrittura, non è quindi richiesta una specifica capacità tecnica per scriverle, basterà semplicemente dichiarare le ragioni per scagionarsi dal reato.
Tuttavia, di seguito ti saranno mostrate alcune indicazioni utili, una sorta di linea guida per scrivere una buona memoria difensiva, che potrà essere depositata anche in sede di conclusioni.
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