Quali sono gli obblighi dell’avvocato per il preventivo scritto? Il legale ha il diritto di richiedere il compenso per i servizi legali resi, anche nel caso in cui non abbia fornito un preventivo scritto iniziale o qualora le trattative con la parte avversa non abbiano portato a risultati positivi.
Quali criteri si utilizzano per la determinazione del compenso dell'avvocato in caso di una attività legale svolta al di fuori del contesto giudiziale? Sebbene tu ritenga giusto e inevitabile il pagamento, ti trovi nella situazione in cui, al momento dell'incarico, non hai stipulato un mandato formale per la rappresentanza legale e non hai ricevuto un preventivo scritto relativo ai costi dell'assistenza legale.
La situazione si complica ulteriormente se le trattative con la parte avversa non hanno raggiunto un esito positivo e hai dovuto intraprendere un'azione legale. In questo scenario, ti chiedi se sia necessario pagare l'avvocato anche per i servizi prestati in fase stragiudiziale. Ecco una spiegazione dettagliata in questo articolo.
Nel momento in cui si affida un incarico legale, l'avvocato è tenuto a rispettare un dovere fondamentale, come sancito dalla normativa contenuta nell'art. 13. "Conferimento dell’incarico e compenso"(Legge 31 dicembre 2012, n. 247
Nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense), che consiste nel fornire al proprio cliente un preventivo scritto. Questo preventivo deve contemplare una stima indicativa e approssimativa del costo dei servizi legali che saranno resi, includendo una dettagliata spiegazione del compenso dell'avvocato e di qualsiasi altra spesa correlata. Questo requisito è valido anche quando l'attività in questione riguarda una fase al di fuori del tribunale.
La trascuranza da parte dell'avvocato nell'adempiere a tale obbligo può comportare conseguenze disciplinari. Malgrado ciò, il contratto stipulato con il cliente mantiene la sua validità, ma l'ammontare delle spese che spettano all'avvocato sarà determinato non più in base agli accordi precedentemente concordati, bensì seguendo i parametri fissati nelle tariffe legali definite mediante Decreto ministeriale (D.M. 10 marzo 2014, n. 55, modificato dal D.M. 8 marzo 2018, n. 37). Queste tariffe contengono specifiche tabelle anche per l'ambito delle attività legali svolte al di fuori dei procedimenti giudiziari.
Le attività stragiudiziali rappresentano quelle azioni legali che si svolgono senza coinvolgere un processo giudiziario e senza la necessità di intervento da parte di un giudice. Spesso, la via stragiudiziale risulta essere più efficace, poiché consente di raggiungere un accordo soddisfacente per entrambe le parti coinvolte, ottenendo risultati in tempi più rapidi rispetto a quelli che si otterrebbero seguendo l'iter tradizionale del processo.
In altre circostanze, l'attività stragiudiziale costituisce invece una fase preliminare di negoziazione con la controparte che potrebbe non portare a una conclusione definitiva, determinando così la necessità di avviare un procedimento legale giudiziale nel quale sarà il giudice a prendere decisioni definitive.
Occasionalmente, persino una disputa già portata in tribunale può essere risolta attraverso un accordo amichevole tra le parti prima che la causa giunga a una sentenza. Anche in tali scenari, l'assistenza legale offerta al di fuori del tribunale dai difensori delle parti gioca un ruolo cruciale.
Tutto ciò precedentemente descritto rappresenta il fatto che vi sono numerosi contesti e scenari in cui si possono svolgere attività legali al di fuori del contesto giudiziario: la determinazione dei compensi per questo tipo di assistenza fornita dall'avvocato diventa complessa quando non vi è un accordo di base con il cliente riguardo alla quantificazione dei compensi. Questa situazione è ulteriormente complicata quando l'azione legale procede e le prestazioni legali offerte in ambito stragiudiziale si sovrappongono a quelle intraprese nel contesto giudiziario.
L'avvocato ha il diritto di richiedere il pagamento per i servizi stragiudiziali che ha fornito, ma deve fornirne prova e documentazione. L'avvocato ha quindi la possibilità di comprovare l'assegnazione dell'incarico anche se questa non è stata formalizzata per iscritto. Ad esempio, può farlo attraverso la testimonianza di terzi o mostrando la corrispondenza e la documentazione che testimoniano chiaramente l'attività svolta a vantaggio del cliente.
Ciò implica che nel caso tu chieda un parere legale a un avvocato tramite email o su WhatsApp, sarai tenuto a pagare per la consulenza ricevuta e, se del caso, per qualsiasi assistenza ulteriore fornita successivamente.
Solamente quando la prestazione legale è stata espressamente stabilita e concordata come gratuita, l'avvocato perde il diritto al suo compenso, ma ciò non influisce sulla richiesta di rimborso delle spese sostenute nell'interesse e a nome del cliente.
L'assistenza legale prestata al di fuori del contesto giudiziale non viene inglobata dalle successive azioni legali intraprese dal professionista in ambito giudiziario.
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