Il sequestro preventivo è una misura cautelare reale, disposta quando la libera disponibilità di un bene collegato ad un reato può aggravare le conseguenze o c’è il rischio di commissioni di altri illeciti.
In genere tutti sanno che un sequestro implica la sottrazione di un determinato bene dal suo legittimo proprietario. I motivi che spingono ad intraprendere tale azione, però, non sono sempre noti.
In modo particolare in giurisprudenza si procede in questo modo quando un debitore non adempie ai propri obblighi, se viene infranta una norma amministrativa, ad esempio una violazione al Codice della Strada, o perchè è stato commesso un reato.
Esso, quindi, riguarda ogni ambito del diritto e rappresenta sempre una misura cautelare adottata per evitare conseguenze peggiori.
Ciò assume una valenza particolare in ambito penale, dato che i procedimenti sono spesso lunghi e per questo motivo il legislatore ha previsto delle soluzioni per evitare che, durante le lungaggini processuali, l’imputato possa sottrarsi alla giustizia o commettere altri fatti criminosi.
Vediamo, perciò, di analizzare nelle prossime righe in quali casi un soggetto può essere privato di alcuni beni, e come può difendersi da tale decisione.
Come abbiamo accennato, nel diritto italiano sono previste delle misure cautelari per impedire che i tempi lunghi della giustizia possano peggiorare la situazione, permettendo all’imputato di fuggire o di commettere altri crimini.
Succede, ad esempio, che un automobilista fermato mentre guida in stato di ebbrezza, con un tasso alcolemico al di sopra dei limiti consentiti, possa subire il sequestro dell’auto per evitare che possa diventare pericoloso per sé e per altri. Oppure se durante le indagini la polizia fa irruzione in casa del presunto colpevole, e trova delle armi, potrebbe sequestrarle.
Nel diritto penale, a tal proposito sono previste misure cautelari personali o reali. Nel primo caso si tratta di provvedimenti adottati per quanto riguarda le persone, nel secondo caso ci si riferisce agli oggetti.
Quando l’obiettivo è quello di agire sui beni si parla di sequestro preventivo o conservativo.
Come ci suggeriscono i termini stessi, il legislatore ha previsto azioni volte ad impedire che succeda qualcosa, o finalizzate a conservare dei beni. Nella seconda ipotesi le finalità sono economiche, nel senso che beni mobili o immobili vengono sottratti al proprietario in vista del pagamento della pena pecuniaria, o del risarcimento danni, come sottolinea l’art. 316 c.p.p.
Esso, perciò può essere chiesto sia dal pubblico ministero che dalla parte civile, e poi disposto dal giudice attraverso un’ordinanza.
Come abbiamo visto nel paragrafo precedente si tratta di una misura cautelare reale, che può essere disposta quando la libera disponibilità della cosa può determinare gravi conseguenze, ovvero altri reati.
Il riferimento normativo è dato dall’art. 321 c.p.p., che afferma quanto segue:
Quando vi è pericolo che la libera disponibilità di una cosa pertinente al reato [253 1] possa aggravare o protrarre le conseguenze di esso ovvero agevolare la commissione di altri reati, a richiesta del pubblico ministero il giudice competente a pronunciarsi nel merito ne dispone il sequestro con decreto motivato
Come possiamo notare si tratta di una richiesta che può essere fatta dal P.M., e successivamente disposta dal giudice.
Ad ogni modo, durante le indagini preliminari, se si tratta di una situazione d’urgenza, il sequestro preventivo può essere disposto direttamente dal P.m. con un decreto motivato.
Anche gli ufficiali di polizia giudiziaria possono sequestrare dei beni, ma entro le 48 ore successive devono trasmettere il verbale al P.m.
Va considerato che il sequestro preventivo perde di efficacia se il giudice non emette l’ordinanza di convalida entro 10 giorni dalla richiesta.
Sempre nell’art. 321 c.p.p., possiamo leggere anche:
Il sequestro perde efficacia se non sono osservati i termini previsti dal comma 3 bis ovvero se il giudice non emette l'ordinanza di convalida entro dieci giorni dalla ricezione della richiesta. Copia dell'ordinanza è immediatamente notificata alla persona alla quale le cose sono state sequestrate
Il sequestro preventivo viene disposto quando esiste effettivamente il timore che un soggetto che ricopre il ruolo di indagato o imputato, possa utilizzare il bene in oggetto.
A livello puramente teorico, se i processi fossero immediati non ci sarebbe il bisogno di adottare provvedimenti di questo tipo, che sono invece la diretta conseguenze delle lungaggini processuali.
Proviamo ad immaginare un soggetto indagato per stalking, che a casa possiede un’arma, con la quale potrebbe minacciare la vittima, mentre è in atto il procedimento penale.
E’ possibile sequestrare anche beni confiscati.
Come analizzeremo a breve, se la decisione viene presa in mancanza delle condizioni di applicabilità, o se queste vengono meno, è possibile revocare il provvedimento.
Possono essere sequestrati beni, in vista della futura confisca, ovvero dell’attribuzione degli stessi allo Stato in via definitiva.
E’ importante, comunque, non considerare uguali i provvedimenti dato che hanno finalità diverse.
Il bene confiscato, infatti, a differenza di quello oggetto di sequestro preventivo, non viene più restituito. Se non viene distrutto viene acquisito dallo Stato.
Vengono confiscati dopo la sentenza di condanna, ad esempio, le utilità oggetto di reati contro la pubblica amministrazione, come la concussione, il peculato e la corruzione.
Si tratta, in altre parole, di una pena accessoria che può essere applicata soltanto dopo la sentenza.
Un oggetto viene sequestrato, invece, quando il procedimento penale è ancora in corso, per evitare che il processo possa essere compromesso, o che possano essere effettuati ulteriori reati.
Come ben sappiamo in Italia esiste la presunzione di innocenza, quindi è necessario attendere la conclusione del processo prima di far scontare delle pene al soggetto considerato responsabile.
L’unico modo per agire, quindi, è adottare una misura cautelare.
Nelle righe precedenti abbiamo accennato che l’interessato può agire nel caso ritenga non legittimo il provvedimento. Ma come?
Deve effettuare un ricorso al tribunale del riesame, come previsto dall’art. 322 c.p.p.:
Contro il decreto di sequestro emesso dal giudice l'imputato e il suo difensore, la persona alla quale le cose sono state sequestrate e quella che avrebbe diritto alla loro restituzione possono proporre richiesta di riesame, anche nel merito, a norma dell'articolo 324.
La richiesta di riesame non sospende l'esecuzione del provvedimento [588].
In certi casi la richiesta può essere fatta dall’effettivo proprietario bene sequestrato, dato che, a volte, si procede nei confronti proprietà di terzi.
Ad esempio un soggetto fermato per guida in stato di ebbrezza, mentre utilizza l’auto prestata da un amico o parente.
L’intestatario della vettura può fare ricorso perché l’auto venga dissequestrata.
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