Il sequestro per equivalente avviene in assenza del bene che deve essere sottratto. In particolare vengono sequestrati beni dello stesso valore. Ma come funziona esattamente? E quali sono le differenze con la confisca?
Anche i meno esperti in giurisprudenza sanno cosa significa sequestrare qualcosa, ma probabilmente non sono note le varie sfaccettature e i diversi procedimenti che si possono attivare per sottrarre un bene dal suo proprietario. In particolare non sempre si conoscono le motivazioni.
Si tratta di una misura per certi versi “estrema”, che viene adottata solo al verificarsi di specifiche condizioni. Prendendo in considerazione una causa civile, ad esempio, tale azione viene messa in atto per impedire che un debitore spenda il proprio denaro, non riuscendo poi a saldare i propri debiti con il creditore.
Nel diritto penale, invece, lo scopo è quello di impedire al reo di commettere altri reati.
Ma quando si procede con il sequestro per equivalente? Scopriamolo nelle righe seguenti.
Prima di approfondire la tematica inerente al sequestro per equivalente è utile partire dalle basi, per spiegare in quali casi possono essere sequestrati dei beni.
Si tratta di misure cautelari, adottati in attesa che venga emessa la sentenza da parte del giudice. I processi possono essere molto lunghi, e in alcuni casi non è possibile attendere i tempi della giustizia per prendere delle decisioni importanti.
Le lungaggini processuali, infatti, potrebbero anche rendere inutile la pronuncia finale. Per questo motivo si anticipano i tempi e vengono presi dei provvedimenti inerenti alla commissione del reato, o meglio per evitare che l’imputato possa commettere altri delitti.
Ad esempio se un soggetto è indagato per stalking, e durante le indagini preliminari la polizia giudiziaria trova delle armi nel suo appartamento, non è immaginabile lasciare tale oggetti a disposizione del proprietario. In tal caso, infatti, c’è il serio rischio che il reo possa utilizzare le stesse contro la vittima.
Ma allo stesso modo, se un automobilista guida con un tasso alcolemico superiore ai limiti consentiti per legge, se viene fermato dalle forze dell’ordine, viene sequestrato il veicolo, per impedire che si possa ripetere la situazione a danno anche di altri.
In ambito penale, esistono due diverse tipologie di provvedimenti:
Nel primo caso lo scopo è meramente economico, quindi simile a quanto avviene in ambito civile. I beni, infatti, vengono sottratti all’imputato in quanto è prevista una pena pecuniaria, oppure è molto probabile che venga imposto un risarcimento danni.
L’art. 316 c.p.p. afferma infatti che:
Se vi è fondata ragione di ritenere che manchino o si disperdano le garanzie per il pagamento della pena pecuniaria, delle spese di procedimento e di ogni altra somma dovuta all'erario dello Stato, il pubblico ministero, in ogni stato e grado del processo di merito, chiede il sequestro conservativo dei beni mobili o immobili dell'imputato o delle somme o cose a lui dovute, nei limiti in cui la legge ne consente il pignoramento
La richiesta può essere fatta sia dal Pubblico Ministero che dalla parte civile interessata ad ottenere il risarcimento danni. Ad ogni modo la decisione viene presa dal giudice, attraverso un’ordinanza, come previsto dall’art. 317 c.p.p.
Invece, dei beni possono essere sequestrati preventivamente, per evitare che vengano utilizzati per altri reati, come abbiamo illustrato negli esempi fatti nelle righe precedenti.
In particolare la legge sottolinea che, in presenza di un serio pericolo che la libera disponibilità della cosa possa portare delle conseguenze negative, il P.M può chiedere tale provvedimento.
L’art. 321 c.p.p sottolinea che:
Quando vi è pericolo che la libera disponibilità di una cosa pertinente al reato possa aggravare o protrarre le conseguenze di esso ovvero agevolare la commissione di altri reati, a richiesta del pubblico ministero il giudice competente a pronunciarsi nel merito ne dispone il sequestro con decreto motivato. Prima dell'esercizio dell'azione penale provvede il giudice per le indagini preliminari.
A differenza delle tipologie viste sopra, tale provvedimento si verifica quando è necessario assicurare la possibilità di confiscare determinati beni.
In modo specifico, non essendo possibile sequestrare direttamente i profitti di un reato, si procede togliendo al proprietario dei beni dal valore equivalente.
Ad esempio se un noto dirigente d’azienda ruba un milione di euro, ed in seguito viene condannato, è possibile chiedere la confisca di svariati beni, quali automobili, case, ecc, fino a coprire il valore di un milione di euro.
Per quale motivo avviene ciò?
L’obiettivo principale è evitare che durante il processo penale, l’imputato possa privarsi di alcune proprietà per evitare che la giustizia possa effettuare l’espropriazione.
Per questo motivo il P.M. può chiedere al giudice di effettuare un sequestro per equivalente, corrispondente alle somme di cui il soggetto si è indebitamente appropriato.
Come noto, in genere ci sono dei limiti all’espropriazione. In particolare l’agente della riscossione non può procedere con il pignoramento della prima casa. Tale regola, tuttavia, non è valida in ambito penale.
La Cassazione ha confermato che il sequestro per equivalente, utile per poter proseguire con la confisca, dopo la sentenza del giudice, può essere disposto anche nei confronti dell’immobile che rappresenta l’abitazione del soggetto.
In sostanza quanto definito dall’art. 52 del decreto legge 69/2013, cioè l’impossibilità dell’agente di procedere con l’espropriazione della prima casa, non trova applicazione in ambito penale, quindi non rende illegittimo il sequestro per equivalente, e quindi la conseguente confisca dell’abitazione dell’indagato.
Ad ogni modo, la stessa Corte ha precisato anche che, tale impostazione deve essere necessariamente modificata per impedire che la tutela del diritto costituzionale di abitazione venga messo in discussione in sede penale.
A differenza del sequestro per equivalente, la confisca avviene in seguito alla sentenza di condanna. In pratica succede che il bene in oggetto non viene più restituito al proprietario. Esso può anche essere distrutto o acquisito definitivamente dallo Stato.
Non è sempre possibile confiscare il bene oggetto di reato, per questo motivo viene fatta una confisca per equivalente.
Ad esempio il profitto derivante da reati contro la pubblica amministrazione, quali la concussione, il peculato o la corruzione, vengono confiscati una volta che giudice emette la sentenza. Se, però, il denaro non è più reperibile, si procedere optando per beni dal valore equivalente.
Volendo riassumere, i sequestri per equivalente sono misure cautelari messa in atto durante le lungaggini processuali, mentre la confisca è una misura definitiva.
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