Come fare a risalire ad un conto corrente intestato ad una persona defunta?
Alla morte di un familiare si procede sempre con la pratica di successione, che prevede di indicare quali sono i beni che andranno divisi tra gli eredi.
Purtroppo però, non sempre è facile dichiarare con esattezza l'esistenza o meno di conti correnti, libretti di risparmio o cassette di sicurezza.
Mentre per altri beni, come l'immobile in cui il caro viveva, la macchina con cui si spostava, e tutto ciò che concerne valori di oggetti visibili come arredi, gioielli preziosi, per il discorso crediti la situazione cambia, rendendo la pratica di successione lenta e talvolta indistricabile.
La situazione posta in essere è ancora più complessa nel caso in cui il defunto non abbia lasciato testamento. Il testamento infatti, funge quasi da garanzia in questi casi: patrimoni, redditi, beni da dividere, tutto dovrebbe essere indicato nel documento, che rende le pratiche di successioni più svelte e agevoli.
Per prima cosa bisognerebbe rivolgersi direttamente alla banca di competenza. Se però, non si conosce l'ufficio bancario di competenza, è necessario presentarsi ad ogni singolo sportello. Non esistono dei registri pubblici in grado di indicare con esattezza quali sono i conti nascosti del parente defunto. Sono quindi gli eredi, in prima persona, coloro che possono presentarsi presso gli istituti di credito per chiedere a riguardo. Questo diritto, chiamato dalla legge "diritto d'accesso", è esclusivo per i gli eredi: voluto fortemente dalla legge in materia di protezione dei dati personali, vieta assolutamente l'accesso ai dati del defunto a persone estranee. La norma posta in essere prevede che i diritti d'accesso "ai dati personali concernenti persone decedute possono essere esercitati da chi ha un interesse proprio, o agisce a tutela dell’interessato o per ragioni familiari meritevoli di protezione".
La richiesta allo sportello, è gratuita per gli aventi diritto, non bisogna quindi pagare nulla.
In questo contesto, non è quindi obbligo che sia intervenuta la cosiddetta "accettazione dell'eredità", che spesso è correlata alla conoscenza di queste informazioni. Lo stesso discorso vale per la dichiarazione di successione. Tuttavia, un modo più semplice e meno laborioso per risalire al conto corrente del parente defunto, può essere il monitoraggio della buca delle lettere di quest'ultimo: è solito infatti, che la banca invii un'estratto conto, o un resoconto bancario per posta. Queste comunicazioni risultano essere tempestive soprattutto nel caso in cui il conto fosse in passivo.
Ovviamente, per poter richiedere informazioni patrimoniali negli istituti di credito, che siano banche o poste, è necessario qualificarsi come erede, motivo per il quale bisogna presentare una serie di documenti che attestino la veridicità di questa posizione. Il primo dei documenti è il certificato di morte dell'intestatario del conto, che può essere anche sostituito da un atto notorio. Poi, l'incaricato chiederà all'erede anche di esibire l'autocertificazione del richiedente, quella che attesta l'effettiva posizione di erede. Il "chiamato all'eredità" è comunque colui che decide se accettare o rifiutare la successione.
Un amico, o un soggetto comune, non può assolutamente accedere a questi dati.
Una volta trovata la sede di credito del defunto, e presentato i documenti necessari per accedere ai dati, si può procedere con la richiesta.
La richiesta scritta bisogna indicare tutti i propri dati personali, generalità, il rapporto di parentela con il defunto, e anche il motivo che spinge il richiedente ad accedere ai dati, che può essere di tutela dei propri diritti, valutare l'accettazione o meno dell'eredità o più semplicemente per fare successiva domanda di successione.
La domanda per risalire al conto corrente di un parente defunto può essere fatta anche direttamente all'Agenzia delle Entrate, che sarà in grado, grazie all'Anagrafe Tributaria e il registro dei rapporti finanziari, di conoscere le informazioni. Anche in questo caso, la procedura è gratuita.
Se la banca rifiuta la richiesta di accesso ai dati
Se la banca o l'ente creditore del caso, non dovesse fornire i dati richiesti, seppure il richiedente è in possesso dei requisiti d'accesso, è possibile fare domanda al giudice, che potrà condannare l'istituto di credito che si rifiuta di rilasciar le informazioni. In questi casi, bisogna rivolgersi ad un avvocato, che presenterà un ricorso cautelare: questa richiesta può essere presentata anche nel caso in cui ci sia in corso di giudizio la divisione ereditaria.
Se si scopre che il de cuius ha il conto corrente cointestato, in successione andrà la metà di esso, o la quota effettiva appartenente al defunto. La successione riguarderà l'intero importo del conto corrente nel caso in cui la contestazione risulti fittizia, ovvero se è alimentato solo dai redditi del de cuius.
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