La videosorveglianza è senza dubbio uno degli strumenti più utilizzati oggi per prevenire episodi di furto e atti vandalici, ma anche per individuare e punire eventuali colpevoli quando il fatto è ormai accaduto.
Posizionate in luoghi strategici e, nella maggior parte dei casi, nascosti, le telecamere di videosorveglianza consentono di sorvegliare a distanza spazi pubblici di particolare interesse come piazze e monumenti o di garantire la sicurezza di edifici e aziende. Grazie alle nuove leggi, sul posto di lavoro possono essere impiegate per scoraggiare comportamenti illeciti da parte dei dipendenti e, sempre più spesso, anche i privati scelgono di installare sistemi di videosorveglianza nelle proprie abitazioni.
Lo fanno per essere sicuri di non subire furti da parte dei ladri quando sono fuori casa, ma spesso le telecamere vengono installate per controllare che badanti e baby sitter. Assunti per prendersi cura di nonni e bambini, vengono monitorati affinché non commettano reati come rubare, causare danni all’arredamento o, al peggio, maltrattare i loro cari.
Ci sono diversi aspetti da tenere in considerazione quando si installa un sistema di videosorveglianza in casa. Sebbene le telecamere siano posizionate all’interno della propria casa (sistema a circuito chiuso), il datore di lavoro non ha il potere di filmare tutto ciò che vuole. Soprattutto, non può farlo se vengono coinvolte altre persone.
Riguardo a questo è necessario chiarire come devono essere posizionate le videocamere:
E’ necessario sottolineare che, diversamente da quanto previsto dallo Statuto dei Lavoratori per le aziende e le imprese, a cui sono dedicati articoli precisi, la videosorveglianza domestica non è regolamentata da leggi o da norme specifiche. Per l’attivazione delle telecamere di videosorveglianza nelle abitazioni private non è necessario alcun tipo di autorizzazione da parte della Questura, né del Garante per la privacy.
Il datore di lavoro, che in questo caso è anche il proprietario di casa, è però titolare del trattamento dei dati personali di colf e baby sitter. Pertanto, una buona regola sarebbe quella di mettere nero su bianco una richiesta di consenso al trattamento dei dati personali, che, nel caso della videosorveglianza, prevedono l’uso delle immagini in caso di necessità. Sarà poi cura dell’interessato accettarla o rifiutarla e rescindere dal contratto di lavoro.
Esistono anche degli obblighi che il titolare deve rispettare. Ecco quali sono:
Come già detto, nel caso del lavoro domestico, è sufficiente il rispetto della normativa sulla privacy. Se questo da un lato comporta dei doveri che il proprietario di casa deve rispettare, dall’altro garantisce anche dei diritti ai lavoratori.
Ecco i principali:
Purtroppo, può capitare che nonostante vengano presi tutti gli accorgimenti del caso, qualcosa vada storto e che il proprietario di casa si trovi costretto a visualizzare i filmati del sistema di videosorveglianza.
Cosa succede se le telecamere mostrano episodi di violenza nei confronti di bambini o anziani o se rivelano furti o danni alle cose?
Sicuramente venire a conoscenza di situazioni del genere è tutt’altro che piacevole. Anzi, può essere un vero e proprio trauma difficile da superare. Dalla parte delle vittime c’è ci sono però le telecamere della videosorveglianza. Oggi, la legislazione consente infatti l’utilizzo delle immagini come prova da consegnare alle forze dell’ordine e da utilizzare in sede di giudizio.
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