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Privacy nei condomini: quando viene violata?

La privacy nei condomini deve essere tutelata per garantire il rispetto della riservatezza dei vari proprietari. L’amministratore di condominio è responsabile dei dati personali che raccoglie, che deve custodire come previsto dal Gdpr.

La vita condominiale è tutt’altro che semplice, infatti, è necessario fare i conti i vicini, a volte invadenti e fastidiosi, ma anche con la necessità di partecipare alle assemblee condominiali, per prendere decisioni che possono avere un impatto più o meno determinate nella vita di ognuno.

Tralasciando la mancanza di rispetto che si verifica quando vengono emessi rumori molesti fuori dagli orari consentiti, di fatto creando dei danni agli altri che non riescono a riposare in modo adeguato, ci sono diversi comportamenti che possono violare la privacy dei condomini. Ad esempio installare delle telecamere nascoste per vedere cosa accade nel pianerottolo, oppure esporre in bacheca i nomi dei morosi, quindi visibili anche a terzi.

Ci sono molte leggi a tutela della riservatezza di un soggetto, valide anche quando si tratta di vita in condominio. Nelle prossime righe cercheremo di fare chiarezza in merito, per consentire ai proprietari di fare valere i propri diritti se hanno il dubbio che siano stati violati da altri.

Privacy nei condomini: cosa dice la legge?

Non tutti sanno che, in un condominio, i diritto dei vari proprietari non sono diversi rispetto ad altri luoghi. Un palazzo nel quale vivono tanti soggetti non diventa una entità a se stante come potrebbe essere un’azienda, ma si tratta soltanto di un gruppo di persone costrette a vivere a stretto contatto, quindi con la necessità di stabilire di comune accordo come procedere in diverse situazioni. Le decisioni, infatti, vengono prese dall’assemblea condominiale, e non dai singoli individui.

In altre parole si tratta di un ente di gestione e non di un ente con personalità giuridica, quindi solo chi vive all’interno è titolare di particolari diritti. Ciò significa che in caso di violazione, sono i singoli a dovere agire.

Ad ogni modo ci sono particolari regole inerenti al trattamento dei dati, che per ovvie ragioni i condomini devono fornire all’amministratore. Ad ogni modo la privacy nei condomini non vieta di comunicare i nomi di eventuali morosi ai creditori e agli altri condomini, che hanno tutto il diritto di capire chi non sta pagando regolarmente le spese pattuite. I creditori, infatti, se non riescono a recuperare le somme con l’esecuzione forzata nei confronti degli inadempienti, si possono rivalere sugli altri condomini.

Ma la riservatezza non riguarda solo questi fatti, inerenti alla gestione economica del palazzo. Vivere a stretta vicinanza può fare nascere antipatie e litigi frequenti, che a lungo andare possono diventare ingestibili. Come abbiamo accennato non è consentito fare troppo rumore durante le fasce orarie protette, per non recare danno agli altri.

Spesso, però, alcuni potrebbero avere il desiderio o la curiosità si spiare i vicini, ponendo delle telecamere nascoste nel pianerottolo per capire cosa succede senza farsi vedere. Diciamolo subito, non è consentito, ed eventuali telecamere di videosorveglianza devono essere approvate dall’assemblea e opportunamente segnalate.

Una cosa diversa, però, può essere il cosiddetto spioncino digitale, che consente di vedere solo nel periodo vicino alla propria proprietà, come analizzeremo a breve.

Privacy nei condomini: nomi dei soggetti morosi

Analizzando come funziona la privacy nei condomini, non si può non parlare della necessità di comunicare i nomi dei morosi agli interessanti che ne fanno una esplicita domanda. 

Le legge, infatti, non mira a proteggere la riservatezza dei soggetti che non stanno rispettando le norme. Ma, il vero obiettivo è quello di permettere le azioni forzate nei loro confronti, ovvero un eventuale pignoramento dei beni, se non vengono saldati i debiti.

La legge, infatti, impone di agire prima nei confronti dei debitori, e soltanto in un secondo momento nei confronti degli altri condomini, se l’azione non è andata a buon fine.

Tutto ciò è giustificato dal fatto che ogni condominio deve essere interessato alla buona gestione del palazzo, quindi è compito di tutti vigilare che le cose siano gestite bene. Capire se le spese sono state ripartite correttamente e verificare chi non le sta pagando, quindi è un diritto di ogni singolo proprietario.

D’altro canto, però, l’amministratore di condominio non può pubblicare i nomi dei morosi in una bacheca o in posto che potenzialmente possono essere visti anche da terzi, non interessati.

Privacy nei condomini: spioncini e telecamere

Fino ad ora abbiamo sottolineato che, i nomi dei condomini morosi possono essere comunicati agli altri abitanti nel palazzo, ed anche ai creditori, dato che questi ultimi devono avere la possibilità di agire forzatamente per recuperare i loro crediti.
Nelle prossime righe, cercheremo di capire, invece, come viene tutelata la privacy nei condomini, nel momento in cui un soggetto decide di spiare gli altri installando telecamere nascoste o spioncini digitali.

Nell’ultimo periodo si stanno diffondendo nei condomini i cosiddetti spioncini digitali installati alla porta d’ingresso dell’appartamento. Si tratta di strumenti che consentono di controllare da remoto, quasi sempre attraverso lo smartphone chi ha bussato.
Tali sistemi sono leciti soltanto se l’angolo di visuale non è superiore a quello dello spioncino classico sulla porta.
Non sono ammesse, invece, telecamere in grado di intercettare tutto ciò che succede nel pianerottolo a 360 gradi.

In tal caso, infatti, si parla di sistemi di videosorveglianza, caratterizzata da norme ad hoc. In particolare, è obbligatorio il consenso dell’assemblea di condominio e devono essere segnalate con dei cartelli sul posto, oltre che in Questura

Per rispettare le norme inerenti alla privacy nei condomini, quindi, è possibile riprendere soltanto lo spazio privato subito di fronte alla porta d’ingresso, e non oltre.

Si può fare lo stesso discorso anche per quanto riguarda i videocitofoni in grado di registrare immagini e salvarle. Per essere in regola, quindi, è necessario riprendere solo un’area limitata, e mai pubblica. In ogni caso ci devono essere dei cartelli ben visibili per segnalare la presenza di videocamere.

Privacy nei condomini: chi è il responsabile?

Per tutelare la privacy nei condomini, è necessario che l’assemblea nomini il responsabile del trattamento dati, ovvero l’amministratore stesso.
Infatti, è di quest’ultimo la responsabilità di gestire e custodire adeguatamente le informazioni in suo possesso.

Nel Registro dell’anagrafe condominiale sono presenti i vari dati inerenti ai vari proprietari e inquilini nel palazzo, che non devono essere diffusi, per garantire la riservatezza degli interessati.

L’amministratore quindi deve mettere in atto tutte le misure necessarie per evitare eventuali violazioni.

Ad ogni modo, se i fatti illeciti vengono compiuti da un condomino, sarà quest’ultimo a dovere rispondere di fronte alla legge. 

Le sanzioni possono essere sia di tipo amministrativo, quindi multe pecuniarie, sia penali nel caso di trattamento illecito dei dati. Quindi il responsabile rischia di subire un processo o di dovere pagare un risarcimento dei danni.

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