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Verifica partita iva: come si fa?

Effettuare la verifica di una partita iva è molto semplice e chiunque può farlo per tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate Un'azienda o un professionista che opera senza seguire le regole commette un reato di falsa fatturazione ed evasione fiscale.

Raramente quando acquistiamo qualcosa ci chiediamo se la transazione che abbiamo concluso sia corretta da un punto di vista legale, o meglio fiscale.
In alcuni casi, infatti, l’azienda o il professionista al quale ci siamo rivolti, potrebbe non essere completamente “in regola”.
Gli adempimenti fiscali a volte sono pesanti, e ci sono svariate tecniche illegali per evadere il fisco, una tra queste è avere dei dati finti cioè un codice numerico completamente inventato, o inerente a una attività che risulta chiusa.

Situazioni di questo tipo si verificano soprattutto online, dove è più facile nascondere la propria identità. 

Per questo motivo, se abbiamo il dubbio che si nasconda qualcosa di strano dietro a un negozio online, o all’attività di un professionista, la prima cosa da fare è effettuare una verifica della partita iva, grazie al servizio gratuito disponibile nel sito web dell’Agenzia delle Entrate.

Ma, procediamo con ordine, analizzando con cura l’argomento, e cercando di capire perché è importante operare in maniera corretta.

Cos’è la partita iva?

E' uno strumento per operare nel rispetto del regime fiscale italiano, quindi indispensabile per potere emettere fatture, pagare i contributi e la previdenza sociale.

Può essere utilizzata da:

E’ costituita da una serie di 11 numeri, utili per individuare in modo univoco il titolare, cioè il contribuente. Ma, proviamo a capire qual è il significato di tali cifre:

  • Le prime 7: servono per individuare l’azienda o la persona fisica, consentono perciò un collegamento diretto tra il titolare e la relativa attività lavorativa.
  • Dall’8° alla 10°: utili per l’identificazione del contribuente da parte dell’Agenzia delle Entrate.
  • L’ultima: con mera funzione di controllo.

Al di fuori di specifiche casistiche previste dalla legge italiana, operare al di fuori del regime di fiscale previsto è considerato un reato penale, in particolare si tratta di evasione fiscale e di falsificazione di fatture, se vengono inseriti dati non veritieri.

Quando è obbligatoria?

Innanzitutto dobbiamo dire subito che tutte le aziende sono obbligate ad avere una partita iva regolare. 

Per quanto riguarda i liberi professionisti o lavoratori autonomi la questione è leggermente più complessa. Si tratta di particolari tipi di prestazioni svolte senza il vincolo di subordinazione, tipico per quanto riguarda i dipendenti. Possiamo dire che tali soggetti sono i datori di lavoro di loro stessi.

Per capire quando un lavoratore autonomo deve obbligatoriamente richiedere le famose 11 cifre identificative, dobbiamo fare una distinzione tra prestazioni svolte con continuità, o solo saltuariamente.
Nel primo caso si tratta di una vera e propria professione che deve essere regolarizzata ai fini fiscali, nel secondo caso invece, si può operare attraverso la cosiddetta ritenuta d’acconto per lavori occasionali.

In ogni caso, solitamente si deve aprire una partita iva:

  • se il lavoro viene organizzato ed è quindi professionale
  • e l’attività viene svolta abitualmente

In merito a quanto detto, a volte accade che, un datore di lavoro obblighi un soggetto a richiedere le 11 cifre identificative all'Agenzia delle Entrate,per potere lavorare presso la propria azienda. In questo modo sarà il lavoratore a pagare le tasse i contributi, ma dovrà svolgere prestazioni lavorative subordinato. Si tratta delle famose “finte partite iva”, un fenomeno purtroppo molto diffuso nel nostro Paese.

Come effettuare la verifica?

Soprattutto quando acquistiamo online, dobbiamo prestare particolare attenzione, in quanto sono molto frequenti i casi di truffa o illeciti fiscali.

Il web è utile per svariati motivi, ma nasconde anche delle minacce, quindi bisogna essere preparati e conoscere le precauzioni da prendere per evitare brutte sorprese.

Oggi, infatti, la stragrande maggioranza delle operazioni commerciali di compravendita avvengono attraverso internet, tra soggetti che non si conoscono e non si vedranno mai in faccia. Risulta ovvio che procedere “al buio” può essere pericoloso, ed è legittimo essere diffidenti.
Prima di effettuare un pagamento, soprattutto se si tratta di prodotti venduti a prezzi troppo bassi rispetto allo standard del mercato, è bene controllare che tutto sia corretto.

Procedere con la verifica della partita iva è molto utile per risalire al vero proprietario del negozio online, e per capire se effettivamente esiste per il fisco.
E’ opportuno procedere in via precauzionale, perché intentare una causa per potere riavere i soldi spesi, a volte può essere complicato.

Perciò il primo passo da fare è controllare se il soggetto è conosciuto al fisco.
Si tratta di un riscontro che chiunque può ottenere in maniera totalmente gratuita grazie al servizio di “Verifica partita iva” disponibile nel sito web dell’Agenzia delle Entrate.

Come si fa?

E’ sufficiente seguire i seguenti passaggi:

  • entrare nel sito web dell’Agenzia delle Entrate
  • cercare la sezione servizi, cliccare su “tutti i servizi”
  • tra le varie opzioni elencate, individuare “verifica e ricerca”
  • scorrendo l’elenco è possibile trovare la voce interessata

Inserendo le 11 cifre, che possiamo recuperare nel sito web relativo al negozio online, potremo risalire a diverse informazioni, registrare presso l’Anagrafe tributaria.

La consultazione è libera e possibile a chiunque, grazie a un norma che lo permette, in particolare l’art. 35 quarter relativo alla “Pubblicità in materia di Partita Iva”, modificato dal decreto legge del 2 marzo 2012:

Al fine di contrastare le frodi in materia di imposta sul valore aggiunto, l'Agenzia delle entrate rende disponibile a chiunque, con servizio di libero accesso, la possibilita' di verificare puntualmente, mediante i dati disponibili in anagrafe tributaria, la validita' del numero di partita IVA attribuito ai sensi dell'articolo 35 o 35-ter. Il servizio fornisce le informazioni relative allo stato di attivita' della partita IVA inserita e alla denominazione del soggetto o, in assenza di questa, al cognome e nome della persona fisica titolare.

In particolare è possibile risalire ai seguenti dati:

  • stato dell'attività: attiva, sospesa o cessata
  • data di inizio attività ed eventualmente quelle relativa alla fine
  • denominazione della società o nome e cognome del professionista
  • indicazioni per controllare se si tratta di un soggetto autorizzato ad effettuare operazioni intracomunitarie

Se non appare alcuna informazioni, significa che i numeri che abbiamo inserito sono inesistenti, quindi si tratta di una truffa nei confronti del fisco, ma probabilmente anche nei confronti dei consumatori.

Cosa fare se non esiste?

Se scopriamo che un’azienda o un libero professionista stanno lavorando senza il corretto adempimento fiscale, è un nostro dovere segnalare la questione alle autorità competenti.

L’evasione fiscale è una vera piaga per il nostro Paese, per questo motivo è utile aiutare lo Stato a combattere e a scovare i “furbetti”.

E’ possibile segnalare un’anomalia in due modi diversi:

  • denuncia anonima
  • denuncia nominativa

La denuncia anonima può essere fatta inviando una lettera non firmata all’Agenzia delle Entrate o alle Fiamme Gialle. Bisogna considerare, però, che le autorità non sono tenute a muoversi di fronte a una denuncia di questo tipo. Infatti non ci potranno essere perquisizioni, sequestri o intercettazioni.

La denuncia nominativa viene fatta compilando un modulo generico, e fornendo un documento di identità. Può essere effettuata anche telefonicamente attraverso il numero della Guardia di Finanza, il 117. In ogni caso il soggetto denunciato può avere accesso agli atti per sapere chi l’ha segnalato. 

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