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Recupero crediti

Recupero crediti: cos'è e come funziona

L’attività di recupero crediti ti permette di ottenere il pagamento del tuo credito da parte del debitore. Infatti capita molto spesso di essere creditore di una somma di denaro che però non viene pagata nei termini concordati. Cosa si può fare in questi casi? A chi ci si può rivolgere? 

In questo articolo troverai le indicazioni su requisiti, modi e tempi per rimediare al mancato pagamento di un credito. Prima di attivarsi è infatti indispensabile sapere quali tipi di credito possono essere recuperati, le modalità più opportune e lecite per sollecitare il pagamento ed ottenerne il saldo, nonché conoscere i termini entro i quali si può far valere il proprio credito.

Di seguito procederemo analizzando l'argomento in modo specifico, considerando in quali casi è possibile recuperare un credito in modo lecito, quindi secondo quanto è previsto dalla giurisprudenza italiana. Inoltre, è utile sapere che si può agire attraverso modalità diverse. In particolare l'attività stragiudiziale rappresenta una via più "pacifica” per risolvere il problema, cercando di sollecitare il pagamento attraverso una lettera di diffida. La procedura giudiziale, invece, comporta un vero e proprio processo. Ma procediamo con ordine, e proviamo a capire quando si può agire.

Recupero crediti: quando è lecito farlo?

Prima di tutto è bene chiarire le caratteristiche che deve avere un credito prima di poterlo andare a recuperare. In particolare il credito deve essere:

•    Certo: il creditore deve essere in grado di provare l’esistenza del suo diritto e l’importo della somma dovuta.
•    Liquido: ovvero determinato nel suo ammontare o facilmente determinabile, anche attraverso un semplice calcolo matematico. Si pensi ad esempio ad un credito di denaro espresso in valuta estera, che sarà facilmente convertibile in euro.
•    Esigibile: il termine previsto per il pagamento deve essere scaduto o, se il pagamento dipende da una condizione, questa deve essersi avverata.

Recupero crediti stragiudiziale

Dopo avere visto quali sono le caratteristiche che deve avere un credito per essere recuperato, approfondiamo ora le attività concrete che possono essere svolte per ottenere il risultato sperato, ovvero il saldo del nostro credito.

L’attività di recupero del credito si divide genericamente in attività stragiudiziale ed attività giudiziale. In questo capitolo ci soffermeremo sulla prima categoria posto che è l’attività che si svolge per prima.

Per recupero stragiudiziale di un credito si intendono tutte quelle attività che hanno l’obiettivo di ottenere il pagamento del dovuto senza l’intervento dell'autorità giudiziaria.
In pratica si tratta di un complesso di attività che possono consistere in solleciti di pagamento scritti, telefonici, lettere di messa in mora e visite domiciliari da parte di funzionari autorizzati. Lo scopo di questa attività è quello di ottenere il pagamento spontaneo del debitore che, in tal modo, evita le aule giudiziarie con ulteriori e maggiori costi a suo carico.

Tale attività può essere svolta anche direttamente dal creditore, al quale consiglio di rivolgere le richieste di pagamento via PEC o raccomandata con ricevuta di ritorno perché forniscono la prova certa dell'avvenuta ricezione da parte del debitore.
Tuttavia, il più delle volte l’iniziativa del diretto interessato non viene percepita dal debitore come seria ed autorevole e dunque viene ignorata.
E’ preferibile dunque affidarsi a professionisti del settore, quali avvocati e società di recupero crediti.

Attraverso i solleciti scritti e/o telefonici il creditore avvisa il debitore dell’esistenza e dell’ammontare del debito, nonché della sua volontà di recuperarlo bonariamente.
Se il debitore risponde a tali solleciti, si crea l’occasione per il creditore di comprendere le motivazioni del ritardo nel pagamento e soprattutto verificare le intenzioni del debitore e la sua eventuale disponibilità a collaborare, proponendo ad esempio un piano di rientro a rate. 

Nel caso in cui, a fronte di tali solleciti, non vi sia alcuna risposta da parte del debitore si dovrà procedere alla costituzione in mora. In tal caso si invia al debitore, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o PEC, un sollecito scritto in cui si intima al debitore il pagamento entro un termine ben preciso – non inferiore ai 10 giorni - oltre il quale lo si avvisa che si ricorrerà all’Autorità Giudiziaria con addebito di tutti i maggiori oneri e spese sostenute.

Il recupero crediti stragiudiziale ha degli indubbi vantaggi rispetto al recupero giudiziale. Tra i principali vi sono:
•    Maggior rapidità dell’attività stragiudiziale: le tempistiche per la redazione ed invio di un sollecito scritto o per eseguire un sollecito telefonico sono notevolmente inferiori a quelle dell’attività di recupero eseguita per le vie giudiziarie
•    Minori costi per il creditore: inviare una lettera o fare una telefonata è molto più conveniente che instaurare una causa.
•    Maggior velocità d’incasso: se il sollecito di pagamento va a buon fine, il creditore ottiene in tempi brevi l’incasso della somma. 

Purtroppo, in molti casi, la via stragiudiziale non è percorribile o non porta ai risultati sperati. Si pensi all’ipotesi in cui non si riesce a rintracciare il debitore, o questo non sia disposto a valutare un accordo o, peggio ancora, prometta di pagare senza poi provvedervi.

Recupero crediti giudiziale

Il recupero crediti giudiziale, invece, avviene rivolgendosi all’ Autorità Giudiziaria al fine di ottenere un provvedimento di condanna del debitore al pagamento. Tale tipo di attività, pertanto, si svolge quando il debitore non provvedere spontaneamente al pagamento del dovuto.

Per questa fase è necessario farsi assistere da un Avvocato, il quale valuterà l’azione legale più idonea al caso concreto.
In linea generale, il rimedio più utilizzato e veloce per ottenere un provvedimento di condanna del debitore a pagare è quella del Decreto Ingiuntivo. Si tratta di un provvedimento del Giudice che viene emesso in breve tempo (anche una settimana), senza sentire il debitore, su richiesta scritta del creditore, il quale deve fornire una prova scritta del credito (es. contratto, fatture, assegni, riconoscimenti di debito).

In alternativa il creditore potrà instaurare una causa ordinaria per accertare l’esistenza del credito e quindi ottenere una condanna del debitore al suo pagamento. In tal caso le tempistiche sono notevolmente più lunghe ed i costi maggiori.

In ogni caso, prima di intraprendere la via giudiziale è bene valutare il patrimonio del debitore al fine di valutare se vi è la possibilità concreta di ottenere il pagamento del proprio credito. Se infatti il debitore non risulta avere beni propri, un’eventuale provvedimento di condanna del Giudice non porterebbe a nessun risultato concreto, non essendoci beni da pignorare in caso di mancato adempimento. 

Termini per recuperare il credito

La legge stabilisce anche dei termini massimi entro i quali poter recuperare un credito. Di base il creditore ha 10 anni di tempo per poter richiedere il pagamento del dovuto, passati i quali il debitore si intende liberato dal proprio dovere.
Tale termine decennale inizia a decorrere da quando il credito è sorto (ad esempio: dal giorno in cui è stato sottoscritto il contratto, dalla scadenza del termine di pagamento di una fattura, ecc..).

Per determinati tipi di credito la legge prevede tuttavia dei termini più brevi. Volendo elencare i casi principali, vi è un termine di:
•    5 anni per i crediti previdenziali, le somme dovute a titolo di affitto per la locazione di immobili, le somme di denaro dovute a titolo di risarcimento del danno (salvo che il danno derivi dall'inadempimento di un contratto nel qual caso il termine resta di dieci anni), i crediti derivanti dalla cessazione del rapporto di lavoro, gli interessi
•    3 anni per i diritti dei lavoratori e le retribuzioni per attività lavorativa di durata superiore ad un mese
•    2 anni per i crediti derivanti da sinistri stradali (esclusi i casi in cui ci sono delle lesioni fisiche), i crediti che derivano da contratti di assicurazione
•    1 anno per i diritti che derivano da contratti di spedizione, di trasporto, il diritto al pagamento delle rate dei premi assicurativi, i crediti dei commercianti per la merce venduta a privati, il credito del mediatore per la provvigione.

E’ bene precisare che tutti i termini sopra elencati vengono interrotti, ovvero iniziano nuovamente a decorrere, ogni volta in cui il creditore esercita il suo diritto, inviando per esempio al debitore una diffida a mezzo raccomandata o PEC, o iniziando un giudizio avanti il Tribunale.
Un esempio chiarirà il meccanismo: se sono passati 9 anni dal momento in cui è venuto ad esistenza il mio credito, se invio una raccomandata al debitore in cui lo diffido al pagamento, dal giorno in cui il debitore riceve la lettera inizieranno a decorrere nuovamente i 10 anni. 

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