Il recupero crediti nei confronti di una persona deceduta è possibile, ma è necessario seguire attentamente ciò che dice la legge al riguardo. I responsabili sono gli eredi che hanno accettato l’eredità, ma solo per quanto riguarda la loro quota legittima.
Le azioni di recupero crediti non sono sempre semplici, ma se ciò riguarda una persona deceduta diventa ancora più complesso. Ma non bisogna perdere le speranze.
Le legge prevede che gli eredi debbano provvedere al pagamento, per quanto riguarda la loro quota di eredità.
Ma come deve agire il creditore? Cosa può fare per rintracciare i debitori e come può assicurarsi che abbiano effettivamente accettato il lascito del parente defunto?
Scopriamolo insieme leggendo le righe seguenti.
E’ utile sottolineare subito che il recupero crediti di una persona deceduta è possibile. Quindi, chi ha l’esigenza di ottenere il pagamento di determinate somme di cui ha diritto, non deve arrendersi di fronte alla morte del soggetto, dato che tale obbligo si trasmette in automatico agli eredi.
In realtà, questi ultimi hanno la facoltà di scegliere se accettare o meno il lascito del parente deceduto, come vedremo, perciò è necessario effettuare delle verifiche per capire come stanno le cose.
Non è sempre facile procedere in tal senso, per questo motivo il nostro consiglio è quello di affidarsi ad un avvocato esperto in recupero crediti o successioni ed eredità.
Ad ogni modo, risulta abbastanza evidente che, il primo passo da fare è quello di individuare e mettersi in contatto con gli eredi del debitore. In caso di famiglie numerose, tale operazione potrebbe essere lunga e un po’ complessa.
Ma ciò non basta, dato che è importante verificare anche se tali soggetto hanno accettato o meno l’eredità.
Le eventuali notifiche e diffide destinate agli eredi questi ultimi non devono contenere un importo frammentato del debito in quanto, con la successione, tutti gli eredi divengono obbligati in solido al pagamento del debito contratto dal defunto.
Essi, infatti, possono opporsi ad eventuali richieste di pagamento indebite.
E’ importante chiarire un altro aspetto, ovvero per debiti ereditari si intendono i pagamenti non ancora saldati da un soggetto nel momento della sua morte, e la somma totale comprende:
Cosa deve fare un soggetto interessato al recupero crediti di una persona deceduta? A chi deve rivolgersi per ottenere ciò che gli spetta?
Come abbiamo accennato nel paragrafo precedente le obbligazioni di trasferiscono agli eredi. Quindi i responsabili diventano i cosiddetti “chiamati all’eredità”, cioè chi per legge o per testamento ha la possibilità di succedere al defunto.
Ad ogni modo questi ultimi non sono obbligati ad accettare la successione, ma possono anche rinunciare se preferiscono non occuparsi di eventuali debiti non saldati dal parente mentre era in vita.
Per procedere, quindi, è indispensabili rintracciare i chiamati all’eredità divenuti titolari e controllare se hanno accettato il lascito del defunto.
Il creditore conserva nei confronti dei coeredi un’azione solidale. Ciascun coerede è responsabile insieme agli altri del pagamento dei debiti ereditari mantenendo, tuttavia, l’azione di rivalsa verso gli altri coeredi. Questi ultimi saranno tenuti a rimborsare la propria quota a colui che ha pagato l’intero debito.
D’altro canto, chi decide di pagare l’intero debito spontaneamente, ha poi il diritto di rivalsa sugli altri.
Può anche succedere che un soggetto accetti l’eredità con beneficio di inventario, cosa succede a questo punto?
Il recupero crediti di una persona deceduta, in tal caso è sempre possibile, ma con alcuni limiti. Il creditore, infatti, non può chiedere una somma più elevata della quota di eredità, ovvero non può pignorare i beni personali del soggetto, ma soltanto ciò che quest’ultimo ha ottenuto con la successione.
Fino ad ora abbiamo visto contro chi devono essere avviate eventuali azioni di recupero crediti di una persona defunta, vediamo ora cosa deve effettivamente fare il creditore.
Innanzitutto è necessario individuare i soggetti eredi, che solitamente sono dei parenti prossimi, dato che la legge impedisce di disperdere integralmente il patrimonio tra individui estranei alla famiglia, ad esempio amici o associazioni.
Detto ciò, quasi sempre gli eredi sono il coniuge, i figli, o in loro assenza i fratelli o i genitori. Quindi, il primo passo da fare è quello di chiedere un estratto storico di stato di famiglia al Comune dove ha avuto l’ultima residenza il defunto.
Dopo avere individuato i componenti del nucleo familiare, è possibile chiedere i relativi certificati di residenza per capire dove vivono stabilmente, e presso quali indirizzi inviare atti giudiziari e diffide.
In alcuni casi tale procedimento potrebbe essere più complesso del previsto, se si tratta di persone che si sono trasferite all’estero, per questo potrebbe essere utile delegare l’operazione a società di investigazione.
Tuttavia, come abbiamo anticipato, la qualifica di erede si ottiene soltanto dopo l’accettazione dell’eredità, che deve essere fatta con un atto notarile o dinanzi al Cancelliere del Tribunale dove si è aperta la successione.
Per il recupero crediti della persona defunta, quindi, non è possibile agire chiedendo il pagamento subito dopo la morte del debitore originario, ma è necessario attendere che vengano completate le pratiche relative alla successione.
La legge consente a tutti i successibili (non solo legittimari) di attendere 10 anni per decidere se accettare o meno l’eredità, quindi le tempistiche potrebbero essere molto lunghe.
Ad ogni modo una eventuale rinuncia deve essere trascritta in Tribunale, perciò il creditore può controllare tramite un accesso in cancelleria, se ciò è avvenuto.
In genere, comunque, è l’interessato stesso ad eccepire tale circostanza nel momento in cui riceve una richiesta di pagamento.
Per il recupero crediti di una persona deceduta, come abbiamo detto, i responsabili sono gli eredi, in misura proporzionale alla loro quota legittima e se hanno accettato l’eredità.
Ma cosa succede se questi ultimi hanno maturato anche altri debiti personale dei confronti di altri creditori?
Risulta evidente che, anche altri soggetti potrebbero essere interessati ad aggredire eventuali beni ottenuti con la successione. In questo caso occorre verificare se l’accettazione dell’eredità è stata eseguita con beneficio di inventario e in forma pura e semplice. Nel primo caso, i creditori personali dell’erede possono aggredire i beni ricevuti in successione solo dopo che siano stati pienamente soddisfatti i creditori del defunto. Nel secondo caso, il patrimonio ereditario si unisce al patrimonio personale dell’erede per cui ogni bene potrà essere aggredito anche dai creditori personali del successore.
Come possiamo notare, il recupero crediti di una persona deceduta non è proprio semplice. E’ necessario sapersi muovere nel modo corretto, per evitare di fallire.
Per questo motivo è necessario affidarsi ad un avvocato civilista esperto in materia. Su Avvocato360 è possibile consultare vari profili di professionisti, filtrandoli per zone di competenza.
Non è raro che anche l'erede si trovi in una situazione debitoria nei confronti di qualche ente. Cosa succede se sia i creditori dell'erede che quello del defunto vogliono rivalersi sull'eredità? Chi prevale? In questo caso si può parlare di diritto di prelazione da parte dei creditori del defunto: questo significa che i patrimoni ereditati possono essere prima aggrediti per il pagamento dei debiti del parente non più in vita e solo la restante parte può essere utilizzate per estinguere i debiti personali.
Per far sì che ciò avvenga, però, è necessario separare i due patrimoni. In ogni caso, la richiesta di pagamento per i debiti della persona defunta può essere effettuata solamente dopo l'accettazione dell'eredità. In caso contrario, la richiesta di denaro non ha nessun valore.
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