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Recupero crediti società cancellata: è possibile?

Se una società viene cancellata dal registro delle imprese ma ci sono ancora dei debiti da pagare, cosa si può fare? Scopriamo cosa succede ai soci.

Da moltissimo tempo, ormai, giudici e parlamenti di governi vari, si trovano da sempre davanti ad uno dei problemi che affligge l'Italia. Spesso, infatti, si ha a che fare con società che chiudono per non finire di pagare i propri debiti ai creditori, ed altre che, invece, vorrebbero continuare a riscuotere i propri crediti pur avendo cessato l'attività.

L'attività di giudici e parlamenti, dunque, da una parte cerca di tutelare chi deve riprendere i suoi soldi: si pensi, ad esempio, a chi ha ancora una causa in corso o a chi - per un motivo o per un altro - non avvia subito le pratiche per il recupero del credito. Si vuole evitare, dunque, che un atto volontario dei soci possa portare alla frustrazione delle ragioni dei creditori.

Nel secondo caso, invece, si tende a privilegiare chi decide volontariamente di cancellare una società dai registri d'impresa per non dover sostenere dei costi troppo alti - ad esempio - ma senza pregiudicare il diritto di tutti i soci di riscuotere le somme che sono ancora in mano ai debitori.

L'annosa domanda, in pratica, è: ma in caso di una società chiusa o cancellata, che fine fanno i debiti ed i crediti? Questa questione è stata affrontata spesso dalla Cassazione: una delle sentenze più importanti in questo senso risale al 2013.

Qualora all’estinzione della società, conseguente alla sua cancellazione dal registro delle imprese, non corrisponda il venir meno di ogni rapporto giuridico facente capo alla società estinta, si determina un fenomeno di tipo successorio, in virtù del quale: a) le obbligazioni si trasferiscono ai soci, i quali ne rispondono, nei limiti di quanto riscosso a seguito della liquidazione o illimitatamente, a seconda che, pendente societate, essi fossero o meno illimitatamente responsabili per i debiti sociali; b) si trasferiscono del pari ai soci, in regime di contitolarità o di comunione indivisa, i diritti ed i beni non compresi nel bilancio di liquidazione della società estinta, ma non anche le mere pretese, ancorché azionate o azionabili in giudizio, né i diritti di credito ancora incerti o illiquidi la cui inclusione in detto bilancio avrebbe richiesto un’attività ulteriore (giudiziale o extragiudiziale), il cui mancato espletamento da parte del liquidatore consente di ritenere che la società vi abbia rinunciato.

Recupero crediti società cancellata: cosa significa?

Quando una società viene cancellata dal registro delle imprese, di fatto, non esiste più. Per un certo periodo di tempo, però, esisterà ancora per il fisco. Così come avviene per gli eredi in caso di morte di una persona, gli eredi alla "morte" di un'azienda sono i soci. Questi, dunque, ereditano debiti e crediti che sono ancora pendenti al momento in cui l'azienda è stata chiusa. I soci, dunque, diventano da un lato responsabili dei debiti ancora esistenti e dall'altro titolari di eventuali crediti non ancora riscossi.

Dicendolo in altre parole, dunque, se qualcuno ha un credito nei confronti di un'azienda cancellata può rivalersi sui soci ed è corretto, dunque, intimare un decreto ingiuntivo ai soci nonostante l'azienda sia stata cancellata e di fatto non esista più. Se, invece, la società era creditrice nei confronti di qualcuno, potrà ancora chiedere la riscossione di quanto dovuto: i soci subentrano in automatico nel relativo diritto alla riscossione.

Recupero crediti società cancellata: le responsabilità dei soci

Ma quanto rischiano, di fatto, i soci di una società che ha chiuso e che ha ancora dei debiti? La risposta cambia in base al tipo di società: che sia questa di persone (Snc, Sas, Società semplice) o che sia una società di capitali (Srl, Spa e Sapa).

  • ​Nelle società di capitali, ovvero Sapa, Srl ed Spa, i soci non rischiano mai i propri averi personali. Ciò che viene perso nel caso di chiusura o fallimento è semplicemente il capitale già versato all'interno della società al momento della costituzione della stessa ed i successivi versamenti fatti. I creditori, dal canto loro, potranno rivalersi non sui beni dei soci, ma solamente sui beni societari: immobili, conti correnti eccetera.
  • Nelle società di persone (Snc, Sas e Società semplice), invece, i soci mettono a repentaglio anche il proprio patrimonio personale: in questo caso dunque, i creditori possono chiedere il pignoramento dei loro beni nel caso in cui la società fosse nullatenente.

E se questa distinzione vale nel caso di chiusura o fallimento, vale anche alla morte della società. Con la chiusura della società di persone, i soci continuano a rischiare con il proprio patrimonio. Con la chiusura di una società di capitali, invece, i soci continuano ad essere responsabili solamente per ciò che concerne le proprie quote per un importo massimo pari a quanto percepito con l'ultimo bilancio di liquidazione.

Questo concetto è stato anche confermato dalle Sezioni Unite della Cassazione:

come, nel caso della persona fisica, la scomparsa del debitore non estingue il debito, ma innesca un meccanismo successorio nell’ambito del quale le ragioni del creditore sono destinate ad essere variamente contemperate con quelle degli eredi, così, quando il debitore è un ente collettivo, non v’è ragione per ritenere che la sua estinzione (alla quale, a differenza della morte della persona fisica, concorre di regola la sua stessa volontà) non dia ugualmente luogo ad un fenomeno di tipo successorio, sia pure sui generis, che coinvolge i soci ed è variamente disciplinato dalla legge a seconda del diverso regime di responsabilità da cui, pendente societate, erano caratterizzati i pregressi rapporti sociali

Recupero crediti società cancellata: i debiti fiscali

Per le società di capitali e relativamente ai debiti fiscali come accertamenti dell'Agenzia delle Entrate o cartelle esattoriali, la società chiusa continua ad essere nell'occhio del ciclone del fisco per altri 5 anni dalla cancellazione dal registro delle imprese. Questo, in pratica, sancisce che la società chiusa può anche essere trascinata in tribunale o essere dichiarata fallita nonostante la chiusura già avvenuta.

ai soli fini della validità e dell’efficacia degli atti di liquidazione, accertamento, contenzioso e riscossione dei tributi e contributi, sanzioni e interessi, l’estinzione della società di cui all’articolo 2495 del Codice civile ha effetto trascorsi cinque anni dalla richiesta di cancellazione del Registro delle imprese

Recentemente, inoltre, la Cassazione ha stabilito che i soci che chiudono una società rispondono dei debiti preesistenti non ancora pagati anche se nell'ultimo bilancio di liquidazione non hanno percepito nulla. La sentenza che ha apertamente fatto un cambio di rotta rispetto al passato è la numero 6070/2013 emessa dalle Sezioni Unite della Cassazione.

Novità 2020

La Corte di Cassazione ha stabilito, con l'ordinanza n°22432 del 16 Ottobre 2020, che la cancellazione della società dal registro delle imprese non determina la rinuncia ai crediti. La posizione dei soci, ovvero, la successione nei rapporti attivi pendenti alla data della cancellazione della società riguarda i cosiddetti diritti certi. Nel caso in cui non si faccia riferimento a pretese incerte, quindi si parli di un bene o di un diritto, che se fossero stati noti al momento della liquidazione, questi sarebbero dovuti essere inseriti nel bilancio di liquidazione contenente la ripartizione per socio.

Fonti normative:

Sentenza n° 6070 del 2013 Corte di Cassazione

Ordinanza n° 22432 del 2020 Corte di Cassazione


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