La fideiussione omnibus è una garanzia data per coprire tutti i debiti di un soggetto, anche quelli non ancora assunti. Per essere valida non deve superare un determinato limite economico e non deve essere sproporzionata rispetto al debito che copre.
Secondo quanto stabilito dalla giurisprudenza italiana, un soggetto può fare da garante per quanto riguarda i debiti assunti da un’altra persona. Ciò significa che, se il debitore principale non riesce a far fronte alle obbligazioni prese, deve intervenire chi ha prestato la garanzia in merito, cioè il fideiussore.
Si tratta di una pratica molto diffusa nel nostro Paese, soprattutto negli ultimi anni, a causa della crisi economica che ha messo in difficoltà si aziende che cittadini privati.
Nella vita quotidiana succede di frequente di doversi indebitare per fare fronte alle necessità, ma non sempre si riesce poi a pagare il credito concesso, per questo motivo la pratica della fideiussione viene utilizzata spesso, soprattutto come garanzia richiesta dai creditori.
In alcuni casi viene chiesta dal padrone di casa, nel momento in cui viene sottoscritto un contratto d’affitto, per assicurarsi che gli inquilini riescano a pagare sempre il canone di locazione concordato, oppure può essere imposta se viene chiesto un finanziamento,
Esiste, poi, una forma particolare di garanzia, utile per coprire non solo i debiti passati, ma anche quelli non ancora contratti, stiamo parlando della fideiussione omnibus, che è caratterizzata da specifici requisiti di validità, come vedremo a breve.
La fideiussione omnibus viene prestata come garanzia della totalità dei debiti, sia presenti che futuri, come ci suggerisce il termine stesso, infatti “omnibus” significa omnicomprensivo.
Il fideiussore in questo caso deve farsi carico del pagamento di tutte le obbligazioni, anche quelle successive alla sottoscrizione del contratto, derivanti da qualsiasi tipo di operazione. Si tratta in altre parole di una garanzia generica per tutti i debiti che può assumere un individuo o una società.
Generalmente viene richiesta quando una persona ha un’apertura di credito presso una banca, e quest’ultima ha preteso la presenza di un garante per evitare rischi in merito.
E’ una pratica utilizzata molto spesso per eludere alla responsabilità limitata di alcune piccole aziende, che possono accedere a finanziamenti solamente se i soci sono disposti a prestare una garanzia totale, garantendo così alla banca delle sicurezze in caso di insolvenze della società.
Il soggetto che si impegna in qualità di fideiussore omnibus, si accolla notevoli rischi, in quanto dovrà fare fronte al pagamento di svariate obbligazioni, anche future.
Per questo motivo ci sono state diverse discussioni in materia, nell’ottica di stabilire se si tratta di una modalità giuridicamente valida oppure no.
In risposta in merito, ci viene data dall’art. 1938 del codice civile, che afferma:
La fideiussione può essere prestata anche per un'obbligazione condizionale o futura con la previsione, in questo ultimo caso, dell'importo massimo garantito.
Dunque, per evitare la nullità, nella fideiussione omnibus deve essere indicato un tetto massimo di copertura, oltre il quale non è possibile coprire le obbligazioni assunte dal debitore principale.
Se ciò non avviene l’accordo non è valido a causa dell’indeterminabilità dell’oggetto.
Senza porre un limite, infatti, risulta ovvio che si potrebbe creare un circolo vizioso nel quale svariati debiti, comportano a ulteriori obbligazioni e inadempienze da parte del soggetto che ha assunto il ruolo di garante.
Quando si parla di fideiussioni omnibus, le banche hanno il dovere o meglio l’onere di controllare la situazione finanziaria del debitore. La Cassazione ha ribadito infatti che l’Istituto di Credito deve agire seguendo dei criteri volti ad una sana gestione del credito, ovvero mantenendo dei comportamenti non contrari alla buona fede oggettiva. Ciò significa che, prima di concedere dei prestiti deve essere valutata la possibilità economica del soggetto.
Non è possibile, infatti, confidare solamente sulla garanzia fideiussoria.
Il grado di diligenza richiesto alla banca è particolarmente rigoroso considerando che la sua attività principale riguarda proprio la gestione dei risparmi e la concessione di prestiti. Detto ciò il garante, in questo caso il soggetto debole, può invocare una tutela giuridica se la banca adotta una condotta negligente a suo danno.
L’art. 1956 c.c afferma infatti che:
Il fideiussore per un'obbligazione futura è liberato se il creditore, senza speciale autorizzazione del fideiussore, ha fatto credito al terzo, pur conoscendo che le condizioni patrimoniali di questo erano divenute tali da rendere notevolmente più difficile il soddisfacimento del credito.
Non è valida la preventiva rinuncia del fideiussore ad avvalersi della liberazione
Fino ad ora abbiamo visto come è possibile coprire un credito, assicurando al suo titolare la possibilità di recuperarlo attraverso una garanzia di un soggetto terzo.
In ogni caso il fideiussore può liberarsi dall’impegno preso se il creditore non adotta delle pratiche corrette e trasparente per elargire finanziamenti. Ciò significa che con una fideiussione omnibus si possono coprire anche debiti futuri, ma devono essere stati elargiti in buona fede, e non aggravando la situazione già pericolosa del debitore principale.
Ad esempio se uno zio decide di aiutare il nipote in difficoltà economiche, aiutandolo ad ottenere un finanziamento dalla banca, ma prima di saldare il debito presente, l’istituto concede un ulteriore prestito aggravando la situazione economica del soggetto, il fideiussore può recedere il contratto in quanto sono stati violati gli accordi di buona fede,
Quanto abbiamo detto è stato dichiarato nella sentenza n. 16827/16, del 9/08/2016 della Cassazione, per sottolineare come le questioni inerenti ai debiti debbano essere gestite con maggiore cautela.
Il garante, infatti, può fare causa alla banca, chiedendo l’annullamento del contratto e lo scioglimento da qualsiasi tipo di obbligo.
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