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Affittacamere: come iniziare l’attività?

Affittacamere è un’attività molto diffusa negli ultimi anni, che consente agli individui di avere un’entrata economica aggiuntiva occasionale o di tipo imprenditoriale. Ma come funziona esattamente o quali sono gli adempimenti necessari?

Può accadere che, chi dispone di una casa grande, abbia il desiderio di affittare alcune camere per riuscire a guadagnare qualcosa. Sempre più spesso, infatti, negli ultimi anni chi viaggia per motivi di lavoro, di studio o di svago cerca soluzioni alternative ai classici hotel o residence.

D’altro canto lasciare parte di una casa inutilizzata è uno spreco, quindi diversi soggetti decidono di intraprendere una nuova avventura che può essere imprenditoriale ma non necessariamente.

La prima domanda che viene in mente a chi prende tale decisione riguarda le autorizzazioni e i vari adempimenti fiscali necessari per potere lavorare in regola dal punto di vista legale e fiscale.

Vediamo, quindi, di descrivere nelle prossime righe come funziona tale pratica, evidenziando la procedura da seguire per potere diventare affittacamere.

Cosa significa affittacamere?

Il termine affittacamere non è nato recentemente, infatti già nel 1939 si parlare di questo particolare tipo di attività ricettiva extra-alberghiera.

Lo scopo è quello di ospitare, a fronte di un pagamento, alcune persone in appartamenti dotati di camere. I servizi offerti sono diversi da quelli di un hotel, per questo si tratta di una categoria a sé stante.

In particolare la gestione è differente, dato che gli affittacamere sono solitamente dei privati che decidono di affittare alcune stanze all’interno dell’appartamento in cui vivono o di cui sono proprietari. 

Ma come funziona esattamente?

Va subito sottolineato che non esiste un regolamento unico per regolamentare il turismo, dato che è uno dei compiti delle singole Regioni. Detto ciò risulta evidente che è necessario analizzare le leggi regionali in materia.

Nel 2011 è stato emanato un decreto con lo scopo di riordinare le normative a livello nazionale, ma è stato considerato come parzialmente incostituzionale, proprio perchè ha oltrepassato i limiti di competenza statale, sconfinando in quella regionale.

Ad ogni modo oggi i regolamenti vengono disciplinati da ogni singola regione, perciò per capire come procedere per potere aprire e gestire degli affittacamere vanno visionate tali norme.

Possiamo dire che a livello nazionale sono disciplinate solo alcune regole standard, ma non vengono forniti dettagli in merito.

Generalmente, comunque, si possono affittare al massimo 6 camere, situate in non più di due appartamenti nello stesso edificio.

La legge ha l’obiettivo di stabilire:

  • il numero di camere da affittare
  • le modalità per potere aprire l’attività, quindi eventuali autorizzazioni e comunicazioni
  • le ore giornaliere dedicate al ricevimento
  • i servizi minimi garantiti

Come abbiamo già detto il servizio minimo è l’alloggio, ma ce ne possono essere anche molti altri.

Ad ogni modo, per essere a norma le camere e gli appartamenti devono soddisfare dei
requisiti minimi:

  • le camere devono essere arredate adeguatamente, ovvero con letto, armadio, sedie, scrivania, cestino, biancheria, ecc
  • il bagno deve essere completo e a norma
  • ci deve essere la garanzia di un servizio di ricevimento, ovvero un addetto al servizio reperibile
  • ci devono essere i servizi minimi di pulizia quotidiana, cambio biancheria, luca, acqua, gas

Inoltre, ci possono essere i seguenti servizi complementari:

  • prima colazione, ovvero il cosiddetto Bed&Breakfast
  • ristorazione o somministrazione di bevande
  • lavanderia o pulizia straordinaria

Qualsiasi sia la tipologia di offerta, l’affittacamere deve essere in regola con tutte le varie norme igienico-sanitarie.

Affittacamere occasionale

L’attività di affittacamere può essere svolta sporadicamente in modo occasionale, oppure professionalmente.

Ovviamente tra le due modalità ci sono molte differenze, soprattutto dal punti di vista fiscale. Ad ogni modo, anche chi sceglie di non aprire una partita iva, deve sempre chiedere l’autorizzazione amministrativa al Comune di riferimento per potere iniziare l’attività.

In pratica deve essere presentata la Scia, ovvero la Segnalazione di Inizio Attività, descrivendo se si intende intraprendere l’attività in modo occasionale o professionale.

Inoltre, devono essere allegate anche le varie autocertificazioni ed attestazioni effettuate dai tecnici in merito agli impianti, all’agibilità e al nulla osta igienico sanitario fornito dall’Asl.

Se si tratta di un affittacamere occasionale non si deve aprire la partita iva o nemmeno effettuare l’iscrizione presso il Registro delle imprese.

Da un punto di vista legale, infatti, è sufficiente informare la pubblica amministrazione in merito al motivo del via vai di persone attorno all’edificio, e sulla capacità ricettiva.

Ma quando l’affittacamere può essere un’attività occasionale?

Ci devono essere le seguenti caratteristiche:

  • l’attività deve essere svolta in molto saltuario, quindi non con continuità
  • non si offrono servizi complementari
  • le camere affittate si trovano all’interno della casa dove il proprietario ha il domicilio o la residenza

Affittacamere professionale

Il discorso cambia se l’attività di affittacamere è professionale, dato che è obbligatorio aprire una partita iva entro 30 giorni e iscrivere l’attività al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio.

Ad ogni modo aprendo la partita iva, un soggetto diventa a tutti gli effetti un imprenditore per un determinato settore. Il Codice Ateco di riferimento è 55.20.51, per
“affittacamere per brevi soggiorni, case ed appartamenti per vacanze, B&B, residence”.

Anche in questo caso è necessario presentare la Scia, la Segnalazione Certificata di Inizio Attività, presso il Comune di riferimento.

Si devono allegare anche i seguenti documenti:

  • certificato di agibilità
  • nulla osta igienico-sanitario dell’Asl
  • certificazione degli impianti a norma

Ma non solo, per rispettare a pieno le regole in materia si deve anche:

  • comunicare la presenza degli ospiti in Questura, se essi rimangono per meno di 30 giorni
  • registrare il contratto di locazione presso l’Agenzia delle entrate se la permanenza supera i 30 giorni. In genere, comunque, i soggiorni presso gli affittacamere sono abbastanza brevi
  • se l’attività è professionale devono essere comunicati i prezzi imposti

La dichiarazione dei redditi

Le entrate derivanti dall’attività di affittacamere rientrano tra i redditi, quindi devono essere dichiarate dal soggetto.

Gli adempimenti sono diversi in base alla tipologia di esercizio adottata.

In pratica:

  • se occasionale: le entrate vengono considerate “redditi diversi” da indicare nel quadro RI di Unico Persone Fisiche o nel modello 730, e verranno assoggettati all’Irpef
  • se professionale: si tratta di un’attività imprenditoriale vera e propria, quindi è necessario fatturare tutto e pagare le relative tasse. I redditi in questo caso sono assoggettati all’Iva.

Ad ogni modo, come abbiamo già sottolineato, a livello nazionale si possono individuare soltanto delle indicazioni standard, ma ogni singola Regione ha le proprie leggi e regolamenti in materia.

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