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Agenda 2030: cos'è

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma sottoscritto nel 2015 dai Paesi membri delle Nazioni Unite. Contiene 17 obiettivi in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale che gli Stati si impegnano a raggiungere entro il 2030. 

L’Agenda è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità.

L’Agenda 2030 è stata sottoscritta nel 2015 da 193 Paesi membri delle Nazioni Unite. È un importante impegno nell’ottica della sostenibilità per le generazioni future. L’obiettivo è di creare un mondo migliore e più sicuro: i leader mondiali si sono ufficialmente impegnati ad eliminare la povertà, garantire pace e prosperità e proteggere il pianeta. È fondata su 5 concetti chiave: Persone, Prosperità, Pace, Partnership e Pianeta.

L’Agenda 2030 istituisce una tabella di marcia per la cooperazione internazionale in tema di sviluppo sostenibile.

Essa persegue inoltre il rafforzamento della pace universale in una maggiore libertà. I Paesi firmatari riconoscono che sradicare la povertà̀ in tutte le sue forme e dimensioni, inclusa la povertà̀ estrema, sia la più grande sfida globale ed un requisito indispensabile per lo sviluppo sostenibile.

In questo articolo vedremo cos’è l’Agenda 2030 e quali sono gli obiettivi, quali sono gli interventi normativi dell’Unione Europea sul tema e come sta contribuendo l’Italia.


L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile

Si tratta di un ambizioso programma d’azione condiviso, sottoscritto il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU, tra cui l’Italia. L’Agenda, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite fissa 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile, da attuare a partire dal 2020 e da raggiungere entro l’anno stabilito: il 2030.

I 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dimostrano la dimensione e l’ambizione di questa nuova Agenda universale. Essi si basano sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e mirano a completare ciò̀ che questi non sono riusciti a realizzare. Essi mirano a realizzare pienamente i diritti umani di tutti e a raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze. Essi sono interconnessi e indivisibili e bilanciano le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: la dimensione economica, sociale ed ambientale.

Un modello sostenibile prevede infatti la crescita non solo economica, ma anche sociale e istituzionale, che sia rispettosa dell’ambiente e compatibile con le risorse del pianeta.

Gli obiettivi dell’Agenda 2030

17 obiettivi che gli Stati si sono impegnati a perseguire – Sustainable Development Goals (SDGs) – fanno parte di un più ampio piano d’azione che prevede un totale di 169 traguardi interconnessi e indivisibili.

Si tratta di obiettivi comuni su questioni rilevanti come la lotta alla povertà, il contrasto al cambiamento climatico e l’uguaglianza di genere, per citarne alcuni.

Vediamo nello specifico quali sono i 17 obiettivi dell’Agenda 2030:

  • Sconfiggere la povertà, in particolare eliminando la povertà estrema per tutte le persone del mondo.
  • Sconfiggere la fame, assicurando a tutte le persone l’accesso ad un’alimentazione sicura, nutriente e sufficiente.
  • Assicurare salute e benessere per tutti, riducendo in particolare la mortalità materna e dei bambini sotto i 5 anni.
  • Garantire a tutti un’istruzione di qualità, libera ed equa.
  • Raggiungere la parità di genere, ponendo fine ad ogni forma di discriminazione.
  • Garantire a tutti la disponibilità di acqua e strutture igienico-sanitarie.
  • Assicurare l’accesso universale a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni
  • Sostenere la crescita economica inclusiva e sostenibile, l’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti.
  • Sviluppare infrastrutture di qualità e promuovere l’industrializzazione inclusiva e sostenibile.
  • Ridurre le disuguaglianze e promuovere l’inclusione sociale, economica e politica di tutti.
  • Garantire a tutti l’accesso ad un alloggio ed aumentare l’urbanizzazione inclusiva.
  • Garantire modelli sostenibili di produzione e consumo.
  • Lottare contro il cambiamento climatico, integrando nelle politiche nazionali misure di contrasto alle sue conseguenze.
  • Ridurre l’inquinamento marino e proteggere gli ecosistemi marini.
  • Proteggere l’ecosistema terrestre, contrastando la desertificazione e favorendo la diversità biologica.
  • Promuovere società pacifiche e più inclusive, eliminando le forme di violenza e promuovendo la parità di accesso alla giustizia.
  • Rafforzare il sostegno internazionale ai Paesi in via di sviluppo, rafforzando la cooperazione mondiale.

Dagli obiettivi si ricava come la sostenibilità non sia una questione solamente ambientale, ma riguardi anche un cambiamento di paradigma socio-economico.


Agenda 2030: interventi dell’Unione Europea

Lo sviluppo sostenibile è formalmente uno degli obiettivi a lungo termine dell’UE (art. 3, Trattato sull’Unione Europea), che già nel 2010 ha integrato la tematica nella “Strategia Europa 2020”. La Strategia ruota intorno a temi come istruzione e innovazione, abbassamento delle emissioni di carbonio, resistenza ai cambiamenti climatici, creazione di posti di lavoro e riduzione della povertà.

Oltre a ciò, nel 2011 la Commissione Europea ha pubblicato la comunicazione n. 681 - “A renewed EU strategy 2011-14 for Corporate Social Responsibility” – nella quale si delinea una nuova strategia sulla responsabilità delle imprese. Imprese che ora sono chiamate ad integrare nei loro piani strategici aziendali temi sociali, etici, ambientali per massimizzare i risultati in ottica di sviluppo sostenibile.

Tra le altre iniziative rilevanti dell’Unione Europea in tema di sostenibilità ci sono:

  • La Strategia sulla Bioeconomia(2012), che ha l’obiettivo di sostituire l’uso di fonti fossili con alternative naturali e, in generale, di promuovere la produzione di risorse biologiche rinnovabili.
  • Il Piano d’azione per l’economia circolare (2015), un pacchetto di misure per agevolare le imprese e i consumatori nella transizione verso un’economia che preveda il riciclaggio e il riutilizzo, nell’ottica di aumentare il ciclo di vita dei prodotti. 

Da ultimo, nel contesto del suo naturale partenariato con le Nazioni Unite per la creazione di un mondo migliore e più sicuro, l’Unione Europea si è impegnata nella definizione dei principi dell’Agenda 2030.

Tra il 2019 e il 2020 è stato infatti avviato il Green Deal Europeo, un programma d’azione per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, in relazione anche all’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.


Agenda 2030: interventi normativi in Italia

Anche l’Italia è intervenuta introducendo normative di adeguamento agli obiettivi dell’Agenda 2030.

Gli interventi più rilevanti sono:

  • Il Collegato Ambientale (L. 221/2015), contenente “disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di Green Economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”. Garantisce l’aggiornamento con cadenza triennale della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SnSS), strumento con cui sono declinati a livello nazionale i principi e gli obiettivi dell’Agenda 2030.
  • L’istituzione della Cabina di regia “Benessere Italia”, organo della Presidenza del Consiglio con il compito di coordinare, monitorare, misurare e migliorare le politiche dei Ministeri nell’ottica del benessere dei cittadini.
  • La creazione nel 2016 dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASVIS), un’organizzazione con lo scopo di diffondere la conoscenza e la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
  • La direttiva del presidente del Consiglio del 16 marzo 2018, contenente l’indirizzo per dare attuazione alla Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile.
  • La nuova Strategia Nazionale per l’economia circolare, adottata nel 2021 dal MiTe (Ministero per la Transizione Ecologica), la quale prevede una serie di misure legate alla gestione dei rifiuti e alla promozione del riuso e riparazione dei prodotti.

Il monitoraggio degli obiettivi

L'attuazione dell'Agenda 2030 e la distanza dagli obiettivi di sviluppo sostenibile viene monitorata annualmente dall'High Level Political Forum delle Nazioni Unite, che riveste un ruolo cruciale nella supervisione dei processi di monitoraggio e revisione a livello globale.

In Italia è l'ISTAT a svolgere un ruolo attivo di coordinamento nazionale nella produzione degli indicatori per la misurazione dello sviluppo sostenibile e il monitoraggio dei suoi obiettivi. Lo stesso istituto pubblica annualmente il rapporto SDGs, che da diversi anni fornisce indicatori per la misurazione dei progressi compiuti dall'Italia nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Nell'ultimo rapporto SDGs dell’ISTAT è inoltre contenuta una prima proposta di corrispondenza tra gli indicatori SDGs e le 6 missioni previste dal PNRR.

A partire dalle informazioni contenute in tale rapporto è stato predisposto il documento nazionale di monitoraggio Voluntary National Review 2022, presentato all'ONU nel luglio 2022.

Al fine di consentire il monitoraggio delle misure del PNRR attraverso gli indicatori di sostenibilità, l'Istat ha predisposto, nel mese di settembre 2022, un “cruscotto informativo” per la navigazione tra le missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e gli indicatori di benessere e sviluppo.

AGENDA2030 AMBIENTE SVILUPPO SOSTENIBILE
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