Il diritto di ripensamento: come funziona? Quando si può esercitare? Vediamolo insieme.
Oggi, grazie alla tecnologia è possibile stipulare un contratto anche senza la presenza fisica del contraente o meglio dei contraenti.
Pensate, infatti, ai passi da gigante che ha fatto la tecnologia. E' impensabile, ad esempio, uscire di casa senza il proprio telefono o rimanere in casa senza la linea internet o poter lavorare fuori casa senza poter utilizzare il proprio portatile. Proprio questo "essere indispensabile" si è riflesso anche nel mondo del diritto dove, appunto, grazie alla tecnologia non è più indispensabile che i contraenti del contratto siano uno di fronte all'altro per la stipula di un contratto.
E' sufficiente, infatti, una telefonata o un semplice click con il mouse sui nostri dispositivi per aderire ad offerte, stipulare contratti eccetera. Quante volte, ad esempio, abbiamo acquistato qualcosa online attraverso uno store qualsiasi? Ormai tutto, sul web, è diventato semplice: si va su un sito internet, si scorrono gli articoli presenti, si inseriscono nel proprio carrello e si acquistano attraverso il pagamento digitale. Tutto ciò, inoltre, non vale solamente per piccoli oggetti, ma anche per l'acquisto di mobili, di automobili, assicurazioni, cibo e molto altro ancora. Ma se è così semplice acquistare, è anche indispensabile che sia possibile recedere dal contratto o, appunto, avere la possibilità di un ripensamento.
L'era degli acquisti via web ha dato origine all'acquisto compulsivo ed a volte anche di cose che non necessitiamo davvero o che non rispecchiano quelle che sono le nostre aspettative iniziali, che avevamo al momento dell'acquisto. Accade, dunque, che a volte la merce acquistata non sia di nostro gradimento e non succede solamente con oggetti acquistati online ma anche con contratti di somministrazione di servizi ad esempio, che - tra le altre cose - sono più impegnativi perché duraturi nel tempo: la linea internet, contratti telefonici, della luce, del gas e così via.
Il diritto di ripensamento è ciò che la legge mette a disposizione del consumatore che, dopo aver effettuato un acquisto, si penta dell'acquisto fatto ovvero colui che, dopo aver acquistato, voglia recedere dal contratto cioè sottrarsi al contratto appena stipulato.
Prima di vedere in modo approfondito che cos'è il diritto di ripensamento è bene capire che cos'è il diritto di recesso ed a che cosa serve.
Partiamo da ciò che la legge dice in merito ai contratti: i contratti, secondo il codice civile, hanno forza di legge tra le parti e possono essere sciolti solamente con un consenso reciproco delle parti o per motivi ammessi dalla legge. In sostanza, dunque, se si stipula un contratto con un'altra persona, si sarà vincolati a quel contratto allo stesso modo che se ci fosse una legge ad imporlo. Per liberarsi o per recedere da questo contratto, quindi, il solo modo consentito è trovare un accordo con l'altra parte o trovare una legge che permetta di recedere anche senza l'accordo con la parte che ha stipulato il contratto con voi.
E se sembra, quindi, che stipulare un contratto sia vincolante in modo stringente, va detto che in realtà - soprattutto per i contratti di somministrazione - recedere da un contratto è tutto sommato facile e spesso si risolve con il pagamento di una somma in denaro (normalmente una penale). Il recesso, dunque, è la strada o meglio il diritto di uscire dal contratto.
Come detto, il recesso può essere previsto all'interno del contratto oppure può essere stabilito per legge. Il diritto di ripensamento è un'ipotesi di recesso legale ovvero il recesso che è la legge stessa a mettere a disposizione delle parti che sottoscrivono un contratto in veste di consumatori. In pratica, dunque, se si acquista un bene per una finalità che sia del tutto estranea a quella che è la propria professione - e quindi se si acquista come puramente come consumatori - la legge consentirà di poter recedere da quel contratto a determinate condizioni. Quali sono queste condizioni? Vediamole insieme.
Come visto, dunque, il diritto di ripensamento consente di recedere da un contratto solamente a determinate condizioni ovvero che si sia consumatori e che questo contratto sia stato stipulato non di persona ma attraverso strumenti telematici o al di fuori di locali commerciali. Ma come funziona nello specifico questo tipo di recesso?
Entro 14 giorni dal ricevimento della merce oppure entro 14 giorni dalla sottoscrizione di un contratto per la fornitura di servizi, il consumatore è libero di poter tornare sui suoi passi e recedere, dunque, dal contratto. In questo determinato caso, inoltre - e la cosa non è di poco conto - il recesso è assolutamente libero: il consumatore, dunque, non sarà tenuto a giustificare nulla né dovrà sostenere un costo per poter applicare il recesso; tutto ciò che si è pagato fino a quel momento, inoltre, verrà completamente rimborsato.
Per accedere a questo tipo di recesso, sarà sufficiente, nei 14 giorni come detto prima, inviare una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno all'interno della quale sarà scritta la volontà di avvalersi del diritto di recesso. Con questa comunicazione, la controparte non potrà mai obiettare nulla e sarà tenuta legalmente a sciogliere il contratto stipulato.
Il recesso per il diritto di ripensamento può essere effettuato per qualsiasi contratto che sia stato stipulato a distanza: sia esso una compravendita - come ad esempio un acquisto errato o non voluto attraverso uno store online - sia esso un contratto di fornitura di un servizio (come ad esempio contratti per luce, internet, gas e così via).
Se la tipologia di contratto, dunque, mette sempre a disposizione il diritto di ripensamento, cambiano le tempistiche entro cui questo può essere esercitato.
E' bene ricordare, inoltre, che nel caso in cui la controparte non comunichi immediatamente il diritto al ripensamento, il periodo per il recesso termina 12 mesi dopo la fine del periodo di recesso iniziale: ciò vuol dire che se il venditore non informa espressamente il cliente della possibilità di recedere antro 14 giorni dal contratto attraverso il diritto di ripensamento, questo diritto si espande a 12 mesi i quali decorrono dal termine degli iniziali 14 giorni previsti per legge e di cui non si è stati informati. Se, invece, il venditore comunica non subito ma nell'arco di 12 mesi la possibilità di recesso, allora il diritto di ripensamento potrà essere esercitato entro 14 giorni dal giorno dell'avvenuta comunicazione da parte del venditore così come previsto dall'articolo 53 del codice del consumo.
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