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Recedere dal contratto: quando è come è possibile?

Recedere da una contratto permette alle parti di liberarsi dagli impegni prima della naturale scadenza. Vediamo, dunque, come e quando si può recedere da un contratto stipulato.

Prima di spiegare il funzionamento del recesso cerchiamo di capire che cos'è il recesso. Il recesso è la possibilità che viene data alle parti di sciogliere un vincolo contrattuale prima della sua naturale scadenza. Questa possibilità è la legge a permetterla - per alcune tipologie di contratti - o dalle parti che possono inserire la possibilità di recedere dal contratto in un'apposita clausola del contratto stesso.

Vediamo, dunque, i casi in cui è possibile recedere dal contratto:

  • ​Recesso legale: in questa tipologia precisa di contratto, la legge prevede in modo esplicito la possibilità di recedere dal contratto. Facendo un esempio, questa tipologia di contratti sono, ad esempio, i contratti sugli appalti. In questo caso, quindi, il committente può recedere dal contratto pagando un indennizzo specifico all'appaltatore.
  • Recesso convenzionale: è il caso in cui il diritto di recesso è espressamente pattuito all'interno del contratto stesso. Ad esempio: quando le parti prevedono una specifica clausola di recesso da un contratto di locazione - per esempio - che consente all'inquilino di recedere dal contratto e dunque svincolarsi dando uno specifico preavviso che può variare da un mese fino a sei mesi o più a seconda del contratto in questione.
  • Recesso per giusta causa: è la rescissione da un contratto quando intervengono eventi che possono incidere sulla natura fiduciaria del rapporto. Per fare un esempio, si può recedere da un contratto di agenzia quando l'agente ha applicato dei prezzi fuori mercato facendo interrompere il rapporto difiducia che c'era tra le parti. Normanlmente questo tipo di recesso si applica su contratti di agenzia,di distribuzione, nei contratti per i procacciatori d'affari, agenti immobiliari e nel lavoro dipendente.
  • Recesso di pentimento: questo tipo di recesso è normalmente previsto dal codice del consumo per gli acquisti che sono fatti a distanza e fuori dai locali commerciali. Per fare un esempio, dunque, è il caso di acquisti online o degli acquistida venditori porta a porta. In questi casi, infatti, il consumatore ha diritto a recedere dal contratto entro 14 giorni senza dover per forza dare una motivazione specifica né, tantomento, pagare alcun costo aggiuntivo. Attenzione: ci sono però delle limitazioni su questa possibilità, come, ad esempio, gli acquisti fatti con la personalizzazione del prodotto: se viene acquistata una maglia online con una personalizzazione, il diritto di recesso non esiste poiché la personalizzazione del prodotto fa decadere questo diritto.

Come recedere da un contratto?

Dopo aver preventivamente verificato la possibilità di recedere dal contratto in oggetto della questione, la parte interessata al recesso dovrà dare comunicazione all'altra parte. La comunicazione deve contenere, ovviamente, la volontà di recedere dal contratto e di terminare, dunque, il rapporto.

Il recesso produce i suoi effetti solamente dal momento in cui la parte a cui è diretto lo riceve e non prima. Normalmente, la comunicazione avviene tramite raccomandata con ricevuta di ritorno o tramite invio di una mail su casella certificata (Pec).

Ovviamente per recedere da un contratto devono essere rispettati i termini del recesso così come previsti dalla legge o come pattuiti sul contratto stesso. Come detto prima, per riprendere l'esempio fatto, nel caso di un acquisto online si hanno 14 giorni di tempo.

Nei contratti, invece, ad esecuzione immediata come la compravendita, la parte può recedere fino a che non è iniziata l'esecuzione del contratto. Nel caso della compravendita, dunque, si può recedere dal contratto fino a che non è stato pagato il prezzo per l'acquisto del bene.

Nei contratti ad esecuzione continuata o periodica (come la fornitura periodica di beni o servizi) il diritto di recesso può essere esercitato anche ad esecuzione iniziata e, di conseguenza, il recesso non ha effetto sulle prestazioni già eseguite ma solamente su quelle che devono ancora addivenire.

Esclusione del recesso

Il diritto di recesso non si può applicare nei casi in cui, ad esempio, un acquisto venga fatto in un negozio o in un ufficio o nello studio di un professionista. Inoltre, ci sono dei casi in cui, anche se il contratto viene concluso al di fuori dei locali commerciali. Vediamoli insieme:

  • ​prestazioni già eseguite come, ad esempio, il tour guidato di una città di villeggiatura;
  • assicurazione;
  • costruzione e vendita di locali e beni immobiliari;
  • strumenti finanziari;
  • fornitura di prodotti alimentari o forniture che vengono erogate o consegnate con regolarità;
  • servizi relativi ad alloggio, trasporti, ristorazione, tempo libero;
  • in caso di mancato accordo tra le parti anche in questi casi: beni confezionati su misura o personalizzati, prodotti audio-video o software sigillati che siano già stati aperti dal consumatore, giornali, periodici, riviste, servizi di lotterie o scommesse.

Recesso e disdetta: c'è differenza?

Comunemente disdetta e recesso vengono spesso associati e/o confusi. In entrambi i casi le parti decidono di interrompere il rapporto e dunque menttere fine al contratto ma ci sono delle differenze sostanziali.

La disdetta, infatti, è l'atto necessario per comunicare all'altra parte la volontà di non rinnovare un contratto che ha una durata (ad esempio l'abbonamento alla linea internet, all'abbonamento telefonico o alla pay tv o, ancora, la disdetta del contratto di locazione). La disdetta, dunque, serve ad impedire il rinnovo automatico del contratto alla sua naturale scadenza.

Normalmente le modalità ed i tempi per la comunicazione della disdetta sono previste all'interno del contratto (ad esempio: disdetta da comunicarsi entro e non oltre 30 giorni prima della scadenza del contratto tramite raccomandata con ricevuta di ritorno).

Mentre il recesso, dunque, interrompe il rapporto prima della sua naturale scadenza, la disdetta è invece la comunicazione e non voler far sì che il contratto si rinnovi automaticamente alla scadenza.

Risoluzione e recesso: quali sono le differenze?

La risoluzione, così come il recesso, prevede l'interruzione anticipata del contratto. Le parti possono avvalersi della risoluzione in alcuni contesti specifici che è bene vedere insieme:

  • Inadempimento:​ nel caso di inadempimento di una delle due parti al contratto, l'altra parte può chiedere la risoluzione del contratto stesso (contratti a prestazioni corrispettive);
  • Impossibilità: se la prestazione di una delle parti diventa impossibile, allora il contratto può essere risolto;
  • Aumento eccessivo del prezzo: in un contratto che ha una durata nel tempo, se il prezzo della prestazione aumenta in modo sconsiderato, si può chiedere la risoluzione del contratto;
  • Accordo: tramite accordo tra le parti il contratto può essere risolto in modo concordato.

Il recesso nei contratti: come prevederlo ed inserirlo?

Come detto in precedenza, le parti possono decidere di inserire una clausola per il recesso del contratto direttamente sul contratto stesso. In questo caso, dunque, il contratto prevederà naturalmente che sia possibile il suo recesso in termini e modi stabiliti e scritti.

Facciamo, dunque, alcuni esempi di queste tipologie di accordi:

  • ​mettere sul contratto una clausola che mette a disposizione delle parti il recesso senza dover dare motivazione alcuna. In questo caso si parlerà di recesso ad nutum;
  • mettere nel contratto una clausola che impone il pagamento di un corrispettivo a fronte della richiesta di recesso del contratto. Una parte, a fronte del pagamento di una determinata somma in denaro, dunque, potrà chiedere di recedere al contratto: è il caso, ad esempio, della caparra confirmatoria e della multa penitenziale.
  • inserire nel contratto una clausola che subordini il recesso al verificarsi di un determinato evento specifico. In questo caso si parlerà di recesso vincolato.

Conclusione

Come visto, dunque, il diritto di recesso ha molte sfaccettature e molte regole da seguire per poter essere applicato correttamente. E' bene, dunque, farsi sempre seguire da un professionista, un avvocato, che possa studiare il caso specifico e far eseguire i giusti passi per fare in modo che il recesso sia fatto con le modalità ed i tempi previsti per legge o scritti nel contratto che si vuole recedere.

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