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Appello civile: cosa significa e come avviene?

L'Appello civile può essere chiesto da una delle parti del processo, che non accetta la sentenza di primo grado, e decide di procedere ulteriormente rivalutando il caso di fronte a un altro tribunale, in un secondo grado di giudizio.

Nell’ordinamento giuridico italiano è prevista la possibilità di fare Appello, cioè affidarsi a un’ulteriore valutazione dei fatti, se la sentenza che abbiamo ricevuto non è di nostro gradimento.

Esiste questa possibilità per fare fronte a eventuali errori che possono commettere i giudici. Per evitare di condannare una persona che magari è innocente, si procede con un’ulteriore analisi dei fatti, per capire se quanto decretato è corretto o se sono state commesse alcune inesattezze.

Si tratta in ogni caso della continuazione dello stesso processo e non dell’apertura di uno nuovo. Ci può essere un appello civile oppure penale, se viene fatto entro i termini stabiliti dalla legge

I gradi di giudizio in Italia sono tre, oltre all’Appello esiste infatti la Cassazione, come ultima possibilità di modificare una sentenza. In questo caso viene valutata però la corretta  interpretazione delle norme da parte del Giudice nel precedente grado di giudizio.

Cosa significa fare un appello civile?

L’appello civile è un’opposizione a una sentenza sfavorevole di primo grado. La parte che perde la causa chiede di riesaminare la vicenda in quanto non ritiene giusta la prima decisione presa.

Utilizzando dei termini più appropriati possiamo dire che con un appello civile “viene impugnata la sentenza di primo grado”.

Non si tratta di un nuovo processo, ma vengono in ogni caso riesaminati tutti gli aspetti della controversia e non solamente quelli contestati.

L’appello civile ha un effetto devolutivo, cioè devolve al nuovo giudice gli stessi diritti e doveri di quello di primo grado. Il soggetto considerato colpevole inizialmente, può quindi ottenere una nuova pronuncia che non va a modificare parzialmente quella antecedente, ma si sovrappone completamente ad essa.

Appello civile: in quali casi è possibile?

In genere possiamo dire che tutte le sentenze di primo grado sono appellabili, dalla parte considerata colpevole di avere commetto un atto illecito.

Bisogna però fare un distinzione tra le sentenze definitive e quelle non definitive:

  • sentenze definitive: quando il giudice di primo grado ha emesso la sentenza, decretando la colpevolezza di una delle parti, bisogna rispettare i termini per l’appello civile, previsti dalla legge, cioè 30 giorni dall’emissione della sentenza o 60 giorni dalla sua pubblicazione
  • sentenze non definitive: nei casi in cui la sentenza non è ancora stata emessa, la parte interessata può fare una riserva di appello, cioè può in un certo senso “prenotare” una successiva impugnazione 

Le sentenze del giudice di pace possono essere appellabili solamente se sono state violate le norme per il corretto procedimento, norme costituzionali o comunitarie.

Appello civile: in quali casi non è possibile?

In alcuni particolari casi non è possibile appellarsi alla decisione di un giudice. 

Vediamo di seguito quali sono le sentenze inappellabili:

  • sentenze pronunciate secondo equità: cioè valutando i fatti secondo una coscienza sociale, anche se non descritti nelle leggi scritte, tali sentenze devono sempre essere in ogni caso motivate alla pari di quelle pronunciate secondo il diritto;
  • sentenze pronunciate dal giudice di pace secondo equità, se il valore non eccede 1100 euro;
  • sentenze dove le parti in causa si accordano per omettere l’appello e per impugnare direttamente la sentenza con ricorso alla corte di cassazione;
  • sentenze relative a controversie individuali di lavoro o per questioni legate a previdenza e assistenza obbligatoria, se il loro valore non supera 25,82 euro;
  • sentenze non appellabili secondo le normative, come ad esempio quelle sull’opposizione agli atti esecutivi;
  • ordinanze che decidono solamente sulla competenza.

Tipologie di appello civile

Nel codice di procedura civile (c.p.c.) sono previsti due tipi di appello: principale e incidentale.

L’appello principale viene descritto dall’art 342:

L'appello si propone con citazione contenente l'esposizione sommaria dei fatti ed i motivi specifici dell'impugnazione

Per essere valida la motivazione deve contenere:

  • l’indicazione delle parti;
  • le modifiche che si intendono richiedere rispetto alla ricostruzione del fatto effettuata dal giudice di primo grado;
  • indicazione delle circostanze dalle quali è emersa una presunta violazione di legge

L’appello incidentale permette alla parte avversaria rispetto a quella dell’appello principale di fornire una propria tesi alternativa. La sua principale funzione è quella di prevedere un contraddittorio, e quindi la possibilità di proporre appello entro un nuovo termine, se è già scaduto il periodo per l’impugnazione della sentenza di primo grado e l’altra parte ha richiesto correttamente l’appello.

Appello civile: il procedimento

L’appello civile avviene nelle stesse modalità previste per tutti i procedimenti davanti a un tribunale, come afferma l’art 347 del codice di procedura civile:

La costituzione in appello avviene secondo le forme e i termini per i procedimenti davanti al tribunale. L'appellante deve inserire nel proprio fascicolo copia della sentenza appellata. Il cancelliere provvede a norma dell'articolo 168 e richiede la trasmissione del fascicolo d'ufficio al cancelliere del giudice di primo grado

In alcuni casi si verifica l’improcedibilità, una sanzione che va a colpire non l’atto introduttivo all’appello, ma una mancanza rispetto a un adempimento successivo. Ad esempio se l’appellante non si presenta alla prima udienza, il giudice è più severo rispetto alle procedure previste durante il primo grado di giudizio. 

Viene infatti considerato che il secondo grado è stato esplicitamente richiesto dal soggetto e non è ammissibile la sua mancanza alla prima udienza.

Durante la prima udienza è previsto un controllo della regolarità del contraddittorio, e si procede tentando una conciliazione delle parti.

La parte interessata può chiedere la sospensione della sentenza di primo grado, che è in ogni caso provvisoriamente esecutiva. Questo avviene in quanto i tempi per il giudizio in appello non sono brevi.

La sentenza emessa in Appello può essere contestata successivamente presso la Cassazione, ma in questo caso verrà esaminato se le normative sono state interpretate correttamente dai giudici precedenti.

Se vengono riscontrate irregolarità si deve riformulare il giudizio, valutando i fatti in base ai nuovi criteri evidenziati.

Si tratta di procedure importanti, che hanno l’obiettivo di evitare il più possibile l’errore umano nella formulazione di sentenze. Avere diversi gradi di giudizio permette un controllo maggiore, e diversi step attraverso i quali approfondire le dinamiche.

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