L’assegno di vedovanza è un aiuto economico integrativo della reversibilità, che viene erogato dall’Inps al coniuge superstite, se sussistono particolari requisiti. Vediamo di cosa si tratta in particolare.
Non sempre i cittadini conoscono tutti i loro diritti e succede spesso che chi è titolare dei cosiddetti diritti inespressi, cioè che si possono godere soltanto in seguito a una specifica richiesta da parte dell’interessato, non vengano goduti.
Una situazione di questo tipo si verifica con l’assegno di vedovanza, ovvero un aiuto economico integrativo della pensione di reversibilità, che spetta a chi possiede determinati requisiti.
In particolare si tratta di un sostegno previsto per il vedovo o la vedova con una invalidità del 100%, quindi riconosciuti inabili al lavoro e titolari di una pensione di accompagnamento.
La normativa di riferimento è quella sugli assegni al nucleo familiare, Anf, che stabilisce i criteri per l’assegnazione del beneficio e per calcolare l’ammontare della cifra.
Nelle prossime righe analizzeremo nel dettaglio come funziona tale sostegno economico fornito dell’Inps, quali sono i requisiti specifici per poterne avere diritto, come si deve effettuare la domanda e cosa succede in caso di decesso del beneficiario.
Abbiamo detto che l’assegno di vedovanza è un’integrazione della pensione di reversibilità, è quindi necessario comprendere quando è prevista quest’ultimo tipo di prestazione, per potere analizzare la situazione nella sua totalità.
Si tratta, infatti, di un diritto riconosciuto ad alcuni familiari del lavoratore o del pensionato deceduto, e iscritto presso una delle gestioni Inps.
Si possono distinguere:
Ma chi può beneficiare di tale diritto?
Non sempre, comunque, i soggetti che abbiamo elencato sopra possono essere dei beneficiari, dato che esistono dei limiti di reddito, che cambiano di anno in anno, dato che si basano sull’integrazione al trattamento minimo pari a 513,01 euro al mese.
Se l’interessato possiede altri redditi, questa viene ridotta dal 25% al 50%.
L’assegno di vedovanza va ad integrare la reversibilità, come previsto dalla norme che regola gli Anf, e spetta di diritto al coniuge superstite di un lavoratore dipendente o pensionato.
Si tratta di un aiuto economico fornito dall’Inps ai vedovi di lavoratori dipendenti, cococo e lavoratori autonomi iscritti alla Gestione Separata.
In generale gli Assegni per il Nucleo Familiare sono erogati a favore del lavoratore o del pensionato, o a carico di un familiare. In alcuni casi si tratta di un sostegno economico anticipato dall’azienda in busta paga. Per quanto riguarda l’assegno di vedovanza, però, il trattamento viene erogato direttamente dall’Inps.
L’importo degli assegni varia in base alla composizione del nucleo familiare, quindi alla presenza di disabili, di entrambi i genitori, dal numero di componenti, e dal reddito complessivo della famiglia.
Per ricevere l’assegno di vedovanza il coniuge superstite deve avere i seguenti requisiti:
Come abbiamo accennato nelle prime righe introduttive di questo articolo, per ottenere tale beneficio è necessario fare una domanda specifica. Essa può essere contestuale o successiva rispetto a quella per ottenere la reversibilità.
E’ possibile seguire diverse strade:
Fino ad ora abbiamo chiarito in quali casi il coniuge superstite, oltre alla pensione di reversibilità, può ottenere un’ulteriore prestazione economica conosciuta come assegno di vedovanza. Ora, vediamo esattamente quali sono le cifre in questione.
L’importo del beneficio dipende innanzitutto dal reddito del coniuge ancora in vita. Per il periodo che va dal 1 luglio 2019 fino al 30 giugno 2020, sono validi i seguenti parametri:
La domanda può essere presentata anche in seguito all’insorgenza del diritto. In tal caso è utile valutare che possono essere corrisposti gli arretrati nel limite massimo di 5 anni, dato che si applica la prescrizione quinquennale.
Cosa succede se il titolare del diritto decede? La prestazione rientra tra il patrimonio del defunto? Viene trasmessa agli eredi?
Se il beneficiario muore senza avere inoltrato alcuna domanda, il diritto all’assegno di vedovanza entra a fare parte del patrimonio del defunto, e quindi trasmissibile agli eredi legittimi.
Questi ultimi devono fare valere il diritto inoltrando la domanda specifica all’Inps, seguendo le modalità che abbiamo elencato sopra. Ad ogni modo l’istituto deve verificare l’esistenza dei requisiti per potere avere il beneficio.
Quindi, nel caso di decesso di un pensionato, che pur avendo il diritto non ha mai goduto dell’assegno di vedovanza, un componente del nucleo familiare può farne richiesta. Ovviamente il soggetto deve essere colui che ha effettuata la dichiarazione di successione.
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