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Cattivo pagatore: segnalazione e riabilitazione

“Cattivo pagatore” è un termine che viene utilizzato per indicare chi non ha provveduto ad effettuare dei pagamenti entro la scadenza prevista, in merito a contratti sottoscritti con una banca.


Gli Istituti di credito inseriscono i nominativi dei clienti che non rispettano le obbligazioni prese, in particolari registri, di fatto inibendo la possibilità di ottenere ulteriori prestiti o finanziamenti. Si tratta di una procedura piuttosto spiacevole, ma reversibile. Vediamo come funziona esattamente e come si può ottenere la riabilitazione.

Chi è un cattivo pagatore?

Viene definito come cattivo pagatore chi non adempie ad un contratto con una banca, in modo particolare quando non si pagano, o si pagano in ritardo anche solamente due rate di un mutuo, di un finanziamento o di un prestito.

In sostanza il soggetto viene iscritto nei sistemi d’informazioni creditizie, ovvero in enormi database nei quali sono riportati tutti i nominativi di chi ha sottoscritto contratti con le banche. In questi registri, quindi, non ci sono soltanto i cattivi pagatori, ma anche i nomi di chi è in regola con i pagamenti.

Ovviamente i problemi nascono soltanto se ci sono inadempimenti, in quanto si crea una specie di pregiudizio che spinge tutti gli Istituti di credito a non fidarsi più del cattivo pagatore, quindi non vengono concessi prestiti.

La segnalazione viene fatta a sistemi quali il Crif, la Centrale Rischi di Intermediazione Finanziaria, quando il ritardo nel pagamento si prolunga per più di due rate.

Ad ogni modo la banca prima di trasmettere il nominativo del cliente ai registri, deve inviare a quest’ultimo una raccomandata per avvisarlo della situazione e dargli il modo di regolarizzare la sua posizione debitoria. Solo in seguito può essere fatta la segnalazione.

Se la procedura non viene rispettata, è possibile agire in giudizio per ottenere il risarcimento danni. 

Le conseguenze per un cattivo pagatore

Sostanzialmente, la persona il cui nominativo si trovi all’interno degli elenchi dei cattivi pagatori gestiti dai Sistemi di informazioni creditizie si vede seriamente compromessa la possibilità di chiedere futuri prestiti a istituti di credito o finanziari: questi, infatti, prima di concedere i propri soldi effettuano una ricerca all’interno di tali registri e, se scoprono che risulta il nome di colui che chiede il prestito, difficilmente acconsentiranno a qualsiasi tipo di rapporto.

Il principale effetto di questa segnalazione come cattivo pagatore sta nel fatto che difficilmente si riusciranno ad ottenere altri prestiti, in quando le banche e gli istituti finanziari, per valutare la capacità del richiedente di rimborsare il finanziamento consultano appunto questi archivi.

Insomma: la principale conseguenza dell’essere annoverato tra i cattivi pagatori è quella di perdere la fiducia delle banche, le quali ovviamente non si fideranno di concedere prestiti a chi è risultato moroso in passato.

A quanto detto nel paragrafo precedente si aggiungono ulteriori svantaggi ai danni di coloro che sono stati segnalati come cattivi pagatori.

Essere bollato come cattivo pagatore ha delle conseguenze precise che non riguardano esclusivamente i prestiti veri e propri ma anche la morosità nel rimborso della carta di credito o l’emissione di assegni non coperti (che comporta però l’inserimento nel registro dei protestati).

La storia creditizia di una persona, se macchiata da ritardi o mancati rimborsi, gli renderà praticamente impossibile ottenere prestiti, mutui o fidi sul conto corrente.

Verosimilmente la carta di credito non verrà rinnovata e, qualora fosse previsto dal contratto, la banca potrebbe anche decidere di ritirarla prima della scadenza. Un istituto di credito, inoltre, potrebbe anche negare l’apertura di un conto corrente a un cattivo pagatore, con impossibilità anche di disporre di un libretto di assegni.

Cattivo pagatore: come si ottiene la riabilitazione?

La riabilitazione del cattivo pagatore si ottiene solamente con il decorso del tempo: trascorso un determinato lasso temporale, la banca provvede alla cancellazione del nominativo all’interno della lista dei cattivi pagatori.

Per la precisione, le informazioni negative, cioè quelle riguardanti gli inadempimenti, restano iscritte per i seguenti termini:

  • un mese per la richiesta di finanziamento rifiutata dall’istituto o abbandonata dal cliente;
  • fino a 6 mesi per la richiesta di finanziamento in attesa di esito istruttoria;
  • 12 mesi per le morosità poi sanate di due rate o due mesi, dalla data di regolarizzazione;
  • 24 mesi per le morosità maggiori poi sanate, sempre dalla data di regolarizzazione
  • 36 mesi per le morosità o altri gravi inadempimenti non sanati: dalla data di scadenza del contratto o dell’ultimo aggiornamento in caso di accordi o altri eventi legati al rimborso
  • 36 mesi per i rapporti creditizi regolari, se nello storico del soggetto figurano altri rapporti con eventi negativi non regolarizzati.
Una volta scaduti i termini massimi di conservazione delle informazioni, i sistemi di informazioni creditizie sono obbligati alla cancellazione automatica dei dati.
In realtà esiste un altro modo per ottenere la riabilitazione del cattivo pagatore: quello di adire l’autorità giudiziaria e chiedere che questa, d’urgenza, ordini all’istituto di credito la cancellazione dalla black list.
La riabilitazione del cattivo pagatore a mezzo ricorso al giudice può essere chiesta solamente se si ritiene che l’iscrizione nell’elenco sia avvenuta ingiustamente, cioè senza che ne ricorressero i requisiti. 
In questi casi (e in tutti gli altri ove si ritiene sia stata perpetrata un’ingiustizia), sarà possibile fare ricorso al giudice e chiedere d’urgenza la riabilitazione, cioè la cancellazione dalla lista dei cattivi pagatori. Sarà inoltre possibile chiedere il risarcimento nell’ipotesi in cui dall’indebita iscrizione sia derivato un danno concreto.
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