Il Codice Rosso Rafforzato, in vigore dal 30 settembre 2023, mira a potenziare la risposta giudiziaria contro la violenza domestica e di genere, accelerando indagini e introducendo nuove misure cautelari.
Dall'inizio del 2023, il triste dato di oltre cento donne uccise all'interno delle dinamiche familiari o relazionali, perpetrato da partner o ex partner, rappresenta un allarmante scenario. L'ennesima vittima di tale violenza è stata Giulia Cecchettin, a pochi giorni dalla Giornata contro la violenza sulle donne.
In risposta a questa emergenza, è fondamentale esaminare l'azione normativa intrapresa per contrastare tali tragiche vicende e, in particolare, valutare l'efficacia del "Codice Rosso", introdotto nel 2019, nel fronteggiare questo problema. I fatti di cronaca che si susseguono costantemente evidenziano la persistenza di una grave problematica legata alla violenza di genere, un fenomeno che continua a minare la vita e il benessere di numerose donne ogni anno. L'introduzione del "Codice Rosso" nel panorama legislativo italiano nel 2019 ha rappresentato un passo significativo verso il contrasto di tali crimini, proponendosi di semplificare il percorso giudiziario inerente a questi specifici reati e di introdurre nuove disposizioni normative mirate.
Il "Codice Rosso" si configura come un insieme di misure e regolamentazioni atte a migliorare la tutela delle vittime di violenza domestica o di genere. Tra le principali innovazioni apportate vi è l'accelerazione dei tempi processuali, al fine di garantire risposte più rapide e incisive da parte della giustizia. Inoltre, sono state introdotte pene più severe per gli autori di questi reati, nell'ottica di deterrenza e punizione proporzionata.
Questo termine è comunemente associato alla legge n. 69 del 19 luglio 2019, che è entrata in vigore il 9 agosto dello stesso anno. Questa normativa, che apporta "Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere", ha l'obiettivo di introdurre rilevanti modifiche al diritto sostanziale (Codice Penale), al diritto processuale (Codice di Procedura Penale) e ad altre normative, al fine di rafforzare le tutele per le donne e i soggetti vulnerabili che subiscono violenze, maltrattamenti e atti persecutori.
Il nucleo essenziale del "Codice Rosso" consiste nell'intervento su diversi reati connessi alla violenza domestica e di genere, mirando a accelerare l'istituzione dei procedimenti penali e a velocizzare l'adozione di misure a tutela delle vittime.
Il "Codice Rosso" presenta una serie di "nuovi" reati volti a contrastare specifiche forme di violenza e aggressione, ampliando così gli strumenti legali per la tutela delle vittime. Ecco i principali reati contemplati:
Il "Codice Rosso Rafforzato" è entrato in vigore il 30 settembre 2023. Questo codice introduce due modifiche alla legge del 2019 relative alle misure contro la violenza domestica e di genere.
La prima modifica riguarda il ruolo del pubblico ministero assegnato a un caso di violenza domestica e di genere. In base al nuovo provvedimento, il pubblico ministero deve ascoltare la persona che ha denunciato i fatti entro tre giorni dalla ricezione del caso. Se non lo fa, il suo procuratore ha il potere di togliergli il caso e assegnarlo a un altro pubblico ministero.
L'obiettivo dichiarato di questa misura è quello di velocizzare le indagini e rendere più stretti i termini di operatività del Codice Rosso, presumibilmente per garantire una risposta più rapida e efficace ai casi di violenza domestica e di genere.
Il decreto legge associato a questa modifica è il n. 122/2023. La tua descrizione sembra riflettere una volontà politica di rafforzare e rendere più efficiente l'applicazione del Codice Rosso nell'affrontare la violenza domestica e di genere.
Il termine dei tre giorni è ora un elemento critico nel processo giudiziario riguardante la violenza domestica e di genere. Dalla riforma del 30 settembre il procuratore della Repubblica, come detentore esclusivo dell'azione penale, può revocare con un provvedimento motivato l'assegnazione del procedimento al magistrato incaricato delle indagini, nel caso in cui non rispetti il termine di tre giorni per raccogliere informazioni dalla persona offesa o da chi ha presentato la denuncia o la querela. Successivamente, il pubblico ministero ha anch'esso un periodo di tre giorni per presentare osservazioni al procuratore in merito alla sua decisione.
Parallelamente, si è introdotto un sistema di monitoraggio regolare. Il procuratore generale presso la Corte d'Appello deve ottenere ogni tre mesi relazioni dalle procure riguardanti il rispetto del termine di tre giorni per l'ascolto della vittima. A sua volta, deve inviare una relazione semestrale al procuratore generale presso la Corte di Cassazione. Questo processo di raccolta e trasmissione di informazioni mira a garantire il rispetto uniforme della norma su tutto il territorio. Nel frattempo, il 7 settembre scorso, la Camera ha definitivamente approvato la proposta di legge sulle nuove norme del Codice Rosso per le vittime di violenza domestica e di genere, già ratificata al Senato con 200 voti favorevoli, nessun voto contrario e 61 astenuti (Pd e Avs).
Le recenti modifiche normative hanno esteso il periodo entro il quale una vittima può presentare denuncia, ampliandolo da sei a dodici mesi. Inoltre, è stata apportata una modifica significativa alla misura cautelare che impone il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa: ora il giudice ha la facoltà di imporre all'indagato l'uso di un braccialetto elettronico per monitorarne gli spostamenti. Con l'entrata in vigore di tali disposizioni, le misure di prevenzione possono essere applicate anche nei casi di maltrattamento coniugale o nei confronti di conviventi.
Recentemente, la procura di Torino ha diramato una direttiva alla polizia giudiziaria, firmata dal Procuratore facente funzioni Enrica Gabetta e dall'aggiunto Cesare Parodi, che fornisce indicazioni operative per i casi rientranti nel Codice Rosso. In base a questa direttiva, le vittime saranno ascoltate sia dalla polizia giudiziaria che dal nucleo specializzato, attivo in procura da anni e dedicato a tali situazioni.
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