La collazione o collazione ereditaria è un istituto relativo alla divisione ereditaria. Vediamo più nello specifico che cos'è e come si fa.
Capita, a volte, di sentir parlare di collazione o di leggere in alcuni atti di donazione la così detta dispensa dalla collazione. Ma la collazione cos'é e come si fa? Così come descritto nell'art. 737 del Codice Civile, la collazione ereditaria
è l'atto con cui i figli, i loro discendenti e il coniuge del defunto, conferiscono alla massa ereditaria tutti i beni mobili e immobili ricevuti a titolo di donazione dal defunto quando questi era in vita.
Detto in parole più esplicative, la collazione cos'é? E' un istituto relativo alla divisione ereditaria atta a individuare la massa ereditaria che deve essere divisa. In questa massa - intesa come l'insieme dei beni che saranno oggetto dell'eredità - rientrano anche quei beni che sono usciti dalla divisione per effetto di donazioni che il defunto ha fatto in vita. In altre parole, i figli, loro discendenti ed il coniuge del defunto rimettono all'interno dell'asse ereditario tutto ciò che hanno ricevuto per donazione per permettere di fare le giuste "porizioni" dell'eredità lasciata dal de cuius.
La collazione, dunque, si può definire come l'atto giuridico con il quale colui che ha ricevuto beni per donazione rimette quanto ricevuto nell'asse ereditario per permettere di riformulare le proporzioni ereditarie antecedentemente alla divisione.
Questo perché quanto il defunto ha donato in vita può incidere in maniera anche molto significativa sull'intero dell'asse ereditario e quindi sui beni lasciati al momento della morte; di conseguenza, questo insieme di beni donati in vita, andrà ad incidere - anche in maniera significativa come detto prima - sull'entità delle porzioni di beni che spettano a ciascuno degli eredi aventi diritto.
Mario, vedovo con due figli, muore e lascia in eredità beni per un valore di 150 oltre ad una donazione fatta al figlio Paolo per un valore di 50. Paolo, alla morte del padre, dovrà restituire alla massa ereditaria - ovvero all'insieme dei beni che vanno in eredità - il patrimonio ricevuto in donazione che sarà, dunque composto da 150 + 50. La massa formatasi, sarà poi divisa equamente fra i due figli di Mario ai quali andrà, dunque, un valore di 100 ciascuno.
Senza la collazione, a Paolo sarebbe spettato il valore di 125 dell'eredità, ovvero i 50 ricevuti in donazione oltre alla metà dei 150 lasciati dal padre alla sua morte. L'altro fratelo, invece, avrebbe ricevuto un valore di 75 ovvero solo la metà dei 150 lasciati dal padre defunto.
Dopo aver visto che cos'è la collazione, vediamo quali sono i soggetti tenuti alla collazione stessa.
Questi sono i figli, i discendenti ed il coniuge del defunto ed è fatta a favore di tutti i coeredi. La collazione dei beni può essere fatta in due modi (a scelta da parte del coerede che ha ricevuto la donazione):
E' doveroso ricordare che un requisito oggettivo per la collazione deve essere l'essere erede e cioè l'aver accettato esplicitamente o tacitamente l'eredità. I semplici chiamati all'eredità non sono tenuti alla collazione. Quindi i semplici chiamati, chi ha rinunciato all'eredità o coloro ai danni dei quali si maturi la prescrizione al diritto di accettare l'eredità o la decadenza della stessa, non sono tenuti ad effettuare la collazione.
Visto che l'oggetto della collazione sono beni di tipo mobile, immobile e denaro, questa va fatta in modo diverso a seconda dell'oggetto della collazione stessa.
Vediamo, dunque, la collazione come si fa nei tre diversi casi.
La collazione di beni immobili si fa, come detto prima, sulla base della scelta del coerede che ha avuto beni in donazione ovvero tramite conferimento in natura o conferimento per imputazione.
La collazione dei beni mobili viene fatta, invece, solamente per imputazione ovvero calcolando il valore che il bene ha all'apertura della successione. In entrambi questi due primi casi, si guarda al valore di mercato che il bene ha al momento dell'apertura della successione e non al valore che il bene aveva al momento della donazione: normalmente al momento della donazione il valore del bene era maggiore rispetto a quando si apre la successione.
La collazione di denaro viene fatta assegnando agli altri aventi diritto all'eredità (discendenti e coniuge) una somma di denaro uguale a quella ricevuta dal beneficiario della donazione quando il de cuius era in vita. Detta in altre parole, dall'intero asse ereditario in denaro, il coerede che ha ricevuto una somma in donazione dovrà avere meno rispetto agli altri, ovvero dovrà avere la sua quota decurata di ciò che in donazione aveva già ottenuto.
La collazione non è fattibile quando il defunto dispensa dall'obbligo di collazione il soggetto che ricevuto la donazione. In questo specifico caso, la successione e la divisione dei beni viene fatta come se il bene oggetto della donazione non cifosse mai stato.
La dispensa alla collazione deve espressamente essere fatta nell'atto di donazione - ed è quindi irrevocabile - o nel testamento. Può essere anche tacita quando si può desumere senza ombra di dubbio dalle varie clausole dell'atto di donazione stessa o dal testamento. A proposito dell'irrevocabilità della dispensa nel caso sia contenuta nell'attodi donazione: l'opinione prevalente oggi è che si tratti comunque di una disposizione mortis causa e quindi revocabile secondo il principiodi libertà testamentaria.
La dispensa alla collazione è valida solo nei limiti della propria quota disponibile - quota che spetterà al coerede alla morte del donante - e può essere totale o parziale ovvero interessare l'intero valore del bene o solamente una parte di esso.
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