In caso di colpo di frusta il risarcimento è possibile? Si tratta di una domanda che si pongono in molti. Vediamo quindi di analizzare cosa dice la legge a riguardo e quali sono le procedure da seguire per ottenere un indennizzo.
Il trauma da distorsione del rachide cervicale, comunemente conosciuto come “colpo di frusta”, è la conseguenza che si verifica molto frequentemente in caso di incidente stradale, in particolare quando avviene un tamponamento tra veicoli.
Apparentemente si tratta di un disturbo lieve e di poco conto, ma in alcuni casi può determinare diversi problema per l’automobilista interessato. La guarigione non è sempre veloce, e i disturbi possono durare anche molto tempo in alcuni casi.
Ma l’interessato ha diritto al risarcimento per danni biologici?
In realtà negli ultimi anni ci sono state delle novità legislative a riguardo. Cerchiamo, quindi, di evidenziare nelle prossime righe le tematiche più rilevanti in merito alla questione.
Il colpo di frusta è una lesione lieve dei tessuti molli del collo, ovvero quella sensazione di rigidità e dolore che rende difficili i movimenti e che coinvolge anche la spalla.
Il tutto può provocare anche mal di testa, vertigini e dolori alle braccia.
Fino a pochi anni fa, a seguito di un incidente stradale, era sufficiente recarsi al pronto soccorso per ottenere una diagnosi di questo tipo. Il colpo di frusta prevedeva un risarcimento danni nella maggior parte dei casi, quindi.
La facilità con cui veniva diagnosticato il problema aveva determinato un aumento potenziale delle truffe assicurative, e di conseguenza un aumento dei premi in polizza.
La situazione è cambiata con il decreto legge 1/2012. L’art. 139 del Codice delle Assicurazioni infatti ora recita:
il danno alla persona per lesioni di lieve entità di cui all’articolo 139 del Codice delle Assicurazioni è risarcito solo a seguito di riscontro medico legale da cui risulti visivamente o strumentalmente accertata l’esistenza della lesione
Cosa significa?
In caso di lievi lesioni non basta più presentare il certificato del pronto soccorso per avere un risarcimento, ma è necessario un verbale di un medico per riscontrare il trauma conosciuto come colpo di frusta, attraverso degli accertamenti mediante radiografia, risonanza, o Tac.
La stretta messa in atto dal legislatore ha inevitabilmente messo un freno alle pratiche scorrette. Troppo spesso, infatti, i pazienti in accordo con medici compiacenti ottenevano certificati falsi.
Ad ogni modo, con le nuove norme le procedure sono diventate più complesse anche per chi subisce realmente delle lesioni e ha il diritto di ottenere un risarcimento.
Per capire come sono collegati il colpo di frusta e il risarcimento è importante analizzare il concetto di danno biologico, da un punto di vista giuridico.
Esso viene differenziato da quello patrimoniale, che comporta una perdita di tipo economico.
In sostanza si tratta di lesioni all’integrità fisica e psichica di un individuo, che possono essere permanenti ma anche reversibili. La fonte normativa principale è l’art. 32 della Costituzione, che afferma:
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana
Per riuscire a quantificare in modo uniforme l’entità di un danno biologico, la legge e i giudici hanno stabilito specifici criteri, ovvero hanno adottato delle tabelle per effettuare i calcolo, definite come “Tabelle di Milano”.
A tal proposito la Corte di Cassazione con la sentenza n. 9556/2016 ha ribadito che in carenza di criteri stabiliti per legge deve essere garantita comunque una valutazione adeguata alle circostanze, ma anche uniforme ad altri casi analoghi. In pratica si devono adottare delle misure comuni. A danni identici devono corrispondere risarcimenti di uguale misura, anche se impartiti da giudici diversi, come stabilisce il principio di equità.
Valutazioni di questo tipo vengono fatte anche quando si tratta di colpo di frusta e risarcimento.
Nei paragrafi precedenti abbiamo visto in quale scenario normativo si colloca la necessità di chiedere un risarcimento danni per un colpo di frusta, vediamo ora di capire cosa deve fare esattamente il soggetto interessato.
Innanzitutto la prima cosa da fare è compilare il “Modulo Blu”, come constatazione amichevole di sinistro, ed eventualmente acquisire delle testimonianze utili da parte di persone presenti al momento dell’incidente.
Successivamente, il soggetto deve recarsi al pronto soccorso per avere un primo controllo medico e verificare se ci sono delle lesioni. Ovviamente devono essere effettuati degli esami strumentali per accertare il tutto.
Se viene riscontrata una lesione equivalente al colpo di frusta, il medico deve emettere il certificato medico fino ad avvenuta guarigione. In seguito si dovranno valutare eventuali postumi.
Soltanto a guarigione avvenuta è possibile inviare una domanda di risarcimento alla propria compagnia assicurativa. In seguito verrà effettuata un’ulteriore visita da un medico legale dell’assicurazione, per verificare lo stato effettivo di salute ed eventuali conseguenze riportate, ovvero deve essere stimata la percentuale di invalidità riportata dal soggetto.
Per quanto riguarda il colpo di frusta e il risarcimento relativo vengono tenuti in considerazione diversi fattori. In modo particolare per il calcolo vengono analizzate le analisi medico legali effettuate a partire dai primi giorni, ma anche l’età e il sesso del soggetto.
Ad ogni modo se non ci sono prove certe, strumentali, in grado di attestare il tutto, la compagnia assicurativa può rifiutarsi di risarcire il danno.
Vediamo ora di analizzare concretamente come viene fatto il calcolo per risarcire il danno biologico da colpo di frusta.
Innanzitutto va detto che la legge considera tale problema come una lesione micropermanente, per la quale possono essere assegnati fino a 9 punti di invalidità.
Ad ogni modo è necessario distinguere due tipologie di danni:
Nel primo caso viene considerato il tempo necessario per potere tornare a svolgere le normali attività quotidiane. Nel secondo,invece, si valutano le conseguenze che rimangono anche dopo la guarigione.
Gli importi cambiano spesso, ma solo per fornire un’idea di massima, riportiamo le più recenti:
danni permanenti: quota di partenza di 807,01 euro, cioè inerente al primo punto di invalidità, da moltiplicare poi per il coefficiente corrispondente al punteggio di invalidità assegnata
danni temporanei: quota di partenza 47,07 euro da moltiplicare per ogni giorno di inabilità assoluta
Nella maggior parte dei casi, il danneggiato riceve un risarcimento corrispondente ai giorni di degenza, quando si tratta di colpo di frusta, dato che si tratta di lesioni temporanee.
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