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Diffida: cos’è, come funziona

di Redazione avvocato360
Diffida: cos’è, come funziona

Per diffida, nelle norme giuridiche italiane, si intente un avviso formale scritto in cui viene intimato ad un singolo individuo o ad una società di compiere o di non compiere più determinate azioni, di dare del denaro, documenti ed altro o ancora di astenersi da un determinato comportamento.
Il documento può essere scritta ed inviata da un singolo individuo, mentre quando è inviata da un avvocato per conto di un cliente si parla di diffida legale.

In questo articolo andremo ad approfondire questo argomento spesso citato in fatti di attualità e qualche volta non compreso a fondo da tutti.

Di cosa si tratta

La diffida è un atto privato che può essere redatto per conto di una parte privata, dalla pubblica amministrazione, da un’azienda o dal difensore stesso. È sempre stata notificata al diretto interessato tramite posta, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, anche se negli ultimi anni può essere tranquillamente inviata tramite PEC (Posta Elettronica Certificata)
Questa notifica è a tutti gli effetti il passo che precede una possibile causa o un decreto ingiuntivo; quindi, non bisogna sottovalutarla fungendo un po’ da ultima possibilità per il destinatario.

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Bisogna ricordare che, essendo redatta in modo strettamente personale e senza la revisione ed il coinvolgimento di un tribunale, non sempre corrisponde a verità: infatti ci si può imbattere in lettere di diffida con contenuti non precisi o non totalmente veritieri, essendo che, ad esempio, un avvocato debba attenersi alla versione del proprio cliente o ancora che un privato abbia mal interpretato una situazione.

Tipologie esistenti

Quando si parla di diffida bisogna innanzitutto capire a quale tipologia appartiene e quali sono esattamente le richieste contenute in essa.
Questi atti sono collocabili in due macrogruppi, ovvero le diffide ad adempiere e quelle per comportamento scorretto.

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  • Diffida ad adempiere: come indica il nome, è l‘intimazione da parte di un soggetto ad un altro di adempiere, entro la data pattuita di termine, ad un determinato obbligo.
    Un esempio concreto può essere quello del privato e di un fornitore di servizi.
    Se il fornitore non adempirà a ciò che è stato stipulato nel contratto di attivazione, il privato potrà ricorrere a segnalazioni che, nel caso non venissero prese in considerazione, sfocerà in una diffida.
    La legge permette dunque di tutelarsi con queste azioni che rientrano negli atti unilaterali e ricettizi privati, essendo questa tipologia regolamentata nell’ Art. 1454 c.c. Codice Civile Articolo 1454 ed enunciando che “alla parte inadempiente l’altra può intimare per iscritto di adempiere in un congruo termine, con dichiarazione che, decorso inutilmente detto termine, il contratto s’intenderà senz’altro risoluto. “
    Essendo un atto vero e proprio a livello legale, bisogna assicurarsi che sia palesata la volontà di interrompere il contratto, nel caso questo non avvenisse si parla di messa in mora.
    Questo porterà come conseguenza del continuo inadempimento, il ricorso alla giustizia e non quindi la risoluzione del contratto con termini prestabiliti come riportato nell’articolo 1454.

  • Lettera di diffida per comportamento scorretto: in questo caso, invece, si parla di notificare tutti quei comportamenti che devono essere immediatamente interrotti e che non si devono ripetere perché scorretti, impostando così un vero e proprio divieto.
    Facciamo l’esempio del vicino rumoroso, ogni condomino ha dei diritti e dei doveri quali la quiete nelle ore “del silenzio” o lasciare puliti gli spazi comuni.
    Quando le continue segnalazioni vengono trascurate o peggio ignorate, il singolo privato o tutti i condomini possono fare un azione di diffida nei confronti dell’elemento disturbante.

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È importante non confonderla con la querela essendo questo un atto legislativo che permette alla persona fisica o giuridica offesa di scegliere se agire o meno nei confronti di chi ha commesso il reato con tempistiche che non superino i 3 mesi. “Ogni persona offesa da un reato per cui non debba procedersi d'ufficio o dietro richiesta o istanza ha diritto di querela.”

Come reagire: bisogna rispondere?

Rispondere ad una diffida non è un gesto obbligatorio essendo che nessuna normativa lo regolamenta; pertanto, il silenzio non prevede alcuna conseguenza.
Resta però consigliata la risposta tramite raccomandata, che nel caso dovesse terminare con contenzioso in sede giudiziaria presso un tribunale, tutela agli occhi del giudice.
Se la lettera proviene da un avvocato conviene rivolgersi ad un difensore di fiducia per evitare di incappare in errori formali, oppure rispondere più velocemente possibile (non oltre i 15 giorni) negando ciò recriminato e diffidando a vostra volta o con ad esempio la formula più comunemente utilizzata, ovvero “Contesto integralmente quanto mi si chiede perché destituito di fondamento in fatto e in diritto”. Nel caso in cui si è coscienti di essere in una situazione di torto e ne aveste la possibilità, è sempre consigliabile adempiere alla richiesta per evitare spiacevoli situazioni future.

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Come redigere una diffida

Il modo più facile per scrivere una diffida è quello di chiedere ad un avvocato di redigerla per voi e di recapitarla tramite una mail PEC o una raccomandata al destinatario, questo per non incappare in semplici formalità non conosciute dai cittadini.
Invece se si è intenzionati a scriverla di proprio pugno, è possibile seguire una procedura corretta di redazione:

  • Nome e cognome del mittente
  • Data e luogo
  • Oggetto della lettera
  • Riportare le motivazioni per cui state inviando la lettera, con chiarezza e sintesi, aggiungendo esempi di eventi capitati
  • Riportare le richieste specifiche a cui siamo interessati ricevere risposta, con intimazione ad adempiere. Qui è necessario indicare un termine adeguato entro il quale il destinatario deve agire, ricordando che il tempo non può essere inferiore a 15 giorni
  • Ultimatum di avvertimento in cui si spiega che il contratto terminerà in caso di continuo inadempimento
  • Esplicitare l’intenzione di procedere per vie legali per richiedere il risarcimento di eventuali danni subiti

Quando procedere con una diffida

È bene ricorrere a questo atto solo in casi ben precisi, dopo aver compiuto altre sollecitazioni bonarie. Nonostante non sia stato prestabilito un termine entro il quale scriverla ed inviarla, va ricordato di non far cadere in prescrizione il proprio diritto: ad esempio quando si parla di sinistro stradale è buona norma inviare tempestivamente la diffida di pagamento all’assicurazione in questione per evitare che il diritto all’indennizzo venga prescritto.

  • DIFFIDA
  • DIFFIDA AD ADEMPIERE
  • RISPONDERE ALLA DIFFIDA