Il diritto del lavoro dell’Unione Europea è caratterizzato dalle direttive comunitarie che hanno lo scopo di unificare il mercato, adottando delle politiche comuni, volte ad incentivare la libera circolazione di persone.
Tra i vari obiettivi dell’Unione Europa c’è quello di promuovere il progresso sociale e migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei cittadini dei vari paesi membri. Per questo motivo, esistono dei trattati europei, in grado di completare le azioni intraprese autonomamente dagli stati.
In particolare vengono definite le normative in grado di fissare i requisiti minimi per quanto riguarda le condizioni di lavoro e impiego e la questione sull’informazione dei lavoratori.
Le direttive hanno l’obiettivo di creare con il tempo delle politiche comuni, in grado di rendere l’Europa un luogo dove oltre alla libera circolazione di persone e merci ci sia anche un sentimento comune di appartenenza. In un certo senso dovere rispettare le stesse regole ci dovrebbe fare sentire più uniti, più simili e dovrebbe favorire lo sviluppo dell’intera area geografica.
Negli ultimi anni le politiche europee hanno cercato di incentivare l’occupazione e la protezione sociale, proponendo normative mirate a migliorare le condizioni di vita e di lavoro, in un’ottica di maggiore coesione sociale.
Il trattato di Amsterdam del 1997 è stato il primo a trattare le problematiche relative all’occupazione, durante il quale è stato delineato un grande progetto che si può dividere in due passaggi fondamentali:
Nel 2016 è stato comunque creato il Centro di competenza europeo per le politiche in materia di diritto del lavoro, occupazione e mercato. Il suo compito è quello di definire gli aspetti giuridici e normativi e porre delle linee guida che gli stati membri devono seguire.
Nell’Unione Europea sono presenti oltre 240 milioni di lavoratori, avere delle normative comuni è sicuramente un vantaggio per i cittadini che si sentono maggiormente tutelati. A volte, infatti, le leggi nazionali non sono in grado di tutelarli in modo corretto. Con le direttive è possibile esercitare degli impatti positivi in uno degli aspetti più importanti della loro vita quotidiana.
Il diritto del lavoro delll’UE rappresenta un vantaggio anche per i datori di lavoro e per le aziende, in quanto:
Tutto ciò è direttamente collegato allo sviluppo di un mercato unico, con normative volte a permettere una concorrenza leale tra i vari paesi, con lo scopo di favorire una libera circolazione di beni, servizi, capitali e lavoratori.
Come abbiamo visto, l’Unione europea può adottare delle direttive che gli stati membri devono recepire nel loro diritto nazionale e mettere in atto.
Uno degli obiettivi del Centro di competenza europeo per le politiche in materia di diritto del lavoro, occupazione e mercato è proprio quello di controllare che tutto funzioni correttamente, in particolare:
I controlli a livello nazionale vengono, però, attuati da ogni singolo stato. E’ quindi compito delle amministrazioni nazionali controllare l’applicazione della normativa.
In alcuni casi può succedere che un tribunale nazionale non abbia le idee chiare su come interpretare una determinata direttiva, in questo caso è possibile inoltrare una domanda alla Corte di Giustizia dell’UE, che deve fornire le risposte necessarie per permettere al tribunale di potere deliberare.
La Commissione Europea, invece, verifica regolarmente che nelle varie legislazioni nazionali si stata recepita la direttiva, e che essa venga applicata correttamente.
Se ciò non avviene può decidere di avviare una procedura di infrazione.
Un datore di lavoro deve rispettare tre requisiti minimi per garantire i diritti del lavoratore stabiliti dall’Unione Europea.
In particolare deve:
A questo link trovi le informazioni e la possibilità di attivarla con lo sconto del 50% ovvero 60€ + iva anziché 120€.
Scopri l'AcademyA questo link trovi le informazioni e la possibilità di attivarla con lo sconto del 75% ovvero 90€ + iva anziché 360€.
Scopri il servizio Premium