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Guide diritto del lavoro

Il diritto del lavoro all'estero

Far parte dell'Unione Europea è una realtà che fornisce sicurezza e tutela per i lavoratori. Vediamo, dunque, come si muove il diritto del lavoro per tutti i lavoratori all'estero (che non sono pochi e sono sempre in aumento)

Come detto, l'appartenenza all'Unione Europea garantisce, a tutti i cittadini europei degli Stati Membri, una serie di diritti in materia di lavoro. Vediamo, però, nello specifico, quali diritti sono assolutamente garantiti:

  • ​cercare lavoro e lavorare liberamente in tutti i Paesi dell'Unione senza dover richiedere il permesso di lavoro. Questo permette, ad ogni cittadino, di potersi spostare liberamente per lavoro all'interno degli Stati Membri e poter lavorare senza sentirsi straniero in terra straniera. Questo, inoltre, permette il libero scambio di lavoratori fra gli Stati permettendo di avere persone specializzate a disposizione di Paesi che ne fanno richiesta smaltendo molta della burocrazia che esisteva, invece, al tempo delle frontiere.
  • la possibilità di soggiornare nel Paese estero anche quando si è conclusa l'attività lavorativa.
  • godere al cento percento della parità di trattamento sul luogo di lavoro rispetto ai cittadini originari di quella Nazione. Questo aspetto rafforza, nel lavoratore, l'idea di essere trattato allo stesso modo che a casa propria (a volte anche con condizioni economiche migliori) e di conseguenza invoglia il lavoratore a spostarsi in un altro Paese per lavorare.
  • la possibilità di trasferire alcuni trattamenti sanitari e coperture sanitarie nel Paese in cui si lavora.
  • la possibilità che alcune qualifiche professionali possano essere riconosciute all'estero rimanendo, dunque, operai specializzati non solamente nel proprio Paese ma anche all'estero. Questo permette al lavoratore di valorizzare di più la propria mansione, il proprio mestiere ed ottenere, dunque, riconoscimenti economici migliori.

La tutela ai familiari dei lavoratori all'estero

Non soltanto il lavoratore è importante per l'Unione Europea. Anche i familiari degli stessi lavoratori vengono tutelati dal diritto del lavoro all'estero. I familiari, dunque, hanno diritto a soggiornare e lavorare nello stesso Paese a prescindere dalla loro nazionalità. Così i figli: hanno diritto alla frequentazione delle scuole all'estero ed hanno pari diritti dei cittadini del Paese ospitante nell'ottenere borse di studio.

I lavoratori transfrontalieri ovvero coloro che devono continuamente oltrepassare il confine nazionale per raggiungere il posto di lavoro giornalmente, hanno diritto ad avere gli stessi trattamenti e vantaggi previsti dai lavoratori del Paese in cui si va a lavorare.

Diritto di soggiorno dei lavoratori

Il diritto al soggiorno dei lavoratori all'estero è diviso in due macro categorie di lavoratori: coloro che soggiornano all'estero fino a tre mesi l'anno e coloro che soggiornano in terra straniera per tutto l'anno ed oltre. Vediamo, dunque, i diversi regolamenti che determinano questi aspetti.

Soggiorno fino a 3 mesi

I cittadini comunitari ed i loro familiari possono soggiornare nel territorio di un Paese dell'Unione Europea senza alcuna formalità burocratica purché si abbia a disposizione la carta d'identità o del passaporto - validi - per un periodo massimo di 3 mesi. Se uno o più familiari del lavoratore sono extracomunitari, questi non solo devono avere uno dei documenti elencati ma devono presentare, se richiesto, il permesso di soggiorno.

In alcuni Paesi è necessario comunicare alle autorità la propria presenza all'interno dei confini entro un certo periodo di tempo dal proprio arrivo.

Soggiorno superiore ai 12 mesi

Tutti coloro che hanno la necessità di soggiornare all'estero per più di 12 mesi, devono obbligatoriamente iscriversi all'A.I.R.E. ovvero l'Anagrafe degli Italiani all'Estero. Questa iscrizione permette di usufruire di una serie di servizi forniti dai Consolati e possono anche esercitare il diritto di voto all'estero oltre che avere la possibilità di ottenere documenti come carta d'identità, documenti di viaggio, e certificazioni provenienti dall'Italia.

L'iscrizione all'A.I.R.E. avviene attraverso una dichiarazione entro 90 giorni dal trasferimento all'estero e comporta la cancellazione dall'Anagrafe del Comune italiano di provenienza oltre che dagli elenchi dell'Assistenza Sanitaria Italiana.

C'è poi il caso del soggiorno permanente che si determina con il soggiorno all'estero per un periodo di tempo continuativo di 5 anni sul territorio straniero dello stato UE. Questo diritto si perde nel momento in cui, per 2 anni consecutivi, ci si assenti dal Paese ospitante per 2 anni.

Nel caso in cui si perda il lavoro all'estero, è consentito mantenere il diritto di soggiorno nel Paese ospitante per periodi di tempo diversi in base al tipo di contratto di lavoro.

Assistenza sanitaria

Le coperture dell'assistenza sanitaria all'estero seguono delle precise regole che determinano il funzionamento dell'assistenza stessa. Ecco a chi si applicano queste regole:

  • ​lavoratori distaccati temporaneamente all'estero per periodi inferiori ai 2 anni;
  • transfrontalieri;
  • dipendenti pubblici distaccati all'estero;
  • pensionati;
  • studenti, ricercatori e tirocinanti impegnati all'estero.

Vista la complessità e la diversità di organizzazione dell'assistenza sanitaria nei vari Paesi, è possibile che in alcuni Stati Membri ci siano delle regole valide solo su quello specifico territorio. E' sempre bene, dunque, informarsi prima di partire per capire le eventuali coperture garantite e non. Per questo tipo di informazioni, l'Italia mette a disposizione il suo Ministero della Salute.

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