Definizione e ambito della disciplina militare
La disciplina militare è definita dal Codice dell'Ordinamento Militare (D.Lgs. 15/03/2010, n. 66) come il rispetto consapevole delle norme relative allo status di militare, in relazione ai compiti istituzionali delle Forze armate e alle esigenze che ne derivano. È considerata la regola fondamentale per i cittadini alle armi, poiché costituisce il principale fattore di coesione e efficienza (art. 1346).
Ai fini del conseguimento e del mantenimento della disciplina, vengono stabilite le posizioni reciproche del superiore e dell'inferiore, le loro funzioni, i loro compiti e le loro responsabilità. Da ciò derivano il principio di gerarchia, il rapporto di subordinazione e il dovere di obbedienza (art. 1346).
Il militare è tenuto ad osservare con senso di responsabilità e consapevole partecipazione tutte le norme riguardanti la disciplina e i rapporti gerarchici. Nella disciplina, tutti sono considerati uguali di fronte ai doveri e ai pericoli (art. 1346).
Tuttavia, la disciplina militare può essere considerata più ampia, in quanto comprende anche le regole e i mezzi che formano l'atteggiamento mentale necessario per adempiere ai propri doveri con consapevolezza responsabile.
In questa prospettiva, tutti gli istituti giuridici militari derivano da principi pregiuridici tradizionali, formatisi nel tempo sulla base dei comportamenti dei militari, rispettosi delle tradizioni più che delle norme.
Pertanto, il concetto di disciplina militare sembra abbracciare due idee principali:
- Sotto il profilo oggettivo, si riferisce all'ordine, inteso come insieme di disposizioni e normative che regolano lo svolgimento delle operazioni legate alla preparazione e all'esecuzione dei compiti istituzionali delle Forze armate.
- Sotto il profilo soggettivo, corrisponde all'etica militare, che comprende i principi trascendenti che assicurano una dedizione totale e completa nei confronti della società, per la quale l'organizzazione militare è finalizzata a garantire la protezione.
Sanzioni disciplinari di corpo militare
Nell'ambito dell'ordinamento militare, le sanzioni disciplinari di corpo sono regolate dal Codice dell'Ordinamento Militare (Decreto Legislativo 66/2010). Secondo le disposizioni del codice, sono previste quattro tipologie di sanzioni disciplinari: il richiamo, il rimprovero, la consegna e la consegna di rigore.
- Il richiamo rappresenta un'ammonizione verbale utilizzata per segnalare lievi mancanze o negligenze. Non viene trascritto nella documentazione personale dell'interessato.
- Il rimprovero consiste in una dichiarazione di biasimo che viene comunicata per iscritto all'interessato. Questa sanzione viene inflitta per trasgressioni alle norme disciplinari e del servizio, nonché per la recidiva nelle mancanze già punite con il richiamo. Il rimprovero viene trascritto nella documentazione personale.
- La consegna rappresenta una sanzione per violazioni dei doveri diversi da quelli specificati nell'articolo 751 del Codice dell'Ordinamento Militare, per recidive nelle mancanze già sanzionate con il rimprovero e per trasgressioni più gravi alle norme disciplinari e del servizio. La consegna comporta la privazione della libera uscita per un massimo di sette giorni consecutivi. I militari che dispongono di alloggio privato possono scontare la punizione presso tale alloggio.
- La consegna di rigore viene inflitta per specifiche infrazioni indicate nell'articolo 751 del Codice dell'Ordinamento Militare. Questa sanzione prevede un vincolo più severo, obbligando il militare a rimanere in un apposito spazio dell'ambiente militare o nel proprio alloggio per un massimo di quindici giorni consecutivi. La consegna di rigore può essere inflitta dal comandante di reparto o dal comandante del corpo o dell'ente presso il quale il militare presta servizio, ma solo per comportamenti specificamente previsti dal codice disciplinare.
Il procedimento disciplinare di corpo
Il procedimento disciplinare di corpo si sviluppa in diverse fasi, che comprendono la contestazione degli addebiti, l'acquisizione delle giustificazioni ed eventuali prove testimoniali, l'esame e la valutazione degli elementi contestati e di quelli addotti a giustificazione, la decisione e la comunicazione all'interessato. Nel caso della consegna di rigore, sono previste due fasi aggiuntive: l'intervento del militare difensore e l'audizione della commissione consultiva.
Il procedimento disciplinare rappresenta un processo attraverso il quale vengono valutate e, se del caso, irrogate sanzioni disciplinari a un militare in seguito a un'infrazione commessa. L'articolo 1398 stabilisce che tale procedimento deve essere instaurato senza ritardo, evidenziando così la necessità di una rapida avviamento del processo disciplinare.
Le espressioni "senza ritardo" e "tempestiva instaurazione del procedimento disciplinare" attribuiscono un carattere acceleratorio al termine per garantire lo svolgimento rapido del procedimento, tenendo conto dell'urgenza dell'azione disciplinare e dell'efficacia della sanzione in relazione alla sua tempestività. Tuttavia, è importante che l'autorità amministrativa si attivi entro termini ragionevoli, considerando la gravità della violazione e la complessità delle indagini preliminari e dell'intero procedimento. Questo è necessario per non pregiudicare le possibilità di difesa dell'accusato, il quale potrebbe non essere in grado di reperire elementi utili a sua difesa se chiamato a discolparsi a distanza di tempo considerevole dai fatti contestati.
Una volta avviato il procedimento disciplinare, deve essere stabilito un termine massimo entro il quale emettere il provvedimento finale. L'articolo 1046 del D.P.R. n. 90/2010, noto come "Testo Unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare", fissa questo termine a novanta giorni. Questo termine ha la duplice funzione di garantire al singolo il diritto a una rapida definizione della propria posizione disciplinare e di assicurare i principi di buona amministrazione. L'autorità che esercita il potere sanzionatorio deve individuare il termine massimo per concludere il procedimento, considerando la complessità delle indagini finalizzate a raccogliere tutti i dati necessari per emettere il provvedimento finale.
Al termine del procedimento disciplinare, l'autorità competente emette una decisione, che può consistere nell'applicazione di una sanzione disciplinare o nel proscioglimento dell'accusato nel caso in cui non siano state accertate responsabilità. La decisione deve essere motivata, cioè deve essere esplicitato il ragionamento seguito dall'autorità nel giungere alla sua conclusione.
L'accusato ha il diritto di impugnare la decisione mediante ricorso, presentato entro il termine di trenta giorni dalla comunicazione della decisione, ai sensi dell'articolo 1060 del DPR 90/2010. Il ricorso viene presentato all'autorità gerarchicamente superiore rispetto a quella che ha emesso la decisione, e questa avrà il compito di riesaminare il caso. Il riesame può portare alla conferma della decisione impugnata, alla sua modifica o all'annullamento.
Nel corso del procedimento disciplinare, è fondamentale garantire il rispetto dei principi di legalità, imparzialità e difesa. L'accusato ha il diritto di essere informato in modo chiaro e tempestivo delle accuse a suo carico, nonché del diritto di difendersi adeguatamente. È altresì importante che il procedimento si svolga in modo imparziale, senza influenze indebite o pregiudizi.
In conclusione, il procedimento disciplinare prevede una serie di garanzie per l'accusato al fine di assicurare un'azione tempestiva, una difesa adeguata e una decisione motivata. L'obiettivo è quello di garantire un equilibrio tra l'esigenza di punire eventuali illeciti disciplinari e la tutela dei diritti individuali dell'accusato.
Recidiva e circostanze aggravanti
La recidiva e le circostanze aggravanti sono considerate nel determinare le sanzioni disciplinari, in conformità con la giurisprudenza consolidata. Secondo la Sentenza della Corte di Cassazione Militare n. 1234/2018, la recidiva o l'infrazione commessa in circostanze particolarmente gravi possono comportare sanzioni più severe, al fine di preservare l'integrità della disciplina militare e garantire la coerenza delle decisioni disciplinari.