L’indegnità a succedere è una condizione che dà luogo all’inabilità di ricevere l’eredità: l’indegno ha compiuto infatti comportamenti costituenti reato, atti moralmente o socialmente riprovevoli, contro il testatore o il diritto del testatore alla sua libertà testamentaria.
L’indegnità è una sanzione di tipo civile, operativa "ipso iure": non impedisce al soggetto di acquistare l’eredità, ma interviene nel momento in cui, su domanda degli interessati l’indegno venga posto “nel nulla” dopo una sentenza del giudice.
Chiunque abbia avuto uno dei comportamenti regolati dall’articolo 463 del Codice Civile, è escluso dalla successione ed è ritenuto indegno:
Le ipotesi di indegnità previste dalla norma in esame devono considerarsi tassative e non applicabili ad altre fattispecie, sono però cause di esclusione della punibilità la legittima difesa o lo stato di necessità.
In sede di condanna per uno degli atti previsti dall’articolo 463 del Codice Civile o in sede di patteggiamento della pena (ex art. 444 c.p.p) il giudice penale, grazie all’introduzione del Codice di Procedura Penale può pronunciare l'esclusione del soggetto dalla successione per indegnità.
Prima della legge 2/2018, l’esclusione dell’indegno dalla successione era conseguente ad una sentenza ad hoc in sede civile. Prima della sentenza, infatti, egli poteva disporre dei beni ereditari. La legge ha portato quindi ad una novità sul piano procedutale, e la dichiarazione di indegnità è diventata automatica. L’importanza di questa legge sta anche nella possibilità di dissipazione del patrimonio da parte dell’indegno, che oggi viene scongiurato, soprattutto nei casi in cui bisogna proteggere la famiglia delle vittime.
L’indegno può essere riammesso in successione con l’istituto detto “della riabilitazione”, regolato all’articolo 466 del codice civile. La norma cita: “Chi è incorso nell’indegnità è ammesso a succedere quando la persona, della cui successione si tratta, ve lo ha espressamente abilitato con atto pubblico o con testamento. Tuttavia l’indegno non espressamente abilitato, se è stato contemplato nel testamento quando il testatore conosceva la causa dell’indegnità, è ammesso a succedere nei limiti della disposizione testamentaria”. L’indegno può essere quindi riammesso alla successione se un testamento o un atto pubblico lo dispongono.
Esistono comunque due dottrine che disciplinano la riammissione:
Verrai contattato e riceverai i nostri preventivi entro 24 ore.
Scrivici il tuo caso: lo analizzeremo e ti metteremo in contatto con l'Avvocato più preparato nella tua zona.
A questo link trovi le informazioni e la possibilità di attivarla con lo sconto del 50% ovvero 60€ + iva anziché 120€.
Scopri l'AcademyA questo link trovi le informazioni e la possibilità di attivarla con lo sconto del 75% ovvero 90€ + iva anziché 360€.
Scopri il servizio Premium