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Accertamento con adesione: cos’è e come funziona?

L’accertamento con adesione è un accordo che il contribuente può fare con l’Agenzia delle Entrate, per evitare il Processo Tributario. Ma è sempre conveniente? Quando è meglio procedere con il ricorso presso la Commissione Tributaria?

Quando un soggetto riceve un provvedimento di natura tributaria ha il diritto di difendersi, ovvero di opporsi se lo ritiene ingiusto o non corretto. In alcuni casi, infatti, si può trattare di cartelle di pagamento contenenti dei vizi formali o sostanziali.

Come può agire quindi il contribuente?

Generalmente quando si tratta di contenziosi tributari è necessario fare ricorso, ricordando che se si tratta di cifre al di sotto di 50 mila euro si deve procedere con la mediazione obbligatoria.

Esiste, comunque, un’altra possibilità, ovvero cercare un dialogo direttamente con il Fisco, per risolvere la questione al di fuori dalla aule del tribunale. Si tratta dell’accertamento con adesione, che come vedremo può essere attivato dal contribuente ma anche d’ufficio.

Cos’è l’accertamento con adesione?

L’accertamento con adesione, definito anche come istituto deflativo del contenzioso, ha l’obiettivo di evitare di trascinare troppo a lungo un litigio con il fisco.
In particolare si cerca un dialogo, per trovare una soluzione, senza il bisogno di instaurare un processo, che potrebbe durare anni e costare molto.

Le parti possono trovare dei compromessi, e concludere il tutto evitando inutili lungaggini amministrative.

Risulta evidente quindi, che il vantaggio risieda proprio nel fatto di accorciare i termini per la definizione di una controversia, che in caso contrario comporterebbe di accettare il rischio di vedere ristrette le risorse disponibili, soprattutto se le probabilità di vittoria non sono certe.
Una situazione di questo tipo è dannosa per il bilancio d’esercizio di un’azienda, dato che esiste una passività potenziale, ma anche per un privato cittadino che ha il timore di dovere pagare le somme in questione.

Procedere con l’accertamento con adesione è utile anche perchè si instaura un vero e proprio dialogo ed entrambe le parti possono fornire informazioni aggiuntive per ricostruire i fatti in modo completo. Tutto ciò, senza doversi recare in tribunale davanti a un giudice.

Ovviamente può succedere di riuscire a comunicare in modo pacifico con un funzionario, che ha l’intenzione di capire veramente cosa è successo, ma può capitare anche di avere di fronte una persona poco propensa a collaborare.

L’aspetto interessante è, comunque, il fatto che in caso di un accordo, si possono pagare sanzioni ridotte, quindi c’è un notevole risparmio economico.

Come funziona l’accertamento con adesione?

Nel paragrafo precedente abbiamo detto che l’accertamento con adesione è un accordo che può essere preso in modo autonomo, cioè senza l’intervento di un giudice, tra un contribuente e il fisco. Vediamo ora come funziona esattamente.

Attraverso tale procedura è possibile definire l’importo da pagare per le imposte dirette e indirette quali Irpef, Ires, Irap, Imposte sostitutive sulla rivalutazione dei beni delle imprese, Imposta sostitutiva su riserve o fondi in sospensione, Iva, Imposta sulle successioni e sulle donazioni, Imposta di registro, Imposta ipotecaria e catastale, Invim ordinaria e decennale, Imposta sostitutiva dell’Invim, Imposta sostitutiva sulle operazioni di credito, Imposta erariale di trascrizione e addizionale regionale all’imposta erariale di trascrizione, Imposta provinciale sull’immatricolazione di nuovi veicoli

In seguito all’accordo, il pagamento deve essere perfezionato come previsto, ed è possibile beneficiare della riduzione di ⅓ delle sanzioni amministrative, calcolato sul minimo previsto dalla legge.

Ad ogni modo l’accertamento con adesione può essere promosso da:

  • il privato cittadino
  • l’Agenzia delle Entrate

Accertamento con adesione: iniziativa d’ufficio

L’Agenzia delle Entrate, può inviare al contribuente un invito a comparire in sede per potere iniziare un dialogo volto a trovare una definizione bonaria della situazione, anche prima che sia stato notificato un avviso di accertamento.

Nell’invito vengono indicati elementi informativi quali il giorno e il luogo dell’appuntamento, e indicazioni rilevanti in merito alle imposte in questione.

Va sottolineato che se il soggetto non accetta l’invito, non avrà più la possibilità di avvalersi di tale strumento, e dovrà procedere necessariamente con il ricorso presso la Commissione Tributaria per potersi difendere.

Ad ogni modo il privato cittadino non è obbligato ad accettare quanto proposto dal fisco, ma ha a disposizione alcune scelte, ovvero:

  • aderire alle indicazioni fornite dall’Istituto: cioè vengono accettate tutte le proposte fatte, e le relative conseguenze
  • chiedere un incontro per presentare le proprie memorie o informazioni: lo scopo è quello di convincere il funzionario a modificare o annullare l’atto in quanto ci sono degli errori
  • non accettare o non rispondere all’invito: anche se sconsigliata è comunque un’opzione possibile, e non ci sono sanzioni in merito per tale rifiuto

Ovviamente durante un Processo Tributario, il giudice potrebbe essere più severo nei confronti di chi si è dimostrato poco collaborativo, quindi per questa ragione solitamente è consigliabile accettare il dialogo con la controparte.

Accertamento con adesione: richiesta del contribuente

Come abbiamo accennato prima, la richiesta di accertamento con adesione può anche essere fatta dal contribuente.

La domanda deve essere presentata in carta libera, chiedendo all’Agenzia delle Entrate di formulare una proposta per risolvere la questione bonariamente.

Essa può essere presentata:

  • prima ancora di avere ricevuto la notifica dell’atto o un invito a comparire
  • dopo avere ricevuto l’atto ma non l’invito a comparire, ma non è possibile se sono già scaduti i termini per effettuare un ricorso

La domanda deve essere effettuata prima dell’impugnazione dell’atto davanti alla Commissione Tributaria Provinciale, entro 60 giorni dall’avvenuta notifica.

In seguito, l’ufficio, entro 15 giorni dal ricevimento della stessa, invia al cittadino un invito a comparire.

In tal caso la Cassazione ha sottolineato che, l’Agenzia delle Entrate non è obbligata a rispondere, dato che si tratta di una scelta del tutto discrezionale, ovvero possono essere fatte della valutazioni in merito considerando se conviene o meno evitare una contestazione giudiziaria.

Detto ciò, se il cittadino propone una istanza di accertamento con adesione, ma non riceve alcuna risposta in merito, il procedimento è da considerarsi comunque valido. In caso di mancata impugnazione con ricorso, entro i termini previsti, quindi, determina la legittimità delle imposte, quindi l’obbligo di pagarle.

E’ meglio il ricorso o l’accertamento?

Dopo avere analizzato nei paragrafi precedenti come funziona l’accertamento con adesione, è utile ora soffermarsi un attimo a pensare se è meglio agire in tal senso o effettuando direttamente un ricorso alla Commissione Tributaria.

In realtà la prima strada non preclude la seconda. Infatti, una volta presentata la domanda di accertamento con adesione vengono sospesi i termini per un eventuale ricorso per 90 giorni.

Trascorso tale periodo, comunque, se non è stato possibile trovare un accordo con l’Agenzia delle Entrate, è possibile impugnare l’atto. Se ciò non viene fatto lo stesso diventerà definitivo e verrà affidato all’agente della riscossione.

Fonti normative

  • Cassazione sentenza n. 474/2018 
  • Sezioni Unite della Cassazione sentenza n. 3676/2010
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