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Processo Tributario Telematico: cos’è e come funziona?

Il Processo Tributario Telematico (PTT) sarà obbligatorio a partire dal 1 luglio 2019. A partire da tale data il ricorso, la notifica e il deposito degli atti devono essere fatti telematicamente. I soggetti coinvolti possono consultare il fascicolo tramite il servizio “Telecontenzioso”.

In Italia se una persona ritiene di essere vittima di irregolarità effettuate dall’Agenzia delle Entrate o da un altro ente pubblico, può fare ricorso presso la Commissione tributaria, per contestare l’atto ricevuto.

In realtà, prima di intraprendere la strada di un processo tributario, è obbligatoria la mediazione tributaria, per un accertamento di valore pari o inferiore a 50 mila euro. In altre parole, prima di “intasare” la macchina della giustizia, si deve tentare una via alternativa, cercando una soluzione alla controversia direttamente con l’ente che ha emesso l’atto.

Se il tentativo di mediazione ha esito negativo o non soddisfacente, è possibile intraprendere la via del processo tributario telematico, obbligatorio a partire dal 1 luglio 2019.

Sostanzialmente con il PPT tutti gli atti inerenti al processo vengono depositati online, evitando di creare enormi quanto difficilmente gestibili archivi cartacei.

Cos’è un Processo Tributario?

Un cittadino ha la facoltà di opporsi a provvedimenti tributari che ritiene essere illegittimi o non corretti. Perciò se determinati avvisi di accertamento, o cartelle sono infondate può agire per contestare gli atti notificati. Ma come si deve procedere?

Il primo passo da intraprendere è la mediazione tributaria, cioè un tentativo per trovare una soluzione “pacifica” al problema direttamente con l’ente che ha emesso l’atto che si intende contestare. Ciò significa che si deve proporre un accordo, per evitare il la causa vera e proprie, rendendo il tutto più semplice, veloce e meno costoso.

Non si tratta di una opzione, ma di un procedimento obbligatorio a partire dal 2016, per importi pari o inferiori a 50 mila euro. L’intento del Legislatore è proprio quello di rendere più flessibile e meno lenta la macchina della giustizia italiana, cercando di risolvere al di fuori delle aule dei tribunali le cause meno gravi. 

Se l’accordo ha esito positivo, il contribuente deve versare la cifra concordata all’ente, entro 20 giorni, e le sanzioni potranno essere ridotte al 35% del minimo stabilito dalla legge.
Se, invece, la proposta non viene accettata o non c’è stata alcuna risposta da parte dell’Ente, si può procedere in giudizio.

In alcuni casi l’Agenzia delle Entrate o un altro Ente pubblico può rifiutare la proposta del cittadino, formulandone una nuova. Si tratta di una opzione interessante in ogni caso, che potrebbe portare a significativi vantaggi per il contribuenti, considerando che si potrebbe evitare un processo molto spesso lungo e costoso.

Se si preferisce procedere in giudizio, è necessario sapere che la Giustizia Tributaria è un particolare ramo del diritto, caratterizzata da propri organi e gradi di giudizio. 

Per contestare un accertamento o una cartella di pagamento, quindi, bisogna procedere rispettando i seguenti passaggi:

  • primo grado di giudizio: Commissioni Tributarie Provinciali (CTP)
  • secondo grado di giudizio: Commissioni Tributarie Regionali (CTR)
  • terzo grado di giudizio: Corte di Cassazione

Sebbene in alcune situazioni un soggetto possa procedere in modo autonomo, è consigliabile affidarsi a un buon avvocato tributarista, data la complessità della materia, per evitare di commettere errori e per valutare il modo migliore per procedere.

E’ importante sapere, inoltre, che il ricorso può essere fatto entro 60 giorni dalla data di notifica dell’accertamento e che esso implica la sospensione degli effetti giuridici dell’atto ritenuto illegittimo.

Come funziona il Processo Tributario Telematico?

Abbiamo già sottolineato che, a partire dal 1 luglio 2019 sarà obbligatorio il Processo Tributario Telematico (PTT), come previsto dalla legge 119/2018. Ciò significa che i soggetti coinvolti dovranno depositare gli atti esclusivamente attraverso la modalità telematica.

Esistono comunque le seguenti eccezioni, in particolare i soggetti che hanno la facoltà di procedere senza l’assistenza tecnica di un legale, possono scegliere in modo facoltativo la modalità di deposito.

Attraverso la digitalizzazione delle fasi di notifica, deposito e ricorso, i documenti inerenti al contenzioso possono essere consultati con maggiore trasparenza, rendendo più semplice tutto il procedimento, e diminuendo la durata dei contenziosi.
Infatti, le parti coinvolte possono consultare il fascicolo processuale in qualsiasi momento grazie al servio del “Telecontenzioso”. 

Con le nuove procedure sarà possibile ridurre notevolmente i costi relativi alla gestione degli archivi cartacei, puntando a recuperare la produttività del personale di segreteria ora destinato a occuparsi esclusivamente dei documenti. Si tratta di un risparmio stimato di quasi 5 milioni di euro, considerando che uno spazio di 47 mila metri lineari occupato per potere conservare i vari documenti è caratterizzato da un costo unitario di 100 euro per metro lineare.

Processo Tributario Telematico: udienze a distanza

Con il Processo Tributario Telematico non si mira soltanto a una migliore gestione degli archivi, ma a rendere l’intero procedimento giudiziario più snello e flessibile. In questo senso il decreto ha introdotto anche la possibilità di effettuare un’udienza a distanza, anche se non sono ancora state definite le regole operative in merito.

L’udienza a distanza potrà essere attivata in seguito alla richiesta di una delle parti, e si svolgerà attraverso un collegamento audiovisivo tra l’aula, il domicilio del contribuente, e gli altri soggetti coinvolti, in modo tale da assicurare la reciproca visibilità e ascolto.

In questo senso il luogo nel quale una parte si collega può essere equiparato all’aula di udienza.

L’avvocato tributarista

Per trattare correttamente questioni e controversie inerenti alla Giustizia Tributaria, abbiamo detto che è indispensabile la consulenza di un avvocato tributarista. Si tratta di una figura professionale che si occupa di tematiche vaste e spesso complesse e che necessita di continui aggiornamenti. 

Gli argomenti e le normative in tema di tributi sono così specifiche che un avvocato generico non sempre è in grado di trattare in modo efficace. Per questo è importante individuare il professionista più adatto a gestire contenziosi con l’Agenzia delle Entrate o altri Enti pubblici. In ogni caso il legale difende sempre il cittadino, visto che lo Stato è rappresentato dall’Avvocatura di Stato

Spesso esiste confusione in merito ai differenti ruoli e le diverse competenze di un avvocato tributarista e un commercialista, ma si tratta di due professioni completamente slegate anche se il settore è simile. Un legale si occupa dei contenziosi, mentre il commercialista effettua calcoli e predispone documenti a nome dei clienti.

Esiste, inoltre la figura del difensore tecnico tributario, che può offrire una consulenza tecnica in merito a dispute e procedimenti amministrativi, ma non può intervenire in sede penale.

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