Il ricorso tributario può essere effettuato dal cittadino che intende contestare una cartella esattoriale che ritiene essere irregolare. Da luglio è diventato obbligatorio il cosiddetto Processo Tributario Telematico. Vediamo qual è la procedura.
Il diritto tributario è un ambito del diritto diverso rispetto a quello penale o civile, infatti, il ricorso in giudizio non ha l’obiettivo di accusare qualcuno o di ottenere un risarcimento danni, ma viene chiesto l’annullamento di un atto specifico.
Ad ogni modo, esistono sempre 3 gradi di giudizio, rappresentati dalla Commissione Tributaria Provinciale e Regionale e dalla Cassazione.
Un soggetto può anche agire in modo autonomo senza l’obbligo di affidarsi ad un avvocato, sebbene sia sempre consigliato, se la cifra in questione non supera i tremila euro. In tal caso l’interessato può utilizzare ancora i documenti cartacei, sebbene da luglio 2019 sia scattato l’obbligo del Processo Tributario Telematico.
Ma, vediamo di analizzare nelle prossime righe, come può agire un individuo che ha il desiderio di contestare una cartella di pagamento, che ritiene essere illegittima o errata.
In alcune situazioni può accadere che un ente pubblico come l’Agenzia delle Entrate possa notificare a un soggetto delle cartelle errate o non fondate. E’ abbastanza ovvio dire che l’interessato ha tutto il diritto di difendersi, contestando l’atto ricevuto.
Per effettuare un ricorso tributario è necessario rispettare le procedure e i termini previsti dalla legge.
Il nostro consiglio è quello di contattare un buon avvocato tributarista, anche consultando i profili dei professionisti presente nel nostro portale, per avere dei validi consigli e per agire nel modo corretto. La materia, infatti, potrebbe sembrare troppo “tecnica” per i non addetti ai lavori, ed è facile effettuare degli errori.
Ad ogni modo è possibile procedere anche autonomamente per contenziosi di valore fino a tremila euro.
Prima di agire, comunque, è bene sapere che la Giustizia Tributaria è formata dai seguenti organi:
Il ricorso, a partire dal 1 luglio 2019 deve essere fatto per via telematica, se il valore del contenzioso supera i tremila euro, come approfondiremo a breve.
Nel paragrafo precedente abbiamo detto che, il cittadino ha il diritto di opporsi contro atti che ritiene essere sbagliati o illegittimi, ma quando tale opzione è possibile? Si possono impugnare tutti gli atti?
Il ricorso tributario si può proporre se esiste una controversia di natura fiscale. Perciò se il problema è inerente a tasse, tributi, sanzioni che presentano dei vizi sostanziali o formali.
In realtà non tutti gli atti possono essere contestati, dato che la legge ha espressamente elencato in quali casi è possibile il ricorso.
In particolare è possibile impugnare:
A tal proposito la giurisprudenza ha considerato il suddetto elenco come qualcosa di tassativo, oggi invece lo scenario è diverso. In genere si tende a preferire una interpretazione più estensiva, facendo rientrare anche provvedimenti che per natura e funzione possono essere assimilati ad essi.
Recentemente le Sezioni Unite della Cassazione hanno decretato che una cartella esattoriale può essere impugnata se non è stata notificata e quindi il contribuente ha saputo della sua esistenza soltanto tramite l’estratto di ruolo richiesto all’agenzia di riscossione.
In tal caso, anche se il termine per opporsi è scaduto, è possibile agire dato che la notifica non è stata fatta correttamente.
Se, invece, l’interessato ha il desiderio di opporsi ma sono scaduti i termini per farlo, ovvero 60 giorni dalla notifica, non è più possibile agire in quanto il ricorso verrebbe rigettato per decadenza.
In tal caso l’unico modo per tutelare i propri interessi è quello di attendere una mossa della controparte, ad esempio un preavviso di fermo, di ipoteca, di pignoramento o sollecito di pagamento. Dal momento della notifica è possibile contestare l’atto entro 60 giorni.
Dopo avere analizzato nelle righe precedenti quali in quali casi è possibile fare un ricorso tributario, vediamo ora come si deve procedere per effettuare la contestazione in modo corretto.
Come accennato, è possibile agire in maniera autonoma per contenziosi di valore fino a 3 mila euro, anche se l’aiuto di un professionista in questa situazione può essere determinante.
Ad ogni modo nell’atto di ricorso devono essere indicati:
E’ importante provvedere a notificare la contestazione all’Agenzia delle Entrate o all’ente che ha emesso l’atto con raccomandata AR, entro 60 giorni dalla ricezione dell’atto stesso.
Entro 30 giorni, inoltre, bisogna depositare il tutto alla Commissione Tributaria, allegando una prova della consegna alla controparte.
In ogni caso, se il valore della contestazione non supera i 50 mila euro, è obbligatorio avviare una mediazione, ovvero tentare una conciliazione, per cercare di evitare la causa in tribunale.
In tal caso, quindi, è necessario notificare alla controparte il reclamo con la mediazione. Se si trova un accordo, la sanzione può essere ridotta del 35%.
Dal 1 luglio 2019 è obbligatorio il Processo Tributario Telematico, ciò significa che tutti gli atti devono essere depositati telematicamente.
L’obiettivo del legislatore è stato quello di rendere più trasparenti le varie fasi del procedimento, permettendo di consultare i documenti in qualsiasi momento e diminuendo la durata dei processi.
Attraverso il servizio “Telecontenzioso” le parti possono consultare il fascicolo processuale in qualsiasi momento.
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