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Mantenimento figli maggiorenni: quando è obbligatorio?

Il mantenimento dei figli maggiorenni è obbligatorio per legge fino al momento in cui raggiungono l’autosufficienza economica. Entrambi i genitori devono contribuire in base alle loro capacità economiche, anche in caso di separazione e divorzio.

Non tutti sanno che i genitori hanno il dovere di provvedere alle necessità dei figli anche dopo il compimento del 18° anno di età. L’obbligo finisce soltanto al raggiungimento dell’autosufficienza economica.

Detto ciò, risulta evidente che, in questo periodo caratterizzato da una forte crisi economica, è molto difficile trovare subito un’occupazione, considerando anche l’elevato tasso di disoccupazione giovanile.

Ovviamente l’obbligo al mantenimento dei figli maggiorenni cessa se l’interessato non si impegna per essere indipendente, rifiutando proposte lavorative o facendosi licenziare.

Nelle prossime righe analizziamo cosa dice la legge al riguardo, anche in caso di separazione o divorzio dei genitori.

E’ obbligatorio il mantenimento dei figli maggiorenni?

Il mantenimento dei figli maggiorenni è espressamente previsto dall’art. 30 della Costituzione, infatti possiamo leggere:

È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio

Padre e madre hanno, quindi, entrambi il compito e il dovere di educare, istruire ed educare la prole, tenendo in considerazione le inclinazioni e le aspirazioni dei figli.
Tutto ciò non termina al raggiungimento della maggiore età, ma soltanto quando essi diventano autosufficienti economicamente.

L’art. 337 septies del codice civile sottolinea che:

Il giudice, valutate le circostanze, può disporre in favore dei figli maggiorenni non indipendenti economicamente il pagamento di un assegno periodico. Tale assegno, salvo diversa determinazione del giudice, è versato direttamente all'avente diritto.
Ai figli maggiorenni portatori di handicap grave si applicano integralmente le disposizioni previste in favore dei figli minori

Ma fino a quando dura tale diritto? Se il figlio maggiorenne non riesce a trovare un lavoro stabilire, considerando anche il difficile periodo storico in cui ci troviamo, i genitori devono mantenerlo per sempre?

Non esiste un limite specifico in questo senso, ma solitamente vengono considerati i singoli casi, e il giudice stabilisce come si deve procedere. Ad ogni modo alcuni tribunali, ad esempio quello di Milano, hanno fissato il limite a 34 anni.

Per ottenere l’assegno, comunque, l’interessato deve possedere i seguenti requisiti:

  • deve coabitare con i genitori o uno di essi
  • non deve essere indipendente da un punto di vista economico

In sostanza il figlio deve avere un legame stabile con l’abitazione del genitore. Ovviamente può spostarsi per motivi di studio o lavoro, ma non può trasferirsi definitivamente in un’altra città.

Va evidenziato però che, se il mancato raggiungimento dell’autonomia è causato da negligenza o inerzia, il mantenimento cessa.

Mantenimento dopo la separazione 

Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, sia il padre che la madre devono provvedere al mantenimento dei figli maggiorenni, in base alle loro capacità.
Durante il matrimonio non si presentano, generalmente, grossi problemi, dato che la coppia gestisce le finanze di comune accordo. In caso di separazione consensuale o giudiziale, o con il divorzio, possono sorgere invece delle incomprensioni.

In ogni caso deve essere rispettato quanto afferma l’art. 316 c.c.:

I genitori devono adempiere i loro obblighi nei confronti dei figli in proporzione alle rispettive sostanze e secondo la loro capacità di lavoro professionale o casalingo. Quando i genitori non hanno mezzi sufficienti, gli altri ascendenti, in ordine di prossimità, sono tenuti a fornire ai genitori stessi i mezzi necessari affinchè possano adempiere i loro doveri nei confronti dei figli.

Il giudice, quindi, in caso di mancato accordo dei coniugi, stabilisce delle regole in merito al mantenimento dei figli per la separazione e il divorzio. In genere l’obiettivo è quello di tutelare gli interessi dei minori, per evitare che possano subire delle modifiche sostanziali alle loro abitudini di vita.

Ma, come abbiamo visto, può essere decretato anche l’obbligo di mantenere i maggiorenni se non autosufficienti.

Ma cosa significa esattamente?

I genitori devono occuparsi delle spese ordinarie ma anche di quelle straordinarie legate all’istruzione, ma anche allo svago e alle vacanze.

In caso di separazione o divorzio il giudice tiene in considerazione il tenore di vita tenuta dall’interessato in precedenza, e valuta le risorse economiche del padre e della madre.

Se la situazione cambia con il passare del tempo, è previsto un adeguamento automatico dell’assegno, senza la necessità di fornire delle dimostrazioni specifiche, come sottolineato dalla sentenza n. 8927/2012 della Cassazione.

L’autosufficienza economica

Fino ad ora abbiamo chiarito che il mantenimento dei figli maggiorenni deve durare fino al raggiungimento dell’autosufficienza economica, ma cosa significa?

Secondo la giurisprudenza il figlio non solo deve avere un’occupazione, ma la retribuzione deve essere idonea a garantirgli una vita dignitosa e di piena autonomia.

Perciò se il lavoro è poco remunerativo o poco stabile, l’obbligo non cessa. Il discorso cambia, invece, se lo stato di disoccupazione deriva dalla negligenza e dal poco impegno dell’interessato, e non dalla concrete opportunità che offre il mercato del lavoro.

Inoltre, il soggetto perde tutti i diritti se viene licenziato.

Come si calcola il mantenimento dei figli maggiorenni?

A quanto ammonta l’assegno?

Come abbiamo già anticipato nelle righe precedenti, è necessario considerare il tenore di vita del periodo di convivenza con entrambi i genitori, se si tratta di una separazione o di un divorzio.

Ad ogni modo nel calcolo vengono considerati i seguenti elementi:

  • redditi di entrambe le parti
  • tempo di permanenza pressa ciascun genitore
  • esigenze attuali del figlio

La maggior parte delle cause in tribunale si riferiscono a contenziosi tra il padre e la madre, per stabilire l’esatto importo da versare. Soltanto in pochi casi isolati, il processo è voluto dal maggiorenne per fare valere i propri diritti.

Quando cessa l’obbligo?

Non esiste un limite stabilito per legge per la cessazione di tale obbligo. In alcuni casi, come abbiamo visto, i tribunali hanno posto un limite, ma non si tratta di una condizione certa.
Soltanto il raggiungimento dell’indipendenza economica svincola i genitori dal dovere di mantenere la prole.

In caso di negligenza o da colpe dell’interessato, ad ogni modo, il padre e la madre non sono tenuti a versare l’assegno.

La cessazione dell’obbligo di mantenimento non avviene per il mero conseguimento di un titolo di studio o se il figlio crea un nucleo familiare, se esso non rappresenta una nuova entità autonoma e finanziariamente indipendente, come stabilito dalla sentenza n. 1830/2011 della Cassazione.

Fonti normative

  • ​Sentenza n. 8927/2012 della Cassazione
  • Art. 316 c.c
  • Art. 337 septies del codice civile
MANTENIMENTO FIGLI MAGGIORENNI
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