Le multe non pagate possono avere conseguenze negative per il responsabile. Il pagamento può essere affidato all’Agenzia delle Entrate, oppure il Comune può inviare al soggetto una ingiunzione fiscale.
Quando un soggetto riceve una multa per una presunta o reale infrazione al codice della strada, a volte scatta la tentazione di ignorare il tutto, senza effettuare il pagamento.
Ovviamente un atteggiamento di questo tipo può determinare delle conseguenze negative.
Quindi, prima di prendere una decisione “alla leggere” è bene essere consapevoli di ciò che potrebbe accadere in futuro.
Se ci sono dei validi motivi è possibile contestare il provvedimento, con l’auto di un bravo avvocato, in caso contrario è consigliabile pagare il prima possibile la sanzione, per evitare di dovere pagare una cifra molto più elevata, o rischiare di subire il fermo amministrativo dell’auto o dei pignoramenti.
Se un cittadini ritiene di avere ricevuto la notifica di una multa, che presenta dei vizi formali o sostanziali, può contestare il provvedimento facendo ricorso dinanzi al giudice o al prefetto.
In alcuni casi, infatti, possono essere commessi degli errori, ed il soggetto ha il diritto di contestare la contravvenzione.
Per fare ciò è necessario agire in fretta, per evitare di far scadere il termine utile per potere agire. Il nostro consiglio è quello di affidarsi ad un bravo avvocato amministrativista, in grado di individuare velocemente la presenza di eventuali vizi contestabili, soprattutto se formali.
Ad esempio la multa potrebbe essere stata notificata dopo 90 giorni dall’infrazione, quindi in ritardo rispetto alle tempistiche stabilite per legge. In tal caso è possibile agire in ricorso per chiedere la nullità della sanzione amministrativa.
Se ciò non viene fatto, la stessa verrà considerata definitiva.
Ma, oltre al rispetto dei termini per notificare l’atto, anche il contenuto deve rispettare alcune regole per essere valido. In particolare devono essere presenti le seguenti informazioni:
In presenza di vizi, quindi è possibile fare ricorso, nei seguenti modi:
Va sottolineato che la Cassazione, con l’ordinanza 31385/18 ha previsto un rimborso spese relative all’avvocato, nel caso in cui la multa venga considerata nulla a seguito del ricorso.
Vediamo ora cosa succede in caso di multe non pagate, se non è stato fatto alcun ricorso.
Innanzitutto va detto che non ritirare la raccomandata A/R o rifiutare di firmare il verbale nel caso l’agente fermi subito l’automobilista per contestare l’infrazione, non cambiano la situazione. Per la legge la multa viene considerata in ogni caso notificata e deve essere pagata.
E’ del tutto inutile, quindi, provare a fare i “furbi” ignorando il problema. Anzi è controproducente dato che si rischia di non potere analizzare il verbale, quindi di non avere la possibilità di individuare ipotetici vizi formali e procedere con il ricorso.
Il consiglio quindi, è quello di ritirare il documento e farsi assistere da un legale competente in materia se si intende contestare il provvedimento.
In caso contrario la soluzione migliore è quella di effettuare il pagamento nel minor tempo possibile.
Le multe non pagate possono causare diverse conseguenza, tra le quali il fermo amministrativo dell’auto e il pignoramento presso terzi, ad esempio dello stipendio, della pensione o del conto corrente.
Quindi è sempre necessario porsi la domanda. Davvero ne vale la pena?
Se non ci sono dei vizi formali che giustificano la volontà di fare ricorso, è bene ricordare che gli importi possono cambiare a seconda del momento in cui viene effettuato il pagamento, ovvero:
Le multe non pagate, quindi, costano molto di più. E, non è possibile evitare dei provvedimenti, se non attendendo la prescrizione delle stesse, come vedremo a breve.
Dopo 60 giorni dalla notifica della multa, se non è stato effettuato alcun pagamento e se non è stato presentato il ricorso, l’ente titolare del credito non invia ulteriori solleciti all’interessato ma iscrive a ruolo la sanzione.
Cosa significa?
Di fatto la gestione del problema inerente alle multe non pagate viene affidato all’Agente della Riscossione, di norma l’Agenzia delle Entrate. L’ente emette, quindi, una cartella esattoriale, che viene poi notificata all’interessato. Ovviamente vengono aggiunti gli interessi maturati fino a quel momento.
E’ possibile contestare dei vizi, inerenti solamente alla cartella stessa e non più alla multa, dato che la tempistica per poter agire in tal senso è terminata.
Detto ciò è necessario sapere che per le multe non pagate, l’ente deve notificare la cartella esattoriale entro 2 anni da quando il ruolo è stato dichiarato esecutivo.
La prescrizione della multa, invece, scatta dopo 5 anni da quando è stato notificato il verbale.
Se oltre alle multe non pagate, il soggetto non procedere nemmeno a sanare le cartelle esattoriali, rischia di subire il fermo amministrativo del veicolo. Si tratta di una misura funzionale al successo passo, ovvero il pignoramento dell’auto.
Ma non solo, Infatti potrebbe essere richiesto anche il pignoramento dei beni, come ad esempio lo stipendio, la pensione o il conto corrente.
Non ci sono rischi, invece, inerenti all’ipoteca sulla casa, che scatta per debiti superiori a 20 mila euro, o inerenti al pignoramento della stessa, che scatta per debiti oltre 120 mila euro.
Ad ogni modo, il Comune potrebbe anche provvedere direttamente alla riscossione, senza affidare l’incarico a terzi. In questo caso come conseguenza alle multe non pagate il soggetto potrebbe ricevere un’ingiunzione fiscale.
Si tratta di un ordine di pagamento, con scadenza 30 giorni, dopo il quale si possono attivare gli atti esecutivi.
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